Buonasera a tutti. Vorrei chiedervi se un “trauma” (che in realtà non so nemmeno se posso definire
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Buonasera a tutti.
Vorrei chiedervi se un “trauma” (che in realtà non so nemmeno se posso definire così) non risolto del tutto, possa risvegliarsi a distanza di tempo e manifestarsi con atteggiamenti differenti e molteplici.
Proverò a spiegarmi meglio, premettendo che scrivo in un momento in cui mi sento particolarmente provata dal punto di vista emotivo.
4 anni fa conobbi il mio attuale ragazzo, avevo 20 anni, stupida e incosciente mi lasciai trascinare dalla troppa leggerezza e rimasi incinta di quello che è appunto ancora il mio attuale fidanzato. Presi la decisione ferma e convinta di abortire, perché nel pieno dei miei studi universitari, e perché avevo e ho ben chiaro il mio progetto di futuro che con tanto amore e tenacia voglio realizzare, futuro nel quale non riuscivo ovviamente a proiettarmi insieme ad un possibile figlio. Non me ne sono mai pentita nemmeno per un secondo, e ciò vale anche adesso. Mi pento casomai di non avere preso le dovute accortezze per non giungere a quel gesto.
Ma ho sempre pensato che nella vita tutto ci succede per un motivo, ho dovuto attraversare quella fase di superficialità per tornare in me stessa e riprendere in mano la mia esistenza. Quindi a distanza di tempo ho cercato di trovare qualcosa di positivo in quell’evento che anche se spiacevole è stato una lezione di vita.
Non riesco a capire però se questo avvenimento che certamente mi ha turbata nel profondo, sia stato così intenso e profondo da costituire inconsciamente un problema per me anche oggi.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Mi è rimasta la paura perenne che l’avvenimento si possa verificare di nuovo, pur assumendo la pillola contraccettiva ormai da tre anni e non avendo nessun valido motivo per temere ciò.
Questa ansia nel tempo è migliorata, e ormai non mi blocco più giornalmente su questo pensiero intrusivo.
Ho notato però che in questo ultimo periodo di due mesi mi si è quasi “spento” il desiderio sessuale, e non so se ciò dipenda da quanto vi ho appena raccontato, se sia una conseguenza della assunzione della pillola, se dipenda dal fatto invece che ho la mente offuscata dalle mille cosa da fare e dal fatto di non sentirmi serena in generale.
Premetto che il mio ragazzo è dolcissimo ed io lo amo tantissimo, ma è come se avvertissi quell’aspetto del rapporto come qualcosa che non è indispensabile, qualcosa di cui posso fare a meno, una prassi.
Solo che fino a qualche mese fa non era così.
Non so se ha a che fare con squilibri ormonali, con il fatto che sono insoddisfatta della vita che conduco, perché pur essendo orgogliosa del mio impegno e dei miei sforzi, non ho mai tempo e modo di divertirmi.
Cosa può essere? Forse inconsciamente è riaffiorato il ricordo di quella vicenda, ed è questo pensiero intrusivo che mi fa vivere la situazione in questo modo? Il fatto di non avere mai affrontato la vicenda parlandone con un esperto?
Quando si parla di bambini da mettere al mondo come se fosse necessariamente un qualcosa di incluso nel mio futuro, mi irrigidisco, perché non la penso così.
Forse perché sono giovane, ma ho la concezione che la mia vita sia una sola, non tornerò indietro, non avrò altre possibilità di vita, fra un paio di anni avrò 30 anni, e ancora a causa di questa fase di costruzione della mia vita e del mio futuro, fase che sembra non cessare mai, non avrò avuto ancora la possibilità di godere dei miei frutti e della mia esistenza. Quindi penso perché arrivare a 30/35 anni, non avere goduto esattamente di nulla, e non avere conosciuto il mondo, e decidere comunque di mettere al mondo un figlio continuando a perpetrare fatiche e sforzi non più soltanto per sè ma anche per un’altra creatura? È sbagliato pensarla così? È da egoisti?
Io penso che in molti oggi non si rendano conto delle responsabilità che richiede il mettere al mondo un bambino.
Io invece me ne rendo conto, e me ne resi conto 4 anni fa.
Motivo per il quale non mi sono mai pentita.
