Buonasera a tutti, sono una ragazza di 25 anni. Scrivo perchè il mio fidanzato soffre di attacchi di

19 risposte
Buonasera a tutti, sono una ragazza di 25 anni. Scrivo perchè il mio fidanzato soffre di attacchi di ansia da circa un mese. Lui ha 26 anni, giovane e sportivo, con un lavoro stabile e una vita indipendente. Apparentemente e stando a ciò che afferma la sua ansia non scaturisce da una motivazione evidente. Tutto inizia quando un giorno trovandosi al campo sportivo avverte dei capo giri e sudorazione, da lì si è generata l'ansia manifestandosi attraverso vari sintomi tra cui nausea, capo giri, mal di pancia, fitte al petto, sudorazione, pianto. Questi i principali. Ha fatto varie visite e analisi e non sembra esserci una problematica a livello fisico. Ho provato a suggerire l'aiuto di uno specialista ma al momento sembra rifiutarlo. Chiedo a voi qualche consiglio pratico e concreto per stargli vicino, per aiutarlo ad affrontare questo periodo e superarlo.
ringrazio chi risponderà.
Se le analisi del sangue e dei controlli medici tutto sembra essere a posto mi sentirei di consigliarvi di consultare anche un allergologo. Se tutto risultasse nella norma un supporto di tipo psicologico è consigliato. Purtroppo bisogna volerlo in prima persona. Se dovesse servire come incentivo può contattarmi per un primo colloquio senza impegno.
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Buonasera, innanzi tutto avete fatto bene a fare i dovuti controlli medici. Tuttavia se il suo ragazzo al momento non ha intenzione di intraprendere un percorso, anche solo per capire da dove deriva il problema c'è poco da fare, deve essere lui il primo a volerlo. Posso inoltre consigliarle un percorso di tipo cognitivo-comportamentale, orientamento elettivo quando si tratta di disturbi d'ansia e attacchi di panico. Nel caso dovesse cambiare idea, o anche solo per un consulto non esiti a chiedere. Cordialmente Dott. Antonino Genova
Buona sera, se tutti i controlli sono andati bene è ragionevole pensare che sia legato ad altro di più emotivo e introspettivo. Purtroppo il lavoro deve essere fatto in prima persona con lui anche per valutare che grado di ansia ha innescato quell'episodio. Un approccio strategico potrebbe essere pensato per farlo arrivare in stanza di terapia e quindi iniziare a lavorare con lui. Eventualmente possiamo parlarne senza impegno se mi contatta. Dal canto suo può anche rassicurarlo sul fatto che vedere uno psicologo non per forza equivale a iniziare un percorso a lungo termine e che potrebbero bastare pochi input per alleviare il suo malessere. Resto a disposizione per qualsiasi cosa anche online. Sanluti
Buonasera, dopo aver effettuato le dovute esclusioni di tipo medico, si potrebbe appunto pensare che siano delle reazioni di tipo psicosomatico. Se il suo ragazzo non ha chiarezza in merito ai suoi sintomi potrebbe suggerirgli di parlarne con il medico generico che considerando l'esclusione di problematiche organiche potrebbe a sua volta indirizzarlo da uno psicologo/a. A volte le persone hanno bisogno di essere indirizzate da esterni e faticano ad accettare consigli dalle persone più vicine. Capisco le sue buone intenzioni e il desiderio di prendersi cura del suo ragazzo, stargli vicino è sicuramente già una buona base, ma è lui che poi deve maturare la decisione di prendersi cura di sé e rivolgersi a chi può occuparsene con competenza.
Faccio a lei e al suo ragazzo i miei migliori auguri.
Buongiorno.
La sua richiesta di aiuto legittima richiede a mio parere più di qualche parola scritta in questa sede. La situazione del suo ragazzo, ha ragione lei, andrebbe approfondita da lui stesso con l'aiuto di uno psicologo. Ma lei ha un proprio vissuto, per il quale giustamente chiede un sostegno.
Perciò le propongo un colloquio psicologico online per capire più a fondo come sta lei di fronte a ciò che percepisce di fronte al disagio del suo ragazzo.
