Buonasera a tutti, sono qui come ultima spiaggia per cercare di risolvere i miei problemi, spero mi

17 risposte
Buonasera a tutti, sono qui come ultima spiaggia per cercare di risolvere i miei problemi, spero mi possiate aiutare dandomi indicazioni su cosa fare e come agire perché davvero non ce la faccio più.
Bene parto raccontandovi del mio problema, da quando ho 14 anni soffro di attacchi di panico cominciati dopo il mio primo attacco d’asma sempre a 14 anni, all’inizio avevo sempre la sensazione di soffocare, di avere un nodo in gola e di non riuscire a respirare, non mangiavo più perché non riuscivo a deglutire e non andavo più a scuola, il motivo era chiaro, l’attacco d’asma mi aveva portato ad una paura incontrollabile di soffocare, con un bel po’ di aiuto tra psicologi e psichiatri a 17 anni ne sono uscito, dai 17 ai 22 anni ho avuto una vita felicissima e soprattutto normalissima senza nessun problema, purtroppo a 22 anni durante una serata in discoteca senza nessun segnale ne motivo ho cominciato a sentirmi irrequieto, avevo vampate di calore, sudavo e faticavo a respirare, in poco tempo ho sentito anche un forte dolore al petto e il battito cardiaco era impazzito, subito pensai di star per morire di infarto, la paura fu indescrivibile, da quel giorno la mia vita è cambiata radicalmente, ho cominciato ad avere sempre attacchi di tachicardia e dolori al petto, sono ricorso più e più volte all’aiuto dei vari pronto soccorso, che puntualmente non riscontravano nessuna anomalia al cuore e ogni volta mi rimandavano a casa con una diagnosi di ansia e panico, la paura cresceva ogni giorno di più, l’irrequietezza era ormai sempre con me e gli attacchi sempre con la frequenza giornaliera ( ci sono state volte in cui passavo per il pronto soccorso anche 3 volte al giorno ), comunque, sono ricorso a quasi tutti gli specialisti di psichiatria e psicoterapia ( ovviamente tutti privatamente ) di qualsiasi corrente di pensiero e di qualsiasi ramo sia di psichiatria che di psicologia, sono passato per 7 ricoveri in struttura psichiatrica, per 5 diagnosi diverse: disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo di panico, disturbo post traumatico e l’ultimo psicosi nas, ora ho 32 anni, ho ansia invalidante costante tutto il giorno tutti i giorni, attacchi di panico acuti e paura di avere un infarto da un momento all’altro, sono in cura con uno psichiatra e una psicologa da più di un anno, gli ennesimi e con terapia farmacologica ( anche lì ho provato di tutto ), non so più cosa fare, sono disperato e penso ormai anche di aver sviluppato un forte depressione, continuare a vivere così non riesco perché questo non è più vivere, se qualcuno ha qualche idea terapeutica con nuove tecniche me lo scriva per favore perché sono davvero arrivato al limite, grazie
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto

