Buonasera, a mio marito piace bere, soprattutto il vino, lo tollera abbastanza in quanto beve da una

11 risposte
Buonasera, a mio marito piace bere, soprattutto il vino, lo tollera abbastanza in quanto beve da una vita, se capita che andiamo a mangiare fuori al ristorante con bevande incluse o a casa di amici o cerimonie ecc lui esagera e diventa brillo, assume un atteggiamento infantile e poco responsabile e così litighiamo, a volte per fortuna si regola altre volte no. Non ammette che è alcolista quindi non si fa aiutare, se glielo faccio presente lui si arrabbia. Credo che il bere troppo nel tempo gli abbia provocato bipolarismo, schizzofrenia ansia e molto altro, cose che lui non ammette di avere. Ho paura che la sua salute mentale peggiori e che gli venga anche quella fisica. Solo dopo 24 anni di matrimonio inizio a dare colpa al vino, prima credevo che i suoi comportamenti bipolari fossero dovuti al carattere e alle difficoltà che ha dovuto superare da ragazzino sino ad oggi, ma dopo oggi mi viene il dibbio che sia colpa del vino. Abbiamo bisticciato (è andato via di casa, sta dormendo in macchina stanotte) perchè io, al ristorante,gli ho tolto il vino e i digestivi davanti perchè stava esagerando e poi ovviamente sono usciti fuori tutti gli altri problemi che abbiamo.Non so davvero cosa fare.
Gentilissima signora, capisco la sua sofferenza e il senso di impotenza. Chi è dipendente, in questo caso dall'alcol, non si rende conto di esserlo e attribuisce la colpa a fattori esterni. Lei ha capito ma non riesce a convincere il suo partner a farsi curare, forse gli eventi di questo ultimo periodo potrebberlo metterlo nelle condizioni di maggiore consapevolezza. Di solito situazioni precarie e di indigenza sbloccano e orientano verso la scelta di voler vivere. Non si senta in colpa per ciò che non può fare, suo marito deve prendere consapevolezza di avere un problema e accettare di farsi curare. Buone cose

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Buonasera signora, può intanto chiedere aiuto per sé stessa, per affrontare questa situazione sicuramente non facile, imparare a comunicare con suo marito e imparare a leggere i suoi comportamenti.
Può così aiutare sé stessa, e lui
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Salve,
Consiglio di contattare uno psicologo per capire come affrontare la situazione al meglio.
In seconda battuta, quando le acque saranno più calme, un nutrizionista per migliorare la situazione del marito e depurare l'organismo.
Saluti,
Dott Stefano Carrara
Biologo nutrizionista e massaggi per il benessere
Cavenago di brianza e Rho
Anche online
Il mio consiglio sarebbe di suggerire alla moglie di far trovare al marito un aiuto professionale per l'alcolismo. È fondamentale cercare un professionista specializzato nelle dipendenze, come ad esempio un terapeuta formato a trattare L’alcolismo, che potrebbe fornire consulenza e suggerimenti per aiutare il marito a gestire la dipendenza. Inoltre, lei, singolarmente, potrebbe lavorare con la moglie per aiutarla a comprendere le cause sottostanti del suo timore per la salute del marito e offrire supporto emotivo durante questo momento difficile.
Buongiorno, mi dispiace ma consiglio di seguire un sert, a mio avviso privato (di solito è gratuito) oppure di iniziare una terapia rivolta alla soluzione delle dipendenze come EMI o EMDR. Trovo più efficace in questo caso l'approccio EMI integrato con stimolo avversivi rispetto all'assunzione di bevande alcoliche.
Tanti auguri, Omar
Buongiorno Signora, capisco il suo senso di frustrazione e impotenza. Nella domanda parla principalmente di suo marito e io mi sono chiesta quanto la preoccupazione per lui prende spazio nella sua vita? Probabilmente troppo. Le consiglio quindi in primo luogo di rimettere se stessa al centro della sua vita e di chiedere l'aiuto di uno psicoterapeuta per fare un percorso individuale che l'aiuti a trovare nuove risorse per affrontare questa situazione sicuramente dolorosa. Per quanto riguarda suo marito ha sicuramente bisogno di un aiuto, ma se lui non acquisisce consapevolezza di avere un problema e non decide di farsi aiutare difficilmente i suoi tentativi saranno efficaci. Lei non può guarirlo purtroppo, può accompagnarlo nella presa di consapevolezza, ma non si faccia divorare da questo compito. Può chiedere aiuto al SerD per questo e lasciare però che suo marito scelga per se stesso.
In bocca al lupo
Dott.ssa Rossana Meloni
Gentile signora, è comprensibile il suo senso di confusione e disperazione. Deve capire però che se suo marito non si mette nella posizione di ammettere di avere un problema e chiedere aiuto, potrà fare ben poco per lui. Può fare invece molto per se stessa, Spesso i familiari dei dipendenti preoccupandosi a tempo pieno del proprio caro, dimenticano di prendersi cura di sè, andando in sofferenza. Tornare a focalizzarsi su Sè stessa, ritrovare la propria persona e il proprio equilibrio, non solo le permette di stare meglio ma paradossalmente può essere di aiuto all'altro. Tutte le persone con una dipendenza hanno difficoltà a percepire i propri confini. Rimarcando i suoi, può aiutarlo a capire cosa è non-Sè e cosa è Sè.
Per lei può essere di aiuto individuare uno psicoterapeuta che la faccia ritrovare, per lui una volta che chiede aiuto, può rivolgersi al SerD territoriale, uno psicoterapeuta e cercare i gruppi di auto aiuto Alcolisti Anonimi nella sua zona.
Buon lavoro.
Dott. Luigi Giorgetti
Gentile signora, le consiglio di parlarne con il medico di famiglia, una figura che di solito può indicarvi i passi migliori da fare nel vostro territorio per essere supportati ed aiutati.
Cordiali saluti,
Dr. Francesco della Gatta
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Buongiorno, comprendo quanto possa essere difficile gestire questa situazione, soprattutto perché quando ci si trova di fronte ad una dipendenza spesso è difficile riconoscere di aver bisogno di aiuto. Finché suo marito non prenderà consapevolezza di ciò, purtroppo sarà difficile fornirgli un aiuto concreto. Provi a parlargli in un momento di tranquillità, facendogli comprendere che il suo intento non è accusarlo, ma aiutarlo. Insieme potreste rivolgervi al vostro medico di base che sicuramente potrà indicarvi il centro più idoneo nel vostro territorio. Non trascuri neanche sé stessa...se ne sente il bisogno intraprenda un percorso psicologico per imparare a gestire le sue emozioni che immagino saranno tante e difficili in un momento come questo. In bocca al lupo, le auguro il meglio. Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
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Gentile signora. Le dipendenze, definite come ogni attività che si continua a fare anche se fa male (alcol, fumo, droga, shopping, sesso, lavoro, etc), sono la conseguenza di traumi in tenera età - come lei descrive, suo marito ha avuto un'infanzia difficile. Il dolore emotivo causato da abusi, violenza, abbandono, diventa gestibile solo con l'aiuto di queste "soluzioni" non-funzionali. Solo i professionisti specializzati in trauma potrebbero aiutare la comprensione e l'elaborazione del trauma evolutivo. Consiglierei di iniziare con un percorso di terapia di coppia, utile a entrambi per prendere consapevolezza dei disagi che il comportamento di ognuno ha sull'altro e possibili modi per migliorare la comprensione reciproca.

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