Buonasera a tutt*, sono una ragazza di 20 anni a cui è stato da poco diagnosticato un disturbo osse

19 risposte
Buonasera a tutt*,
sono una ragazza di 20 anni a cui è stato da poco diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC inerente principalmente la sessualità e la possibilità di fare del male a qualcuno). Questo disturbo mi accompagna da sempre, sin da quando ero molto piccola, ma negli ultimi tempi è aumentato in maniera esponenziale; ragion per cui ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia, che ora come ora mi sarebbe estremamente utile. Tuttavia mi è sorto un dubbio e desidererei che voi, in qualità di esperti, mi poteste chiarire un attimo le idee: per il trattamento del mio disturbo ho avuto modo di capire che i due approcci più indicati ed "efficaci" siano la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia breve strategica. Sulla base delle vostre conoscenze e su ciò che ho scritto, quale potrebbe essere, tra i due, l'approccio migliore, il più efficace? Sempre ammesso che ce ne sia uno. Vi ringrazio tantissimo per l'attenzione e vi auguro una buona serata
Gentile utente, mi dispiace sentire che sta affrontando questo momento difficile, ma è positivo che abbia preso la decisione di intraprendere un percorso di psicoterapia. Riguardo alla sua domanda sulla scelta tra la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia breve strategica, è importante sottolineare che entrambi gli approcci possono essere efficaci. La decisione dipenderà da vari fattori, tra cui le sue preferenze personali, la sua relazione con il terapeuta e la specificità del suo disturbo.

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) si concentra sulle connessioni tra pensieri, emozioni e comportamenti, offrendo strumenti pratici per affrontare e modificare schemi negativi. D'altra parte, la terapia breve strategica (TBS) si concentra sulla risoluzione rapida dei problemi, spesso attraverso l'identificazione e il cambiamento dei modelli comunicativi e di pensiero disfunzionali.
In generale, le consiglio di non sottovalutare nessun approccio psicoterapeutico, anche da affiancare ai suddetti per indagare le radici più profonde del suo disagio.
Un carissimo saluto, dott. Daniele D'Amico.
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Buongiorno, è dimostrato che, al di là del tipo di terapia che si sceglie, sono la relazione tra il terapeuta ed il paziente e soprattutto la motivazione del cliente a cambiare che fanno la differenza. Se lei è motivata e trova un terapeuta con cui si instaura un buon rapporto i risultati arriveranno.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, come ha già esposto gli approcci terapeutici più utilizzati nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo sono quello cognitivo comportamentale e appunto l’approccio breve strategico. Esiste una sostanziale differenza tra i due tipi di intervento: l’approccio cognitivo comportamentale, attraverso un processo di consapevolezza e sforzo volontario, guida il paziente ad imparare a combattere o gestire il disturbo. Potremmo riassumere che prima “spiega poi guida ad agire”. Per quanto riguarda l’approccio strategico invece, il terapeuta utilizza stratagemmi terapeutici che mirano a creare esperienze emozionali correttive nelle percezioni, per poi far acquisire la capacità di gestione. In questo caso possiamo riassumere il concetto dicendo che “prima fa agire poi spiega” partendo dal presupposto che, come diceva Pascal, chi si persuade da solo lo fa prima e meglio! L’apprendimento dal punto di vista strategico risulta, quindi, più forte se prima il paziente sperimenta la possibilità di gestire il problema attraverso eventi casuali pianificati dal terapeuta.
La scelta dipende dalla sua propensione o preferenza per una modalità o l'altra, in ogni caso, entrambe raggiungono, in tempi brevi, con strade diverse, lo stesso obiettivo. Mi soffermerei, forse, piu sulla scelta del terapeuta perchè la relazione con questo è un elemento importante per raggiungere dei risultati al di la del metodo usato... Resto a disposizione per ulteriori informazioni, un caro saluto Dott.ssa Demontis Anna Maria
Caro utente, entrambi gli approcci da lei citati sono assolutamente validi. Non esiste l'approccio perfetto poichè un importante pezzo della terapia poi è dato dalla relazione che si instaura tra lei ed il/la suo/a terapeuta. Si affidi al suo istinto nella scelta della figura che più la trasmette fiducia. In bocca a lupo Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, posso darle un contributo circa le modalità di intervento in terapia cognitivo comportamentale poiché si tratta del il mio orientamento di specializzazione.