Però mi rendo conto che l’evento, che ho vissuto con tanta paura e angoscia, perché rimasto un segreto tra me e mia madre, a volte torna nella mia vita sotto sembianze di pensieri e comportamenti diversi, solo perché ho paura che si verifichi di nuovo.
Non so se il mio discorso abbia senso, ma sono i pensieri che affollano la mia mente durante le giornate.
Vi ringrazio.
Vorrei chiedervi se un “trauma” (che in realtà non so nemmeno se posso definire così) non risolto del tutto, possa risvegliarsi a distanza di tempo e manifestarsi con atteggiamenti differenti e molteplici.
Proverò a spiegarmi meglio, premettendo che scrivo in un momento in cui mi sento particolarmente provata dal punto di vista emotivo.
4 anni fa conobbi il mio attuale ragazzo, avevo 20 anni, stupida e incosciente mi lasciai trascinare dalla troppa leggerezza e rimasi incinta di quello che è appunto ancora il mio attuale fidanzato. Presi la decisione ferma e convinta di abortire, perché nel pieno dei miei studi universitari, e perché avevo e ho ben chiaro il mio progetto di futuro che con tanto amore e tenacia voglio realizzare, futuro nel quale non riuscivo ovviamente a proiettarmi insieme ad un possibile figlio. Non me ne sono mai pentita nemmeno per un secondo, e ciò vale anche adesso. Mi pento casomai di non avere preso le dovute accortezze per non giungere a quel gesto.
Ma ho sempre pensato che nella vita tutto ci succede per un motivo, ho dovuto attraversare quella fase di superficialità per tornare in me stessa e riprendere in mano la mia esistenza. Quindi a distanza di tempo ho cercato di trovare qualcosa di positivo in quell’evento che anche se spiacevole è stato una lezione di vita.
Non riesco a capire però se questo avvenimento che certamente mi ha turbata nel profondo, sia stato così intenso e profondo da costituire inconsciamente un problema per me anche oggi.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Mi è rimasta la paura perenne che l’avvenimento si possa verificare di nuovo, pur assumendo la pillola contraccettiva ormai da tre anni e non avendo nessun valido motivo per temere ciò.
Questa ansia nel tempo è migliorata, e ormai non mi blocco più giornalmente su questo pensiero intrusivo.
Ho notato però che in questo ultimo periodo di due mesi mi si è quasi “spento” il desiderio sessuale, e non so se ciò dipenda da quanto vi ho appena raccontato, se sia una conseguenza della assunzione della pillola, se dipenda dal fatto invece che ho la mente offuscata dalle mille cosa da fare e dal fatto di non sentirmi serena in generale.
Premetto che il mio ragazzo è dolcissimo ed io lo amo tantissimo, ma è come se avvertissi quell’aspetto del rapporto come qualcosa che non è indispensabile, qualcosa di cui posso fare a meno, una prassi.
Solo che fino a qualche mese fa non era così.
Non so se ha a che fare con squilibri ormonali, con il fatto che sono insoddisfatta della vita che conduco, perché pur essendo orgogliosa del mio impegno e dei miei sforzi, non ho mai tempo e modo di divertirmi.
Cosa può essere? Forse inconsciamente è riaffiorato il ricordo di quella vicenda, ed è questo pensiero intrusivo che mi fa vivere la situazione in questo modo? Il fatto di non avere mai affrontato la vicenda parlandone con un esperto?
Quando si parla di bambini da mettere al mondo come se fosse necessariamente un qualcosa di incluso nel mio futuro, mi irrigidisco, perché non la penso così.
Forse perché sono giovane, ma ho la concezione che la mia vita sia una sola, non tornerò indietro, non avrò altre possibilità di vita, fra un paio di anni avrò 30 anni, e ancora a causa di questa fase di costruzione della mia vita e del mio futuro, fase che sembra non cessare mai, non avrò avuto ancora la possibilità di godere dei miei frutti e della mia esistenza. Quindi penso perché arrivare a 30/35 anni, non avere goduto esattamente di nulla, e non avere conosciuto il mondo, e decidere comunque di mettere al mondo un figlio continuando a perpetrare fatiche e sforzi non più soltanto per sè ma anche per un’altra creatura? È sbagliato pensarla così? È da egoisti?
Io penso che in molti oggi non si rendano conto delle responsabilità che richiede il mettere al mondo un bambino.
