Buonasera a tutti, vi scrivo per capire che tipo di psicoterapia è maggiormente consigliata nei casi

17 risposte
Buonasera a tutti, vi scrivo per capire che tipo di psicoterapia è maggiormente consigliata nei casi come il mio. Ho 26 anni e Ho fatto già terapia per un paio d’anni da cui ho riscontrato sicuramente più consapevolezza e conoscenza di me stessa ma non tanti benefici da un punto di vista più concreto; nel senso che le cose non sono molto cambiate nel mio “agire” se così si può dire. Sono una ragazza molto estroversa, amo la vita sociale, credo di essere anche abbastanza sicura di me e nel momento in cui sono “sola” senza una relazione vivo molto serenamente la mia vita. Il mio problema si innesca nel momento in cui mi lego emotivamente a qualcuno, diventando una dipendente affettiva. tendo a legarmi a ragazzi più grandi di me, 10 anni o Poco più, i coetanei neanche li guardo.
Ho avuto per tre anni una relazione con un ragazzo problematico, che aveva problemi di alcool e da cui ho subito violenze e manipolazioni. Dopo la rottura per due anni sono stata molto bene, mi sono ripresa, mi sono laureata Ed è stato per me un periodo felice.. adesso sto da due anni con un altro ragazzo, A cui sono legata ma anch’esso problematico.. non come quello precedente ma in questo caso si tratta di un rapporto rigido, chiuso, dove regna il controllo da parte sua e la gelosia, anche da parte mia. Ebbene.. posso star bene i primi mesi.. poi in qualche modo si innesca la paura dell’abbandono, mi trovo sempre ragazzi problematici accanto, forse vulnerabili a loro volta e si creano relazioni disfunzionali. Sono arrivata a capire di avere problemi con il maschile, rapporto conflittuale con mio padre ecc.. una grande insicurezza e bassa autostima che non mi permette una volta innamorata e legata di staccarmi anche quando nel rapporto non sto più bene e non vengo trattata più bene. La domanda a questo punto è, ci sta un percorso di psicoterapia più consigliato rispetto ad altri? Cognitivo comportamentale, oppure un approccio più psico dinamico? Fare terapia di gruppo? Non so magari anche con la vostra esperienza sapreste consigliarmi un approccio che possa quanto meno aiutarmi a vivere più serenamente un eventuale distacco oppure la relazione in maniera più sana, senza arrivare a star male Quando si innesca il legame... grazie a tutti.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Al di là dell'approccio terapeutico ritengo importante riuscire a trovare un professionista con cui instaurare una solida alleanza terapeutica, elementi indispensabili per la buona riuscita di una terapia.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente, sono dell’idea che non esista un approccio migliore o più efficace dell’altro di default: è la relazione che cura, ed è in una relazione terapeutica sana che può cercare di comprendere, in questo caso, cosa le impedisce di uscire da relazioni a sua detta disfunzionali, quali parti di sé stessa si attivano in questo tipo di relazioni. Uno sguardo al suo familiare potrebbe sicuramente essere prezioso, all’interno del percorso.
Buona serata, Luisa
Gent. ma
ritengo che sia innanzitutto importante effettuare una valutazione approfondita per individuare le criticità su cui lavorare. Più l'orientamento terapeutico , è fondamentale instaurare una relazione di fiducia e collaborazione tra paziente e terapeuta
Resto a disposizione, cordiali saluti
Alessandra Voltolini
Gent.ma, accenna ad alcuni aspetti conflittuali della sua vita emotivo-affettiva che sembrano influenzare la sua capacità di vivere i legami sentimentali. Tuttavia, è possibile prospettarle una risposta concreta solo attraverso una consultazione in cui poter meglio valutare sia la sua esperienza personale e sentimentale che quella terapeutica già sperimentata. Per cogliere e trasformare alcuni aspetti della propria esperienza e vivere in modo più libero e appagante i rapporti sentimentali a volte è necessario un consistente lavoro psicoterapeutico. SG
Gent.le utente,
mi spiace per la situazione che sta passando.