Il DOC è un disturbo che viene trattato con una psicoterapia scandita in fasi di lavoro, e basata sulla presa di consapevolezza del significato del sintomo, della sua funzione per il paziente, e infine di ciò che questo comporta a livello di costi e benefici nel quotidiano. Dare voce al sintomo permette di individuare i vissuti da cui questo vuole proteggere il paziente, per poi trovare insieme modalità più efficaci attraverso cui gestire quelle emozioni spiacevoli, senza sentire la necessità di dover attuare una compulsione.
Resto disponibile per ulteriori dubbi o nel caso in cui volesse intraprendere un percorso di psicoterapia.
Un saluto
Dott. Giacomo Ginestrone
Buonasera, capisco la sua perplessità ed i suoi dubbi. Vorrei solo rassicurarla che ogni approccio è valido e funzionale e che la vera terapia si basa sull'alleanza terapeutica e dunque sulla relazione che si instaura tra terapeuta e paziente. Non esiste un approccio ad hoc e/o un approccio sbagliato. Si senta libera di scegliere in base alla persona che ha di fronte, alle sue sensazioni. Buona fortuna
cordiali saluti
Dott.ssa Federica Lucchetti
Salve, mi dispiace innanzitutto per la situazione che descrive perché posso comprendere quanto il doc sia un disturbo molto complesso e molto pesante per la vita ed il benessere della persona. Per quanto concerne l'approccio psicoterapeutico più valido, gli studi sembrano convergere verso quello cognitivo comportamentale tuttavia ci tengo a sottolineare che molto spesso l'elemento realmente fondamentale che possa predire un buon esito della terapia è dato dall'alleanza terapeutica che si viene a costituire tra paziente e terapeuta dunque, al di là degli approcci, ritengo sia importante che lei possa trovarsi in piena sintonia con il terapeuta che la seguirà. Tenga presente comunque che alla base del disturbo ossessivo compulsivo c'è il timore eccessivo della colpa per irresponsabilità, elemento cardine che mantiene in vita per la persona la necessità assoluta di dover raggiungere gli scopi di sicurezza e certezza, fattori che mantengono alta la sintomatologia.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, è fondamentale l'alleanza terapeutica che si instaura tra paziente e terapeuta; sicuramente ci sono approcci migliori di altri per determinati disturbi ma sicuramente non sarà l'orientamento terapeutico a predire i risultati del suo percorso. Se non l'ha già fatto, le consiglio di contattare anche uno psichiatra perché nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC), secondo i più recenti studi di Letteratura, l'approccio combinato (terapia psicologica e farmacologica), sembra dare risultati migliori e duraturi nel tempo, magari può parlarne con il suo-la sua terapeuta per vedere se è il caso di consultare anche uno psichiatra.
Le auguro il meglio.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno,
Sicuramente per il DOC sono efficaci sia la terapia cognitiva comportamentale sia la terapia breve strategica.
Non si può stabilire a prescindere quale sia a lei la più indicata. Si capisce solamente durante la psicoterapia.
Sono disponibile ad aiutarla
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buonasera, entrambi gli approcci sono molto efficaci. Mi orienterei quindi sulla scelta del terapeuta, una volta stabilito che entrambi funzionano allo stesso modo. Un saluto
Salve gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. In realtà non esiste una terapia per il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) che sia più efficace di un'altra. La cognitivo comportamentale come la terapia strategica breve possono sono terapie valide, non di meno lo può essere la terapia Bioenergetica o della Gestalt con le quali lavoro e ho aiutato già decine di persone nella stessa situazione. Come già scritto dai colleghi, la vera chiave è la qualità della relazione con il terapeuta Ela motivazione del paziente. Per ogni eventuale approfondimento non esiti a contattarmi anche on line, il primo colloquio è gratuito
Buongiorno, come già rilevato dai colleghi la qualità della relazione solitamente è l'elemento terapeutico più efficace tuttavia gli aspetti motivazionali del paziente direzionano la scelta del professionista: ad esempio l'affidarsi ad un approccio rispetto ad un altro perché un amico l'ha trovato eccezionale, piuttosto che l'affidarsi alla 'conoscenza' tramite piattaforme (...) o ancora se si vede il sintomo così intrusivo da volersene liberare quanto prima, ovvero il perché ed il come si sceglie il/la terapeuta che diventa 'mio'. La terapia cognitivo comportamentale e la strategica sono approcci tendenzialmente controattivi rispetto al sintomo e sono indubbiamente efficaci anche i tempi brevi.