Io invece me ne rendo conto, e me ne resi conto 4 anni fa.
Motivo per il quale non mi sono mai pentita.
Però mi rendo conto che l’evento, che ho vissuto con tanta paura e angoscia, perché rimasto un segreto tra me e mia madre, a volte torna nella mia vita sotto sembianze di pensieri e comportamenti diversi, solo perché ho paura che si verifichi di nuovo.
Non so se il mio discorso abbia senso, ma sono i pensieri che affollano la mia mente durante le giornate.
Vi ringrazio.
Cara utente, cercherò di andare per punti e rispondere a tutti i quesiti che lei ci pone qui.
Prima di tutto un episodio traumatico si può presentare in altre forme? La risposta è Si, si può presentare fermo restando che in generale un episodio della nostra vita che non abbiamo a pieno "risolto", traumatico o meno, può riaffiorare dentro di noi. Oggi lei oltre alla preoccupazione verso questo trauma forse irrisolto, forse no (andrebbe indagato meglio), è preoccupata per la sua perdita di libido. Lei assume dei contraccettivi che possono avere come effetto collaterale la perdita di libido sessuale (ne parli con la sua ginecologa). Dal punto di vista psicologico poi nei periodi di forte stress, tensione disagio generale può accadere di avere un calo della libido; se ci pensa è un po come se tutte le sue energie fosse spese in altre attività e per quella non c'è più spazio ne risorse. Sarebbe importante approfondire cosa le sta accadendo in questo periodo nello specifico. Quindi riassumendo potrebbe essere diverse le spiegazioni sottostanti a quando lei descrive, pertanto potrebbe essere importante affrontare in uno spazio di terapia tutti i suoi vissuti per ritrovare il suo stato di benessere. Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Prima di tutto un episodio traumatico si può presentare in altre forme? La risposta è Si, si può presentare fermo restando che in generale un episodio della nostra vita che non abbiamo a pieno "risolto", traumatico o meno, può riaffiorare dentro di noi. Oggi lei oltre alla preoccupazione verso questo trauma forse irrisolto, forse no (andrebbe indagato meglio), è preoccupata per la sua perdita di libido. Lei assume dei contraccettivi che possono avere come effetto collaterale la perdita di libido sessuale (ne parli con la sua ginecologa). Dal punto di vista psicologico poi nei periodi di forte stress, tensione disagio generale può accadere di avere un calo della libido; se ci pensa è un po come se tutte le sue energie fosse spese in altre attività e per quella non c'è più spazio ne risorse. Sarebbe importante approfondire cosa le sta accadendo in questo periodo nello specifico. Quindi riassumendo potrebbe essere diverse le spiegazioni sottostanti a quando lei descrive, pertanto potrebbe essere importante affrontare in uno spazio di terapia tutti i suoi vissuti per ritrovare il suo stato di benessere. Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
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Buongiorno! Lei era ed è libera di scegliere e di vivere la vita nel modo più pieno e genuino possibile. E proprio per questo potrebbe essere utile qualcuno con cui condividere il senso e le motivazioni profonde di una scelta che, seppur consapevole, non deve essere stata semplice. Le fantasie inconsce che l'hanno preceduta e seguita. Mi viene in mente qualcosa che potrebbe restituire il senso delle mie parole "Vivi, cadi, rialzati, ripeti le stesse dolorose esperienze, trova il tempo ed un'altra mente che ti aiuti a ripensarle". Le sarà di grande aiuto, mi creda. In bocca al lupo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Tenga conto che questa situazione potrebbe rappresentare il sintomo di un disagio interiore che evidentemente lei si porta dentro e che richiede sicuramente di essere attenzionato.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Tenga conto che questa situazione potrebbe rappresentare il sintomo di un disagio interiore che evidentemente lei si porta dentro e che richiede sicuramente di essere attenzionato.