Buongiorno, trattandosi di uno sportivo è importante abbia fatto gli esami di prevenzione per escludere alcune patologie. Lo sport ha normalmente effetti benefici sull'ansia riducendola e contribuendo al rilassamento muscolare. Probabilmente sono scattate altre dinamiche psicologiche più profonde che hanno fatto scaturire un probabile attacco di panico sul campo sportivo. Tali dinamiche andrebbero approfondite con uno psicologo, ma purtroppo deve essere il suo ragazzo a decidere di intraprendere un percorso. Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Loretta Grisenti
Cara utente, comprendo la tua preoccupazione e il desiderio di aiutare il tuo fidanzato, ecco alcuni consigli pratici: ascoltalo senza giudicarlo, mostrando comprensione e supporto, incoraggialo a praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda o la meditazione, suggerisci attività fisiche leggere che possono aiutare a ridurre l'ansia, evita di minimizzare i suoi sentimenti e sii paziente, offrigli la possibilità di parlare con un professionista quando si sentirà pronto, ma senza insistere troppo, create insieme una routine quotidiana stabile e rassicurante, limitando il consumo di caffeina e alcol, mantenete una comunicazione aperta e continua, facendogli sapere che sei lì per lui senza pressione. Spero che questi suggerimenti ti siano utili e aiutino il tuo fidanzato a superare questo periodo, se hai altre domande non esitare a chiedere. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
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Gentile utente, un primo rimando positivo che mi sento di darle è che il suo fidanzato ha già una preziosa risorsa per affrontare questa situazione: lei, la sua fidanzata. Detto questo, l'ansia non è di per sè qualcosa di negativo o pericoloso, bensì è un meccanismo fisiologico del tutto normale. Tuttavia, quando l'ansia è così pervasiva diventa invalidante e intacca la qualità della nostra vita. Se i medici hanno escluso una possibile causa organica, sarebbe importante che il suo ragazzo cominciasse un percorso che possa in primis definire se si tratta effettivamente di ansia e, successivamente, che gli possa dare gli strumenti per comprendere che cosa sono l'ansia e il panico e come imparare a gestirli. Ci sono diverse tecniche di rilassamento, respirazione, meditazione e mindfulness ma prima di passare alle tecniche è importante sviscerare la natura del sintomo, che è sempre la voce di un malessere che merita di essere ascoltato. L'approccio cognitivo-comportamentale propone i trattamenti e le tecniche più efficaci per la gestione dell'ansia e degli attacchi di panico. Non sono mai le situazioni a generare l'ansia dentro di noi, bensì sono i pensieri che noi facciamo sulle situazioni a provocarci l'ansia. Talvolta l'ansia si presenta perchè non ci sentiamo all'altezza delle aspettative e si crea un gap troppo grande tra la nostra aspettativa e la nostra percezione di poterla raggiungere. E' quindi importante lavorare sulla fiducia in noi stessi e nelle nostre risorse imparando ad affrontare la vita e le difficoltà facendo appello a tutte le nostre capacità.
Magari lei può aiutarlo cercando di sviscerare i pensieri che precedono l'ansia, cercare di capire insieme se ci sono delle preoccupazioni, delle paure, un forte senso di responsabilità oppure un giudice interiore troppo severo. Cominciare un percorso psicologico non è una scelta facile ed è una cosa molto personale, non si può costringere qualcuno a farlo, lei ha comunque il diritto di testimoniare il suo pensiero e può essergli di supporto, magari può ricordare al suo fidanzato che è giovane e che ha tutta la vita davanti a sè e merita di viverla in uno stato di serenità e benessere. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Gentile utente. Grazie per aver condiviso la sua situazione. Ha fatto bene a far eseguire al suo fidanzato le analisi e gli accertamenti del caso. Avendo escluso cause di natura organica gli attacchi d'ansia possono essere riferiti a reazioni di tipo psicosomatico. I disturbi d'ansia si possono alleggerire molto attraverso dei percorsi psicologici che però deve essere lui stesso a volere. Si possono applicare tecniche di respirazione, di rilassamento che vanno strutturate all'interno di un serio percorso terapeutico. Lei può aiutarlo cercando di farlo sentire supportato e accolto nel suo disagio del momento. Lo aiuti anche a capire l'importanza dell'aiuto di un professionista. Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Buongiorno,
Come ha già intuito un percorso con un collega sarebbe la soluzione più efficace e duratura al problema del suo compagno. Detto questo, se lui non vuole iniziarne uno, la sua vicinanza è già la cosa migliore che lei possa fare.
Dott. Marco Cenci
Gentilissima, la sua preoccupazione è comprensibile. Gli attacchi di ansia possono essere molto destabilizzanti, soprattutto quando sembrano insorgere senza motivo. È rassicurante sapere che abbiate escluso problemi fisici. Per supportare il suo fidanzato, offra un ascolto empatico e rassicurante, lo incoraggi a praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda e la meditazione che possono contribuire a gestire meglio l'ansia. Se rifiuta l'aiuto di uno specialista, provi a condividere con lui informazioni sui benefici della terapia e a discutere apertamente delle sue paure. Esistono approcci terapeutici focalizzati su strategie mirate per interrompere i pensieri ansiosi e modificare comportamenti che alimentano le paure, spesso risultano anche i più efficaci. Se lo desidera resto a disposizione per eventuali chiarimenti o supporto, anche attraverso consulenze online. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Gentile Utente,
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo anzitutto il suo ragazzo e lei come sua compagna. Stare vicino ad una persona che soffre non è semplice. Determina molte domande e apre molti spiragli circa il "come" ed il "cosa" sia più opportuno fare. Dal momento che le cause organiche sono state escluse è molto probabile possa trattarsi di attacchi di ansia. La scelta di intraprendere un percorso personale è molto intima ed è opportuno nasca da una motivazione interna. Può magari provare a ragionare, insieme al suo ragazzo, circa i motivi che lo bloccano ma non forzando eccessivamente. Sceglierà di iniziare un viaggio terapeutico appena se la sentirà.