La maggior consapevolezza acquisita, anche per quanto riguarda il suo rapporto col maschile è importante: sembrerebbe, da suo racconto, che sia come ancora intrappolata in un "circolo vizioso" per cui si trova a rivivere, involontariamente, lo stesso "copione" nella relazione.
Non penso sia tanto un discorso di approccio terapeutico, quanto l'instaurare una buona relazione di fiducia con un/a Psicoterapeuta che la aiuti ad elaborare quegli elementi passati (di cui è già più consapevole, ma che ancora incidono) ed aiutarla ad uscire da questo circolo vizioso.
Rimango a sua disposizione, anche on line.
Buongiorno, io non credo che ci sia un approccio migliore di un altro, è la relazione quello che cura, quindi il rapporto di fiducia che si crea con il terapeuta. Detto questo, da qualche parte bisogna pur iniziare... Ci sono mille professionisti, mille specializzazioni, è normale sentirsi confusi.
Il consiglio che sento di darle, per iniziare da qualche parte, è la terapia di gruppo, si un gruppo terapeutico. Consiglio che mi viene istintivo, non perché una cosa sia meglio di un'altra,a lei stessa lo ha menzionato, quindi sarebbe aperta al gruppo; lei è giovane e ama riflettere su di sé, porta una tematica molto diffusa... Purtroppo... Quindi, confrontarsi in gruppo lo sento buono per lei.
Un saluto
Claudia m
D’accordo con i colleghi che le hanno risposto: non esiste un approccio teorico e terapeutico più efficace di un altro. È fondamentale stabilire una solida relazione terapeutica, intraprendendo un nuovo percorso, in modo da poterle fornire gli strumenti per costruire relazioni “sane”. La consapevolezza che, in parte, già possiede è un valore aggiunto.
Salve. Come già affermato dai miei colleghi, non esiste una buona metodologia ma terapeuti coi quali stabilire una buona relazione per creare l'alleanza terapeutica. Una psicoterapia è un processo di crescita che richiede non solo di prendere consapevolezza di un modo di vivere e di essere ma anche dei vissuti emotivi e delle fragilità che non si riescono ad accettare. Dare spazio alle fragilità permette di confrontarsi con i condizionamenti subiti, con la vergogna, i sensi di colpa, il bisogno di essere accettati, la paura dell'abbandono, il bisogno di sentirsi importanti, il mito del perfezionismo, ecc. Un lavoro che stimolando la fiducia in se stessi può aiutare a liberarsi dai condizionamenti che impediscono il cambiamento. Personalmente lavoro sull'integrazione psicocorporea: pensieri, emozioni, sensazioni, tutto riportato alle reazioni corporee che ogni stimolo può provocare. Con l'uso di micromovimenti che possono sbloccare le tensioni muscolari che trattengono le tensioni psicoemotive, si può lasciare andare il dover o il voler essere, dando spazio al poter essere, con conseguenze positive anche sulle relazioni affettive. Distinti saluti
Buongiorno
ti consiglierei un percorso di sostegno psicologico focalizzato al rafforzamento della tua autostima e pensiero critico, non una psicoterapia visto che hai già effettuato questo percorso e sei quindi consapevole delle tue modalità comportamentali.
Puoi chiamarmi e chiedermi ulteriori spiegazioni e chiarimenti oppure incontrarsi, anche online, per un confronto senza impegno economico così che potrai valutare in autonomia quale sia strada efficace per il raggiungimento del tuo benessere.

dott.ssa Letizia Muzi
Buongiorno, come ha già notato lei tende a instaurare relazioni sentimentali con uomini "problematici".
Ebbene, bisognerebbe cercare di approfondire questo aspetto e capirne la ragione.
Mi sento di consigliarle un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di analizzare il suo ruolo che ha avuto fin da bambina nel suo contesto familiare.