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima, è verosimile che l’evento che ha qui generosamente condiviso sia connotato da vissuti compatibili con elementi post traumatici. Per esempio, riferisce “pensieri intrusivi” e sta “evitando” di trovarsi nella situazione che, allora, la portò a dover affrontare quel doloroso periodo. Inoltre, l’evento sembra aver modificato la percezione che ha di se stessa ancorché la valutazione che lei fa della sua persona (chissà come si sente, o come si vede, quando ripensa a quel che avrebbe dovuto fare e ritiene di non aver fatto). Al contempo, lei riesce ad interpretare con una buona flessibilità l’accaduto rintracciandovi anche aspetti positivi, e questa è un’ottima risorsa che indica quanto sia stata (ed è ancora) capace di reagire anche in modo funzionale alle difficoltà della vita. L’appiattimento del desiderio sembra essere una logica conseguenza di quanto sta a monte di questo “sintomo” e, come tale, reversibile laddove si conceda l’opportunità di affrontare il trauma, per usare quella che sente la definizione al momento più giusta. Sicuramente, suppongo che da quel giorno, niente le è apparso più come prima e le auguro di darsi l’opportunità di meglio integrare questa esperienza nella sua storia di vita per poter godere a pieno del futuro più appagante che la attende. Una psicoterapia dove trovino applicazione anche alcune delle tecniche di rielaborazione post-traumatica evidence-based (EMDR, NET etc.) potrebbe aiutarla moltissimo. Resto a disposizione, le auguro una buona giornata
Ti poni delle domande molto importanti le cui risposte non sono facili da trovare. Certamente qualche cosa successa nel passato potrebbe ripresentarsi oggi sotto forma di diversi disturbi. Sarebbe il caso di approfondire non solo l'episodio da te raccontato ma diversi aspetti della questione, per capire che effetto abbiano avuto su di te e in che modo questi possano influire sulla tua vita attuale. Inizia un percorso psicologico e cerca di approfondire questi aspetti: porti delle domande è il primo passo per riuscire a capire meglio come funzioni, come hai reagito alle cose del passato e come reagisci oggi a quello che ti capita. Non solo potresti trovare risposte ma potresti trovare il modo di vivere meglio il presente ed il futuro. Un saluto
Gentile utente i traumi non elaborati possono avere un impatto sulla vita negli anni. successivi. le emozioni e sensazioni fisiche possono riattivarsi a seguito di altri eventi e configurarsi quali trigger dell’evento originario traumatico generatore.
L’EMDR e’ la terapia per eccellenza degli eventi traumatici.
Sarebbe importante che lei possa intraprendere con uno psicoterapeuta certificato practitioner in EMDR, un percorso psicoterapeutico che possa non solo metterla in grado di desensibilizzare e rielaborare le sue esperienze traumatiche ma anche affrontare quei legami affettivi originari che possono ora impattare sulla difficoltà di prendere una direzione per la sua vita accogliendo le relative responsabilità libera da condizionamenti emotivi quali ad esempio la paura.
Rimango a sua disposizione anche da remoto, se preferisce
L’EMDR e’ la terapia per eccellenza degli eventi traumatici.
Sarebbe importante che lei possa intraprendere con uno psicoterapeuta certificato practitioner in EMDR, un percorso psicoterapeutico che possa non solo metterla in grado di desensibilizzare e rielaborare le sue esperienze traumatiche ma anche affrontare quei legami affettivi originari che possono ora impattare sulla difficoltà di prendere una direzione per la sua vita accogliendo le relative responsabilità libera da condizionamenti emotivi quali ad esempio la paura.
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Salve l'aborto,sia volontario che involontario, è un evento traumatico. Sicuramente richiede un trattamento psicoterapico, le consiglio una terapia E.M.D.R. Questa terapia è specifica per gli eventi traumatici e permette alla persona il superamento dell'evento stesso. Sul mio sito trova spiegazioni esaustive.
Dott.ssa Milvia Verginelli
Dott.ssa Milvia Verginelli
Buongiorno,
abortire è qualcosa che spesso lascia tracce nell' esistenza di una donna. Quella che al tempo fu una scelta frutto del ratiocino oggi potrebbe continuare a pesarle magari sotto l' aspetto emotivo, magari inconsciamente. Quello che ha rappresentato tale esperienza andrebbe esplorato in uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle.
Si dia la possibilità di farsi accompagnare in un processo di conoscenza di sé più profondo, potrebbe restituirle importanti consapevolezze e consentirle di tornare a guardare la sessualità e le sue progettualità future con maggior serenità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
abortire è qualcosa che spesso lascia tracce nell' esistenza di una donna. Quella che al tempo fu una scelta frutto del ratiocino oggi potrebbe continuare a pesarle magari sotto l' aspetto emotivo, magari inconsciamente. Quello che ha rappresentato tale esperienza andrebbe esplorato in uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle.