Personalmente credo alla funzionalità e alla coerenza del sintomo pertanto l'intervento è diverso. Un caro saluto e le auguro di trovare ciò che cerca. A disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
Salve,
Penso che l'importante di una terapia è mettersi in discussione e lei sembra pronta.
Il miglior approccio sarà il professionista insieme a lei a cercare di capire quale possa essere.
Non c'è un miglior modo, anche perché ognuno di noi è unico.
La psiche però anche è una.
Con molti punti di vista.
Le auguro di osservare quello adatto a lei.
Se vuole ci sono anche online.
Dott. Salvucci Matteo
Buonasera, se posso permettermi le consiglierei di scegliere il terapeuta, piuttosto che l'approccio. La terapia è un incontro tra persone, ed è fondamentale la relazione con l'altro.
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Gentilissima, come altri colleghi le hanno già giustamente segnalato, la inviterei a concentrarsi poco sulla ricerca della terpia "perfetta" per la sua problematica, quanto più invece a dare importanza alla relazione terapeutica che si instaurerà tra lei e il suo futuro terapeuta. È stato infatti provato che non esistono terapie migliori di altre, ma che l'efficacia della terapia risulta maggiore quando si instaura una buona alleanza terapeutica. Di approcci terapeutici ne esistono molti, può intanto informarsi e provare: sono certa che saprà ascoltare e riconoscere la relazione in cui si sentirà a suo agio e sicura per poter lavorare attivamente su sé stessa come desidera. Le auguro buona fortuna e resto a disposizione per qualsiasi necessità o chiarimento. Un caro saluto
Gentile utente, mi spiace deludere la sua comprensibile esigenza di perfezione ma per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo non esiste una terapia "giusta". La letteratura ne indica alcune perché da studi è emerso siano risultate efficaci, ciò non esclude che altre tipologie non siano altrettanto terapeutiche. Sa cosa esiste? Lei e il suo disturbo, e siete unici. Troverà la terapia giusta con il/la collega con cui stringerà una buona alleanza terapeutica e lavorando con la/il quale riuscirà ad ascoltare e risolvere il suo disturbo. Le auguro il meglio e resto a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione. Dott.ssa Anastasia Giangrande
Gentilissima, è davvero importante che abbia deciso di dedicarsi uno spazio per gestire le difficoltà con cui sta convivendo da molto tempo e che devono davvero averla messa a dura prova, con continui adattamenti e compromessi. Per quanto in letteratura potrà trovare evidenze connesse a determinati approcci, gli elementi nucleari di una buona psicoterapia risiedono nella motivazione al cambiamento, nella consapevolezza di sé e del proprio disagio e nell'alleanza terapeutica che viene a crearsi tra psicoterapeuta e paziente. E' opportuno che la scelta si orienti, inizialmente, sulla base dell'istinto e dell'intuizione di quella figura che può maggiormente rassicurarla e fare al caso suo, seppur su un piano immaginario, oppure sulla base di un suggerimento fornito da una persona fidata, laddove ne abbia possibilità. Per ulteriori necessità sono a sua disposizione, un caro saluto. MP
Buongiorno, i due approcci di psicoterapia da lei citati sono entrambi validi ma le consiglio di scegliere in base all'incontro con il suo terapeuta. La relazione con quest'ultimo è fondamentale per una buona riuscita della terapia, segua le sue sensazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elisabetta Paviglianiti
Buona sera. Possiamo dire che entrambi gli approcci portano una rilevante efficacia nei risultati ottenuti. Tuttavia una buona relazione terapeutica è quella che molto spesso fa funzionare un trattamento. Innanzi tutto deve essere lei a trovarsi bene col suo terapeuta indipendentemente dal suo approccio. Poi in quanto cognitivo-comportamentale potrei consigliarle questo tipo di approccio che non sarà forse breve come l'altro ma mira ad un raggiungimento degli obbiettivi più a lungo termine, passando prima per quelli a breve e medio termine che le permetteranno di riprendere in mano la sua quotidianità.
Spero di esserle stato d'aiuto e le auguro una buona serata. Restando a sua disposizione nel caso voglia approfondire.

AG

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