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Salve, nel suo caso le suggerisco di iniziare una terapia con uno psicologo di cui lei si fida e si affida. Probabilmente lei già conosce i motivi dei suoi comportamenti avendo fatto una terapia per circa due anni ma probabilmente qualcosa non ha funzionato con lo psicologo che la seguiva e non è arrivata alla definizione e conclusione di quanto non la fa vivere bene le relazioni. Inizi nuovamente un percorso psicologico vista la sua giovane età, non esiti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima grazie per la sua condivisione e mi dispiace per quanto le viva. La domanda che mi viene da porre è relativa al come lei si trovi con il suo attuale terapeuta, sperimenta anche qui un senso di frustrazione e non riesce a tollerare l'idea di poterne parlare o ridefinire il rapporto? Se invece sta sperimentando una relazione diversa col suo terapeuta questo è già significativo di un "cambiamento" e della possibilità di stare in relazione in modo diverso.
Concordo con i colleghi sul fatto che sia la RELAZIONE il fattore che cura al di là degli approcci teorici.
Tenga sempre a mente la consapevolezza che ha raggiunto e la possibilità di prendersi cura di lei stessa dando spazio a ciò che sente e vorrebbe. La strada non è semplice ma vale la pena mettersi in cammino.
Le faccio i miei migliori auguri.
Gentile Utente, comprendo il disagio che esprime nelle sue parole e condivido il pensiero dei colleghi. Anche secondo me non è importante l'approccio scelto, ma la relazione che si instaura con il terapeuta. Ha già provato l'esperienza della terapia e sa di cosa si tratta.
Le consiglio di intraprendere un nuovo percorso in cui approfondire le tematiche relazionali di cui ha accennato, in cui lavorare sulla sua autostima e sicurezza nelle proprie risorse nella relazione con l'altro e non solo quando è sola.
Un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Salve, mi dispiace molto per il periodo difficile che sta attraversando. Per superare questo momento le consiglierei di consultare uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, che insieme a tecniche pratiche e all'analisi delle sue emozioni e dei suoi pensieri sono certa che potrà aiutarla a superare queste problematiche. Resto a disposizione Dott.ssa Alessia Malandrino
Buongiorno! leggendo la tua storia, mi viene da indirizzarti a fare le costellazioni familiari sistemiche. Spesso le relazioni genitoriali e precedenti influiscono la nostra vita attuale anche inconsapevolmente...con questo lavoro che si fa in gruppo, possono venir fuori cose interessanti... ti invito a cercare nella tua zona qualche psicoterapeuta che le faccia. In più può essere d'aiuto un approccio di psicoterapia Gestalt, che ti permetta di metterti in contatto con le varie parti di te e capire meglio ciò che vuoi per così agire concretamente.
Buon cammino! Jessica Scheggi
Ciao
Capisco la tua situazione e la tua ricerca di un percorso terapeutico più adatto. È positivo che tu abbia già sperimentato la consapevolezza e la conoscenza di te stessa attraverso la terapia precedente. Nel tuo caso, considerando i tuoi legami emotivi e la tendenza a relazionarti con persone problematiche, potrebbe essere utile un approccio terapeutico che esplori le dinamiche relazionali e l'autostima. L'approccio psicodinamico potrebbe aiutarti a comprendere meglio le radici dei tuoi schemi di relazione e a lavorare su di essi in profondità. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere efficace nel gestire i tuoi schemi di pensiero e comportamento che contribuiscono alla dipendenza affettiva.
Inoltre, considerando l'esperienza che ho con l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e il metodo Miller per le dipendenze affettive, potresti beneficiare di questo approccio per eliminare la potente forza dinamica psicologica che è alla base dei comportamenti di dipendenza.
Quanto alla terapia di gruppo, potrebbe offrirti un sostegno aggiuntivo e l'opportunità di confrontarti con esperienze simili.
La scelta dell'approccio terapeutico migliore dipende, comunque, dalle tue esigenze personali e dalle dinamiche specifiche dei tuoi legami emotivi. Ti consiglio di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta per un'analisi più approfondita e una valutazione personalizzata delle tue esigenze. Sono qui per ulteriori domande o per fornire ulteriore supporto.
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Solitamente più che in riferimento all' approccio è importante la costruzione di una buona alleanza terapeutica perché la terapia abbia efficacia. Se volesse riprovare ad intraprendere un nuovo percorso il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica a cui far seguire un percorso terapeutico online oppure in presenza. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino

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