Buonasera a tutti, sono un po' in una situazione di stallo con la mia terapeuta.

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Buonasera a tutti, sono un po' in una situazione di stallo con la mia terapeuta. Sono in terapia da circa 1 anno e mezzo, inizialmente per fortissime tendenze suicide e autolesionismo. Sospettavo anche un disturbo depressivo e mi è stata data "conferma" da poco. La psicologa, su mia richiesta, mi ha dato la mia diagnosi che comprende un disturbo di personalità e un disturbo dell'umore deflesso. Non so nello specifico costa voglia dire umore deflesso e ve ne sarei molto grata se qualcuno potesse darmi maggiori dettagli. Comunque, il punto è che ultimamente sentivo che la terapia stava andando male e mi sono accorta di non essere più sincera nè me stessa in terapia. Capitava sempre più spesso che uscivo dalla terapia in collera e molto arrabbiata nei confronti della mia psicologa perchè non riusciva più a capirmi (so che fetta di colpa è mia perchè non ero veramente me stessa). Perciò le chiesi di sospendere la terapia per un po' via messaggio; lei mi rispose che voleva capire meglio le motivazioni. Io non mi sentivo e non mi sento ancora di "affrontarla". Le ho consegnato la lettera dove per la prima volta ero totalmente sincera e poi il giorno dopo mi ha scritto ringraziandomi per la sincerità e dicendomi che quando mi sarei sentita ne avremmo potuto discutere in seduta. Perciò attualmente sono in questa situazione di stallo, lei ha letto la lettera e aspetta che io sia pronta ad incontrarla. Il punto è che non lo sono, e mi sento terribilmente in difetto non solo per quello che le ho scritto, ma anche perchè in queste settimane che non ci stiamo vedendo ho perso il controllo. Dopo 5 anni dopo l'ultima volta mi sono tagliata, e sono in un momento di chiusura totale verso chiunque, non esco e non mi sento con nessuno, nemmeno con i miei amici. Mi sono sentita veramente come se avessi perso la testa in questo periodo, fuori controllo totalmente, tutto a causa di questa cosa. Non so cosa fare, da quando ho iniziato la terapia, anzi anche fin da prima che iniziassi, sentivo forte la necessità della terapia, e la sento tutt'ora che sono in balia di me stessa, ma non riesco ad affrontare il tutto con la psicologa, non mi sento pronta e non so se riuscirò mai. Ho considerato anche l'opzione di cambiare psicologa, ma mi sembrerebbe di buttare l'anno e mezzo di terapia e dover ricominciare da 0; in più mi sentirei terribilmente in colpa nei confronti della mia attuale psicologa. Non so veramente come affrontare questa situazione, non so se voi mi potete consigliare.. lo spero. Grazie per aver letto.
Gentile Utente,
mi dispiace molto per quello che le sta succedendo, mi sembra di capire che oltre a sentirsi molto confusa stia anche soffrendo molto.
Mi sembra però che lei abbia ben chiaro la necessità di fare un percorso psicologico, per cui ritengo che sia molto importante che lei provi ad avere un confronto con la sua psicologa così da poter fare insieme il punto della situazione e darle la possibilità di sostenerla in questo momento difficile.
Qualora dovesse valutare che non si sente più a suo agio con la sua dottoressa può confrontarsi con lei e valutare la fine di questo percorso ed eventualmente l'inizio di un altro.
Le auguro di trovare la forza per affrontare questa situazione.
Buona giornata. dott.ssa Kristina Barresi