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Mi dispiace molto per la sua lunga vicenda di malesseri non ancora risolti. E' affidato a un collega e ha fatto benissimo ad affiancare alla psicoterapia un supporto farmacologico. Il tentativo di risponderle sovrapponendomi al lavoro di un collega, oltre all'aspetto non etico, le provocherebbe solo confusione. Ritengo come miglior suggerimento rinviarla alla sua psicologa ed affidarsi al suo lavoro con lei, proverei anche (o ritenterei se l'ha già fatto) con l'EMDR che per l'ansia è la strada più indicata.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Salve, sono totalmente d’accordo con la Dott.ssa Vecchiarini, credo che sia più opportuno per lei continuare a confrontarsi con il terapeuta che la segue (anche per una questione etica). Vedrà che starà meglio.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera. Concordo anche io con la dottoressa Vecchiarini. Per il buon esito di una psicoterapia meno fattori inquinanti ci sono meglio è. Capisco la sua enorme preoccupazione ma la cosa più saggia è continuare quanto sta facendo sia a livello psicoterapico, sia farmacologico. Altre soluzioni potrebbero solo portare confusione e ombre nel percorso che sta facendo. Spero riuscirà a stare bene il prima possibile. Saluti
Buonasera, immagino Le abbia già spiegato la collega che La segue come funzionano gli attacchi di panico, come diventa una "paura della paura" che quella sensazione che spaventa molto possa ripresentarsi. Un'ansia così importante col tempo facilmente porta anche al calo dell'umore per le difficoltà che vive. Se ci sono altri fattori, Lei accenna al disturbo ossessivo compulsivo e agli eventi traumatici, può essere necessario più tempo per avere dei miglioramenti. Non Le dico che ci vuole pazienza, perché immagino che non abbia voglia di pazientare e che invece senta il bisogno di risolvere in fretta e smettere di soffrire. Questo Suo desiderio è perfettamente comprensibile. Parli apertamente con la Sua psicologa, Le parli delle sensazioni che ha descritto qui, chieda a Lei degli strumenti. La conosce e questo le permette di valutare al meglio il da farsi. Non si arrenda. Le auguro il meglio. Dott.ssa Katarina Faggionato
Salve, porti queste sensazioni in Psicoterapia. Parlarne con il collega l'aiuterà a comprendere l'origine di tale problematiche e anche il modo più efficace per affrontarle. La scelta di affiancare alla psicoterapia un supporto farmacologico è stata una scelta corretta. Le auguro di risolvere quanto prima il suo malessere. Cordialmente Dr.ssa Olimpia Miraglia
Salve. Nei casi come il suo ci possono essere più concause, fisiologiche e psicologiche. Descrive che il tutto inizia con attacchi d'asma, associati a sensazioni da nodo in gola con difficoltà a degluire. Poi ne è uscito fuori con una ricaduta dopo un pó di anni con sintomatologie diverse e attacchi di panico. Nella mia esperienza con situazioni simili alla sua, un lavoro integrato di psicoterapia corporea bioenergetica associata ad esercizi di terapia miofunzionale, che è una riabilitazione deglutitoria, riesce a dare buoni risultati. Se volesse più informazioni, può contattarmi. Distinti saluti
Salve, da quello che leggo lei sta facendo tutto il possibile e sta proseguendo su questa strada. La sintomatologia che descrive è sicuramente molto forte e presente nelle sue giornate e per questo è molto importante l'aiuto farmacologico. Quello che le consiglio è affidarsi completamente agli specialisti che ha individuato, senza remore.
Dott.ssa Antonella Abate
Buona sera, purtroppo gli attacchi di panico derivano proprio dalla paura della paura. Quello che lei scrive è in linea con il pensiero che sta vivendo costantemente con la paura della paura dell'attacco di panico. Ovviamente oltre a questa indicazione si dovrebbe indagare il suo contesto, il sistema in cui è inserito e le sue relazioni. Ne parli comunque con la sua terapeuta, è importante che ci sia trasparenza nel rapporto con lei.
Sicuramente abbinare il farmaco alla psicoterapia è corretto in quanto il farmaco è una stampella che aiuta nella riuscita del percorso.
Comunque non guardi se stesso come un malato, ma come una persona.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Chiara De Battisti
Salve, dal suo messaggio si evince chiaramente la sua difficoltà. Io le consiglierei di ricostruire inannzitutto il suo travagliato percorso di cura, con ben 7 ricoveri in psichiatria e diverse terapia farmacologiche e psicologiche. Le direi di provare a ricostruire con un aiuto tecnico cosa secondo lei ha funzionato e cosa no e di provare ad andare oltre le diagnosi (tra l'altro le più disparate), per provare a comprendere la sua sofferenza e cosa rappresenti per lei. Per un eventuale aiuto sono a disposizione. buona giornata, dott.ssa Marina Montuori
Buonasera,
la cosa più corretta sarebbe confrontarsi con i professionisti, medici e psicologi che la stanno seguendo e capire come mai questa ansia non si abbassa. La psicoterapia cognitivo comportamentale, unita alla farmacologia difficilmente non porta nessun beneficio. Dopo tutti questi anni aver ancora queste paure e non saper gestire il panico, capisco benissimo come può sentirsi.
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Dopo anni di cure non è difficile trovarsi con meno motivazione quando non si sono ottenuti i risultati sperati. E uno stato depressivo di sfiducia potrebbe essere la conseguenza della sua travagliata storia clinica. Ne parli con i professionisti che la seguono, condividendo il dolore che prova. La psicoterapia è prima di tutto un incontro tra due persone, le tecniche hanno un'importanza relativa. In bocca al lupo
Buonasera, capisco il suo scoraggiamento dopo tanti anni di specialisti e diversi ricoveri. La chiave di volta forse sta nell'affidarsi agli specialisti che la stanno seguendo. Credo che nel suo caso abbinamento di trattamento farmacologico e psicoterapia siano necessari
Ma è fondamentale la sua fiducia verso le persone che stanno già cercando di aiutarla. Ci pensi, le auguro di risolvere al meglio le sue difficoltà.
Dr.ssa Claudia Felici
Gentile utente di mio dottore,

concordo con i colleghi, al fine di non inquinare la relazione terapeutica meglio non richiedere ulteriori pareri, potrebbero alimentare in lei una certa confusione. E' comprensibile la sua enorme preoccupazione ma la cosa più saggia è continuare quanto sta facendo sia a livello psicoterapico, sia farmacologico. Vedrà che con il tempo riiscirà a stare meglio.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Buongiorno,
Non deve essere stato facile per lei convivere con ansia costante e soprattutto per così tanto tempo.
Sarebbe interessante capire che tipo di percorsi psicologici ha fatto finora, nello specifico. Ha mai fatto una terapia familiare, ad esempio?
Tuttavia, si confronti con la sua terapeuta e cercate insieme una soluzione da attuare.
Rimango a disposizione,
AB
Buongiorno, condivido appieno quanto già scritto dal collega Ferrara. Cordiali saluti Dott.ssa Papi
Buonasera, comprendo quanto le sue difficoltà siano opprimenti e dolorose. In situazioni come la sua, la Terapia Breve Strategica potrebbe offrirle un percorso di aiuto focalizzato sull'affrontare in modo concreto e veloce i suoi sintomi. Il primo passo sarebbe lavorare sulla sua percezione degli attacchi di panico, non come un segno di pericolo imminente, ma come un fenomeno fisiologico e controllabile. In Terapia Breve Strategica si utilizzano tecniche di "reframing" per aiutare il paziente a cambiare il significato che attribuisce agli attacchi, riducendo la paura e l'intensità delle reazioni fisiche. L'approccio mira anche a rompere il ciclo di anticipazione dell'ansia, che alimenta la paura costante. Insieme a queste tecniche, potrebbe essere utile un lavoro sulle sue credenze limitanti riguardo alla salute, al cuore e alla paura di morire, aiutandola a ristrutturare le sue risposte emotive. Se non ha trovato ancora sollievo, potrebbe essere il momento di considerare un cambiamento nell'approccio terapeutico, affiancando alla psicoterapia tradizionale una modalità più focalizzata su soluzioni rapide e pratiche.

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