Dal momento che anche stare vicino a una persona che soffre non è facile, può pensare se, cambiando prospettiva, chiedere lei un consulto psicologico o iniziare un percorso per poter trovare un suo spazio dove conoscersi meglio, capire quale può essere il suo ruolo e la sua posizione e favorire una maggiore consapevolezza.
Per tornare alla sua richiesta rispetto ai momenti di ansia del suo partner, dato che noi esseri umani funzioniamo da specchio, qualche accorgimento pratico può essere non mostrarsi agitata in quei momenti ma provare a stare calma e rimandare a lui una tranquillità e serenità cui possa rispecchiarsi. Evitare troppe domande, in quel momento non serve capire cosa abbia generato l'attacco di panico o perché si senta così. Lasciare piuttosto al suo ragazzo un pò disponibile spazio nonché la possibilità di alzarsi, muoversi senza quindi costringerlo a sedersi (perché magari non vuole) e non stargli troppo addosso. Infine piuttosto che dire "respira", iniziare lei stessa a farlo, in modo da mostrargli il come.
Sono disponibile nel caso desideri uno spazio per parlare, sia online che in studio.
A presto.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, grazie per il suo quesito. Credo che lei stia agendo nel più corretto dei modi, stando vicino al suo compagno e supportandolo anche con il consiglio pratico di un eventuale invio presso uno specialista. Se la situazione persisterà sarà lui a dover decidere se richiedere l'intervento di un terapeuta, lei può però in questo caso fargli presente i suoi vissuti, soprattutto il senso di impotenza. Cordiali saluti,
Gentile utente, comprendo la sua apprensione per la salute del proprio ragazzo. Posso dirle che sta già facendo molto per lui. Avete fatto bene a eseguire le varie analisi mediche per escludere una patologia organica. Per adesso posso consigliarle di starle accanto ed ascoltarlo senza giudicarlo, così che trovi in lei una preziosa alleata per superare questo momento. Se un giorno vorrà il suo ragazzo potrà decidere autonomamente di iniziare un percorso anche se lei ha fatto bene a cercare di indirizzarlo. Spero di esserle stato in qualche modo di aiuto, resto a sua disposizione e la saluto. Cordilamente, Dott. Marco Squarcini
Buongiorno
A volte il nostro corpo parla dandoci i primi segnali di quello che potrebbe essere, ad oggi, una possibile sofferenza da parte del suo fidanzato, anche perché , se ho ben compreso le analisi e le visite hanno dimostrato che la sua condizione fisica va bene.
Secondo il mio punto di vista è bene cercare di comprendere l’evento scatenante che ha fatto traboccare il vaso e dato quindi inizio ad attacchi di ansia.
Sicuramente , un percorso terapeutico potrebbe aiutarlo ad affrontare questo particolare momento della sua vita, ma se il suo ragazzo al momento non ne ha intenzione purtroppo non lo so si può obbligare , ad oggi oltre che stargli accanto , potrebbe rassicurarlo sul fatto che vedere uno psicologo non per forza equivale a un percorso. lungo ma che potrebbero bastare pochi incontri per comprendere l’origine di questo malessere e scardinare i meccanismi che lo innescano.
Resto a disposizione
Cordialmente
dott.ssa Pisani Alessia
Buona sera. Se tutti gli accertamenti clinici hanno escluso un problema di carattere organico allora andrebbe approfondito l'aspetto psicologico che porta il tuo ragazzo a manifestare questi attacchi d'ansia e, soprattutto, cercare di comprendere il contesto in cui si è scatenato la prima volta il sintomo. Se lui rifiuta una consulenza psicologica, prova a capire tu cosa può aver scatenato il primo sintomo e se vuoi ne possiamo parlare per capire meglio come aiutarlo. Resto a disposizione. Dr.ssa Antonella Milizia
Gentilissima, sicuramente una volta escluso qualsiasi interessamento a livello medico, sarebbe utile un’approfondimento psicologico magari con una consulenza psicologica ad indirizzo umanistico-esistenziale. Ma per fare questo servirebbe la volontà del suo fidanzato di almeno un’iniziale colloquio psicologico per capire meglio di cosa di tratta e se se la sentirà, di fare un’approfondimento di se stesso. In quanto il corpo utilizza un suo linguaggio per comunicare cosa avviene dentro di sè (il corpo che parla), anche se spesso non ce ne accorgiamo. In fine ma non per ultimo, visto che questa situazione da lei descritta la porta ad un investimento emotivo importante, potrebbe pensare ad un suo supporto psicologico, così da gestire ed aiutare al meglio anche il suo fidanzato, chiaramente partendo da lei e il suo investimenti emozionale.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno,
le manifestazioni di cui parla sono l espressione di un disturbo d' ansia acuto. Dai disturbi d'ansia è possibile guarire attraverso l' ausilio combinato di farmacoterapia e psicoterapia. In questi casi affidarsi ad uno specialista è la cosa migliore da fare, prima che la problematica possa cronicizzarsi.
Parli col ragazzo di tali possibilità.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara

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