Si dia la possibilità di farsi accompagnare in un processo di conoscenza di sé più profondo, potrebbe restituirle importanti consapevolezze e consentirle di tornare a guardare la sessualità e le sue progettualità future con maggior serenità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica. Cordiali saluti
Gentile utente,
Le consiglio di consultare la sua ginecologa per comprendere in primo luogo se il calo del desiderio sessuale dipenda anche dalla terapia contraccettiva che sta assumendo, dal momento che questo può capitare e in molti casi si può risolvere cambiando il tipo di pillola oppure utilizzando altri metodi contraccettivi.
Ma più di tutto credo che avrebbe bisogno di uno spazio protetto in cui poter condividere i suoi vissuti, i suoi pensieri ed i suoi dubbi riguardo l'esperienza dell'aborto, della maternità e della sessualità (lei si pone domande importanti per le quali non esiste una risposta unica e corretta, ma ciascuno trova le proprie) e più in generale anche per poter parlare dei suoi sforzi nel raggiungimento della giustamente desiderata realizzazione personale. In una psicoterapia avrebbe la possibilità di elaborare l'esperienza dell'aborto, che, anche se scelta con convinzione, è sempre dolorosa, ma anche di comprendere maggiormente come le sia capitato di incappare in una gravidanza indesiderata, cosa che lei attribuisce alla superficialità, ma che potrebbe dipendere da ragioni più profonde che ora non sono chiare.
Cordiali saluti,
Elena Ramagli
Le consiglio di consultare la sua ginecologa per comprendere in primo luogo se il calo del desiderio sessuale dipenda anche dalla terapia contraccettiva che sta assumendo, dal momento che questo può capitare e in molti casi si può risolvere cambiando il tipo di pillola oppure utilizzando altri metodi contraccettivi.
Ma più di tutto credo che avrebbe bisogno di uno spazio protetto in cui poter condividere i suoi vissuti, i suoi pensieri ed i suoi dubbi riguardo l'esperienza dell'aborto, della maternità e della sessualità (lei si pone domande importanti per le quali non esiste una risposta unica e corretta, ma ciascuno trova le proprie) e più in generale anche per poter parlare dei suoi sforzi nel raggiungimento della giustamente desiderata realizzazione personale. In una psicoterapia avrebbe la possibilità di elaborare l'esperienza dell'aborto, che, anche se scelta con convinzione, è sempre dolorosa, ma anche di comprendere maggiormente come le sia capitato di incappare in una gravidanza indesiderata, cosa che lei attribuisce alla superficialità, ma che potrebbe dipendere da ragioni più profonde che ora non sono chiare.
Cordiali saluti,
Elena Ramagli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza così intima e delicata e i suoi pensieri. Quello che ha affrontato appartiene solo a lei e dev'essere rispettato e accolto senza giudizio, di nessuno, neanche suo. Non esiste un pensiero giusto o sbagliato a prescindere ma solo funzionale o disfunzionale per ogni singolo individuo e lei ha fatto una scelta consapevole sulla base delle sue necessità, dei suoi valori e dei suoi vissuti. La situazione attuale che descrive può sicuramente avere a che fare con quell'evento ma, come ha ipotizzato anche lei, può essere connessa anche ad altri fattori ad oggi presenti nella sua vita che in qualche modo non la rendono serena e questo, tra le altre cose, può riversarsi sul desiderio sessuale. Questa potrebbe essere una buona opportunità per scavare un po' di più in lei, da sola o con l'aiuto di un professionista, per trovare una maggiore consapevolezza che le consenta di riacquistare la tranquillità desiderata, in ogni campo della sua vita. Mi auguro che accada presto e resto a sua disposizione. Un saluto!