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Buongiorno è molto probabile che i sentimenti faticosi che sta vivendo (rabbia, ansia, delusione, difficoltà ad essere autentica) facciano parte di difficoltà relazionali che tipicamente la mettono in difficoltà con le altre persone ed è perfettamente normale che emergano anche nei confronti del proprio terapeuta (specialmente quando la terapia raggiunge un anno di età).
Il fatto che emergano sentimenti negativi può essere anzi un indicatore che la terapia stia funzionando e che stiate lavorando anche sugli aspetti più complessi della relazione: la rabbia, la fatica ad essere autentici e a fidarsi dell'altro. Per quanto sia difficile è importante che tollerare che l'idillio delle prime fasi della terapia sia stato messo in discussione da queste emozioni difficili. Riuscire ad affrontare questa fase del rapporto con la sua terapeuta, potrebbe essere per lei molto utile e terapeutico. Non si senta eccessivamente in colpa per il fatto di non riuscire ad essere sempre autentica o per il fatto che ha messo in atto alcuni comportamenti autolesionistici, l'essere autentici ed imparare a contenere i momenti di crisi sono obiettivi terapeutici che si raggiungono con il tempo e che vanno incontro a progressioni e regressioni. Mi sento di dirle che è importante che lei riesca ad empatizzare con le sue difficoltà e a non essere troppo esigente da se stessa. Buone cose,
Dr. Preziosi
Buongiorno, l'ultima cosa di cui si deve vergognare sono le sue sensazioni perchè sono fonte di informazioni. Sta affrontando una situazione di frustrazione o blocco e sta reagendo come in passato (diciamo). Avrà una risposta a tutte le sue domande se invece di fuggire metterà con calma in fila le cose. Un primo passo l'ha già fatto, la lettera. Il secondo è riuscire a parlarne di persona. Dopodichè in base a quel colloquio avrà più elementi per decidere cosa fare. Chi le ha detto che non si può cambiare terapeuta? Diciamo che non avrebbe senso cambiare per non affrontare un discorso, perchè sarebbe un evitamento di un "problema", ma avrebbe molto senso cambiare se non si sentisse più compresa o capita.
Gent utente, non credo che sia negativo ciò che prova verso la sua attuale terapeuta, né che debba provare imbarazzo. Invece né parli apertamente con la terapeuta, senza alcun timore di essere giudicata. Se nonostante tutto non si sentirà più a suo agio con lei, valuti di cambiare professionista, spiegandolo apertamente. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile Amica,
sembra che si senta molto in colpa per aver voluto interrompere un rapporto così importante, come quello con la sua terapeuta. Ma questa è una grande opportunità! Faccia ora qualcosa che cambierà profondamente il suo modo di vedere i rapporti: permetta a questo rapporto di ripararsi!
Sì, può tornare subito dalla sua terapeuta e verificare che può riallacciare i rapporti. Abbia fiducia!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera mi sembra di capire che aveva tratto beneficio dalla psicoterapia,il punto è che cosa è successo che ad un certo punti ha iniziato a covare rabbia verso la sua terapeuta ?stavate affrontando qualche tema in particolare? Sicuramente è importante ricominciare una psicoterapia anche con una nuova terapeuta,l anno e mezzo della precedente psicoterapia non viene sprecato perché ha comunque maturato ed imparato cose di sé. Le mando un abbraccio Rossella Chiusolo
Buonasera. Credo possa essere molto importante valutare la possibilità di confrontarsi direttamente con la sua terapeuta, provando a condividere con lei in modo aperto e sincero ciò che pensa e sente rispetto alla terapia, approfondendo anche a voce, qualora lo ritenga opportuno, ciò che ha scritto attraverso la lettera che le ha consegnato. A mio avviso è un’occasione molto preziosa per almeno due ragioni: in primis per valutare in modo più chiaro se vorrà proseguire la terapia con la sua attuale terapeuta o se vorrà cambiare professionista, necessità quest’ultima che può certamente verificarsi in alcune circostanze ed alla quale è importante poter dar senso e significato; in secondo luogo per concedersi la possibilità di affrontare la chiusura verso gli altri che sta sperimentando, permettendosi un’esperienza di contatto e di confronto in uno spazio sicuro che è quello della terapia, luogo che resta sicuro anche quando ci si confronta su tematiche più difficili. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Il rapporto con il terapeuta è lo specchio del nostro rapportarsi in una relazione significativa. Sei in una fase molto importante! Sei consapevole e ci soffri. Ci soffri ma ne sei consapevole. E si innescano le "vecchie tracce" le vecchie modalità con cui affrontavi (o non affrontavi) i problemi, i dolori, le relazioni, la rabbia.

Cambiare terapeuta si può, ma la questione qui è un'altra, il problema non è buttare 1 anno e mezzo di lavoro: ti chiedo invece, cosa provi? Affetto? Sappi che lo prova anche lei, te lo assicuro, e ti aspetta a braccia aperte. Non importano errori, debolezze, o il non sentirsi all'altezza. Lei è lì per te, vai a prendertela.