Gentilissima, leggere le sue parole mi ha commossa, non è affatto semplice confidare un fatto tanto intimo. Da quello che racconta sembra proprio che la memoria di questo episodio sia ancora insinuata nella sua coscienza suscitandole confusione, pensieri intrusivi, dubbi e paure. Bert Hellinger, lo psicoterapeuta fondatore del metodo Costellazioni familiari con cui mi sono formata, ci raccontava sempre (mostrandocelo in Costellazione) che nel caso di aborti sia provocati che spontanei, un pezzettino dell'anima della mamma fatichi a separarsi del tutto dall'anima del suo bambino mai nato, anche senza che la donna ne sia consapevole, e che questo spesso la porta a vivere stati d'animo simili a quelli che lei ha descritto. Ci sono varie vie, anche rituali, per fare pace con l'accaduto e ritrovare la serenità. Se è interessata, potremmo fissare una consulenza on line e lavorare sulla sua Costellazione personale. Nel frattempo le auguro di cuore tutto il meglio.
Cara utente, nella sua domanda riporta tanti validi spunti di riflessione che potrebbe approfondire con uno specialista. Non necessariamente deve esserci un solo motivo che ora le sta facendo vivere questo disagio, forse proprio tutti questi pensieri sul presente, sul passato e sul futuro concorrono nel suo attuale malessere. Le auguro di trovare spazio per sé e di superare questo faticoso momento.
Un saluto
Sara Tagliabue
Un saluto
Sara Tagliabue
Buonasera, la risposta è sì. Gli eventi non elaborati possono ritornare e intrecciarsi a tanti altri temi di vita. In ciò che ha scritto sembrano più piani che si accavallano e che secondo me creano una matassa che sarebbe utile chiarire insieme ad un professionista. Gli obiettivi di vita, il lavoro, la visione di donna che necessariamente deve interrogarsi sulla procreazione... Sono temi la cui risposta è totalmente soggettiva ma inquinata da fattori che riguardano la pressione sociale e la propria storia personale. Io le suggerisco di iniziare un percorso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente,
un trauma non dev'essere per forza un evento tragico o particolarmente violento, ma può riguardare anche un episodio particolarmente doloroso che in qualche modo ci ha segnati per i più svariati motivi. Sicuramente abortire, anche quando si è certi che sia la cosa migliore per noi stesse, non è mai semplice e lascia sempre molti dubbi e sensi di colpa, come nel suo caso, che riferisce di essersi sentiva sprovveduta nel non prendere le dovute precauzione onde evitare di restare incinta. Ovviamente è qualcosa che può capitare, molte donne rimangono incinte in momenti in cui non si sentono pronte ad essere madri e scelgono di abortire, alcune di loro avevano anche preso le dovute precauzioni, o pensavano di averlo fatto. Sicuramente questo episodio, se tutt'oggi le torna alla mente e le crea disagio, andrebbe esplorato meglio da un punto di vista emotivo e compreso alla luce di una psicoterapia.
Per quanto riguarda il calo del desiderio sessuale a distanza di tempo, non possiamo dire con certezza se sia o meno collegato all'episodio dell'aborto: può darsi, se in questo periodo ci sta per pensando molto per qualche ragione, ma può anche essere che non c'entri niente. Dopotutto, quando una relazione va avanti da anni e il rapporto diviene molto intimo su altri piani, è vero che la vita sessuale si stabilizza insieme a tutto il resto e può accadere che quell'aspetto lì venga vissuto come "meno importante" o "secondario" ad altri aspetti del rapporto di coppia che invece risultano essere per la persona notevolmente più rilevanti. Se questo calo del desiderio le crea disagio, vale sicuramente la pena approfondire le ragioni per le quali si sta verificando, senza angosciarsi troppo, in quanto almeno in parte è molto comune e normale.
Anche se è stata molto dettagliata nella spiegazione di ciò che sente, non è possibile fornirle risposte certe o fare ipotesi del tutto sensate senza approfondire tutte queste questioni in maniera più accurata. Se vuole parlarne, mi rendo disponibile volentieri per ascoltarla.
Le porgo un caso saluto.
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
un trauma non dev'essere per forza un evento tragico o particolarmente violento, ma può riguardare anche un episodio particolarmente doloroso che in qualche modo ci ha segnati per i più svariati motivi. Sicuramente abortire, anche quando si è certi che sia la cosa migliore per noi stesse, non è mai semplice e lascia sempre molti dubbi e sensi di colpa, come nel suo caso, che riferisce di essersi sentiva sprovveduta nel non prendere le dovute precauzione onde evitare di restare incinta. Ovviamente è qualcosa che può capitare, molte donne rimangono incinte in momenti in cui non si sentono pronte ad essere madri e scelgono di abortire, alcune di loro avevano anche preso le dovute precauzioni, o pensavano di averlo fatto. Sicuramente questo episodio, se tutt'oggi le torna alla mente e le crea disagio, andrebbe esplorato meglio da un punto di vista emotivo e compreso alla luce di una psicoterapia.
Per quanto riguarda il calo del desiderio sessuale a distanza di tempo, non possiamo dire con certezza se sia o meno collegato all'episodio dell'aborto: può darsi, se in questo periodo ci sta per pensando molto per qualche ragione, ma può anche essere che non c'entri niente. Dopotutto, quando una relazione va avanti da anni e il rapporto diviene molto intimo su altri piani, è vero che la vita sessuale si stabilizza insieme a tutto il resto e può accadere che quell'aspetto lì venga vissuto come "meno importante" o "secondario" ad altri aspetti del rapporto di coppia che invece risultano essere per la persona notevolmente più rilevanti. Se questo calo del desiderio le crea disagio, vale sicuramente la pena approfondire le ragioni per le quali si sta verificando, senza angosciarsi troppo, in quanto almeno in parte è molto comune e normale.
Anche se è stata molto dettagliata nella spiegazione di ciò che sente, non è possibile fornirle risposte certe o fare ipotesi del tutto sensate senza approfondire tutte queste questioni in maniera più accurata. Se vuole parlarne, mi rendo disponibile volentieri per ascoltarla.
Le porgo un caso saluto.
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Mi spiace molto per ciò che sta passando.
Sono del parere che esperienze ed eventi non del tutto elaborati possano in qualche modo riaffiorare e influenzare il presente. Alle volte sotto forma di sintomi da poco mentre altre volte in maniera più dirompente. La vita sessuale è una componente importante, non solo per lei, ma anche per la serenità della coppia. Quando compare un calo del desiderio è importante chiedersi "come mai?" e a questa domanda possono essere date tante risposte.
Per mantenerla viva occorre mantenere viva la comunicazione e la condivisione nella coppia, la creatività nel rapporto. La sessualità non è solo un atto meccanico ma un esperienza che coinvolge tutta la relazione.
Ciò che le suggerisco è di prendere in considerazione la possibilità di iniziare un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia da sola o insieme al suo compagno così da poter elaborare quelle esperienze del passato che sente ancora influenzino il suo presente.
Dott. Iacopo Curzi
Sono del parere che esperienze ed eventi non del tutto elaborati possano in qualche modo riaffiorare e influenzare il presente. Alle volte sotto forma di sintomi da poco mentre altre volte in maniera più dirompente. La vita sessuale è una componente importante, non solo per lei, ma anche per la serenità della coppia. Quando compare un calo del desiderio è importante chiedersi "come mai?" e a questa domanda possono essere date tante risposte.
Per mantenerla viva occorre mantenere viva la comunicazione e la condivisione nella coppia, la creatività nel rapporto. La sessualità non è solo un atto meccanico ma un esperienza che coinvolge tutta la relazione.
Ciò che le suggerisco è di prendere in considerazione la possibilità di iniziare un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia da sola o insieme al suo compagno così da poter elaborare quelle esperienze del passato che sente ancora influenzino il suo presente.
Dott. Iacopo Curzi
Capisco che stai attraversando un momento di confusione e preoccupazione riguardo ai tuoi sentimenti e alle tue esperienze passate e attuali. È importante notare che molte persone affrontano dubbi e incertezze riguardo al loro futuro, alla sessualità e alle responsabilità legate alla genitorialità. Le tue preoccupazioni e i tuoi pensieri riflettono una riflessione matura sulla vita e sulle scelte che hai fatto e che farai.
Inizialmente, vorrei sottolineare che la tua reazione all'aborto che hai scelto quattro anni fa è una reazione individuale e personale, e non c'è una risposta giusta o sbagliata in queste situazioni. Ognuno vive esperienze diverse e reagisce in modo unico a tali situazioni.
Inoltre, è comune avere preoccupazioni riguardo al controllo delle nascite e alle possibilità di gravidanza anche quando si stanno prendendo precauzioni efficaci come la pillola contraccettiva. Queste preoccupazioni possono derivare da ansie o da esperienze passate. Se tali preoccupazioni stanno influenzando significativamente il tuo benessere o la tua vita sessuale, potresti considerare di discuterne con un professionista della salute sessuale o uno psicoterapeuta. Una consulenza professionale potrebbe aiutarti a esplorare e gestire queste preoccupazioni in modo più efficace.