Ti mando un abbraccio
Buongiorno,

è molto probabile che in questo momento stia cosi male anche perché all'interno della relazione terapeutica potrebbero esser emerse cose che per lei sono tutt'ora fonte di sofferenza. Ovviamente l'indicazione è quella di tornare dalla sua terapista non appena se la sentirà affinché possa riprendere il discorso da dove lo aveva interrotto ma allo stesso tempo valuterei insieme con quest'ultima la possibilità di affiancare alla psicoterapia un trattamento farmacologico qualora non lo stesse già facendo.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, se lei non si sentiva capita è giusto che abbia desiderato di andar via, è giusto cambiar terapeuta, non è uno spreco di tempo. Ha fatto bene a scrivere la lettera ma non si senta obbligata a fare altro se non lo desidera, sicuramente la sua terapeuta la accoglierebbe se desiderassi approfondire la situazione, ma va bene anche se lei proprio non se la sente più. I sensi di colpa sono come un semaforo che si accende quando una parte di noi dice che abbiamo fatto qualcosa che riteniamo sbagliata. Ma è sbagliato quello che lei ha fatto e come l'ha fatto? Secondo me no.
Salve, ritengo che quanto stia accadendo nel contesto della sua terapia, che è prima di tutto una relazione (seppur terapeutica), per quanto faticoso e doloroso, sia davvero un'occasione che forse inconsapevolmente si sta dando per entrare più nel vivo di alcune dinamiche che forse non riguardano solo il suo spazio terapeutico. Uno degli strumenti più potenti di ogni psicoterapia è infatti la relazione, proprio perchè tendiamo a mettere in atto dinamiche, modelli, vissuti, comportamenti che riguardano un altrove ma che, proprio grazie al fatto che si verificano anche li, abbiamo la possibilità di risignificarli ed elaborarsi in un ambiente protetto, con un altro significativo che sta li disposto ad occuparsene insieme a noi. L'invito che le posso fare è dunque quello di ricontattare la sua terapeuta, anche significasse in un primo momento andare lì senza trovare le parole. Sono certa che la collega riuscirà ad accompagnarla in questo, per quanto sia spaventata e non si senta pronta, credo forse la domanda che sta ponendo qui riguardi prima di tutto questo.. penso davvero sia un momento di crisi che può rilevarsi risolutivo di tante questioni più profonde che si porta dentro. Sfrutti quello spazio terapeutico soprattutto se diventa difficile, soprattutto se le ricorda dei modi in cui si è già sentita nelle sue relazioni significative, perchè sono questi, più di altri, più di quando "va tutto bene" a rivelarsi importanti momenti di svolta. Le auguro un buon proseguimento, un cordiale saluto
Buonasera, il rapporto con la terapeuta rispecchia elementi antichi di cui non si è consapevoli. È importante valutarli con chi la segue, quando se la sentirà e fosse pure per l'ultima volta nel caso in cui decidesse di cambiare professionista. Probabilmente avete affrontato alcuni punti importanti della sua storia e ciò ha creato una situazione di stallo da parte sua: capita e fa parte del percorso. Non si scoraggi, tutto ciò che questa relazione terapeutica le ha dato non svanisce.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, grazie per aver condiviso qui tanto di lei. La terapia è faticosa soprattutto in certi momenti in cui vengono fuori emozioni dolorose o che non ci piacciono. Lo spazio di terapia è senza dubbio prima uno spazio di relazione dove lei è libera di provare tutto anche nei confronti della terapeuta. La scelta di scrivere qui è credo sia quella di trovare un supporto e credo che qualsiasi sarà poi la sua decisione ci sia una grossa spinta nel chiedere aiuto e questo non è mai sbagliato. Può parlarne con la terapeuta ma anche decidere con lei se e come proseguire anche nell'ottica di un eventuale cambio di terapeuta.
Spero che questo spazio possa esserle stato utile.
Buonasera,
questo momento, che comprendo essere faticoso, e le emozioni difficili che sta affrontando sono probabilmente l'attualizzazione nel rapporto terapeutico di sue difficoltà relazionali che ha avuto bisogno di tirare fuori per imparare a gestirle. Per quanto difficile credo che sia un momento terapeutico tanto delicato quanto utile se si concederà di farsi aiutare dalla sua psicologa ad affrontarlo insieme. Vedrà che i sentimenti di rabbia possono non essere così distruttivi e le relazioni possono essere riparate, anche quando si mostra all'altro quello che si crede essere il peggio di sé.
Per quanto sia difficile credo che sia molto importante in questo momento riuscire ad affrontare questi vissuti insieme alla sua psicologa, poi deciderete insieme e liberamente come e se proseguire il percorso.
Le auguro il meglio!
Cari saluti
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Forse sta agendo cose passate. Interrompa il circolo vizioso in cui si trova e affronti la sua psicoterapeuta. Forse lei si trova ad una svolta e i peggioramenti durante una terapia sono da tenere in conto. Basta che vada e tutto le apparirà più chiaro. Non rifiuti l'aiuto di chi può e vuole darglielo.
Salve, per umore deflesso si intende una condizione per cui l'umore è giù, triste da non configurare, tuttavia, pienamente l'episodio depressivo (sono necessari anche altri criteri per questo). Immagino che se la diagnosi è orientata verso un disturbo di personalità e una deflessione del tono dell'umore, la collega ha individuato una instabilità dell'umore che oscilla tra due estremi e che in un momento particolare era più orientata verso il basso. Detto ciò, la frustrazione che lei vive nei confronti della sua terapeuta è indicativa di un più generale funzionamento nelle relazioni dovuto al fatto che quando non si sente compresa utilizza come "strategia" quella dell'allontanamento. Credo che "terapeuticamente" possa esserle utile parlarne con la sua terapeuta, "stare nell'imbarazzo e nella rabbia" affinchè si verifichi un cambiamento nel "copione". Utilizzi questo momento di impasse come momento trasformativo, non sprechi questa preziosa occasione. Le faccio un grande in bocca al lupo. Dott.ssa Simona Annunziata
Gentile utente, credo che le sta succedendo una cosa molto importante, che merita attenzione. Ha scritto una lettera sincera (finalmente), è accolta dalla sua terapeuta. Forse nelle sue esperienze non conosce questo tipo di relazione. Non è successo niente, qualcosa si muove nel suo percorso e potrebbero essere aspetti molto importanti della sua storia. Non si vergogni delle sue emozioni, sensazioni, sono preziose e sono le sue. Si tranquillizzi, ricerchi la sua terapeuta, vedrà andrà molto bene. Un cordiale saluto dott.ssa silvia Ragni

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