Quanto alla tua visione della vita e delle responsabilità legate alla genitorialità, è importante riconoscere che non esiste una risposta universale. Ogni persona ha diritto di fare scelte che rispecchino le proprie aspirazioni, obiettivi e convinzioni. Non c'è nulla di sbagliato nell'essere concentrati sulla costruzione del tuo futuro, e questo non ti rende egoista. È fondamentale vivere la vita in base alle tue priorità e desideri personali. Le decisioni sulla genitorialità devono essere prese con serietà e consapevolezza delle responsabilità coinvolte, e non c'è una "età giusta" per farlo. Ogni persona ha il diritto di decidere quando e se desidera diventare genitore.
In generale, è importante ricordare che i pensieri intrusivi o le preoccupazioni legate a esperienze passate possono essere affrontati attraverso la consulenza psicologica. Un professionista esperto può aiutarti a esplorare i tuoi pensieri, sentimenti e preoccupazioni in modo più approfondito e a sviluppare strategie per affrontarli in modo sano e costruttivo. Se senti che queste preoccupazioni stanno influenzando negativamente la tua qualità di vita, potresti considerare di cercare il supporto di uno psicologo o uno psicoterapeuta per esaminare questi problemi in modo più dettagliato.
Inizialmente, vorrei sottolineare che la tua reazione all'aborto che hai scelto quattro anni fa è una reazione individuale e personale, e non c'è una risposta giusta o sbagliata in queste situazioni. Ognuno vive esperienze diverse e reagisce in modo unico a tali situazioni.
Inoltre, è comune avere preoccupazioni riguardo al controllo delle nascite e alle possibilità di gravidanza anche quando si stanno prendendo precauzioni efficaci come la pillola contraccettiva. Queste preoccupazioni possono derivare da ansie o da esperienze passate. Se tali preoccupazioni stanno influenzando significativamente il tuo benessere o la tua vita sessuale, potresti considerare di discuterne con un professionista della salute sessuale o uno psicoterapeuta. Una consulenza professionale potrebbe aiutarti a esplorare e gestire queste preoccupazioni in modo più efficace.
Quanto alla tua visione della vita e delle responsabilità legate alla genitorialità, è importante riconoscere che non esiste una risposta universale. Ogni persona ha diritto di fare scelte che rispecchino le proprie aspirazioni, obiettivi e convinzioni. Non c'è nulla di sbagliato nell'essere concentrati sulla costruzione del tuo futuro, e questo non ti rende egoista. È fondamentale vivere la vita in base alle tue priorità e desideri personali. Le decisioni sulla genitorialità devono essere prese con serietà e consapevolezza delle responsabilità coinvolte, e non c'è una "età giusta" per farlo. Ogni persona ha il diritto di decidere quando e se desidera diventare genitore.
In generale, è importante ricordare che i pensieri intrusivi o le preoccupazioni legate a esperienze passate possono essere affrontati attraverso la consulenza psicologica. Un professionista esperto può aiutarti a esplorare i tuoi pensieri, sentimenti e preoccupazioni in modo più approfondito e a sviluppare strategie per affrontarli in modo sano e costruttivo. Se senti che queste preoccupazioni stanno influenzando negativamente la tua qualità di vita, potresti considerare di cercare il supporto di uno psicologo o uno psicoterapeuta per esaminare questi problemi in modo più dettagliato.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Credo che un "trauma" non gestito o superato adeguatamente possa ripresentarsi durante altre fasi della vita, posteriori.
Come diceva un grande psicologo "il sesso non vuole pensieri". Molto spesso ci si può trovare di fronte ad un blocco paradossale del normale processo del sentire e desiderare.
Le consiglio di affrontare questo argomento con uno psicologo, potrebbe esser molto utile e tal volta non così lento come si potrebbe pensare. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Come diceva un grande psicologo "il sesso non vuole pensieri". Molto spesso ci si può trovare di fronte ad un blocco paradossale del normale processo del sentire e desiderare.
Le consiglio di affrontare questo argomento con uno psicologo, potrebbe esser molto utile e tal volta non così lento come si potrebbe pensare. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi
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