Buona sera, vorrei un parere in merito alla mia situazione di due calcoli di piccolissime dimension
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Buona sera,
vorrei un parere in merito alla mia situazione di due calcoli di piccolissime dimensioni ed in numero assai maggiore, di frammenti non calcificati.
Sono una donna di 45 anni. Da un anno sono in cura con acido ursodesossicolico ed una dieta bilanciata e povera di grassi ed in questo lasso di tempo non ho più avuto sintomi.
La penultima ecografia mostrava una situazione invariata.
L'ultima ecografia invece dimostra che la situazione è migliorata. La quantità di calcoli non calcificati è diminuita.
Al fine di comprendere la situazione mi è indispensabile specificare che non sono stata drastica nella dieta. Infatti ho sempre continuato a bere vino nei weekend (non solo 1 bicchiere) , uso l'olio extravergine d'oliva senza troppi pensieri ed ammetto anche di aver ceduto ad un po' di fritto... In compenso faccio molto più sport.
Ciò premesso, il chirurgo informato di tutto quanto sopra mi consiglia comunque di operarmi per via delle dimensioni e quantità. Di toglierla. Spiegandomi tutte le conseguenze al non intervenire in questo senso e porgendomi un documento informativo completo. Su tale documento leggo che tra le procedure non chirurgiche è presente la rimozione per via endoscopica. Alla mia domanda di tale intervento non invasivo mi risponde che non è possibile farlo senza fornirmi ulteriori delucidazioni.
I miei quesiti riguardano quanto segue.
Visto il miglioramento e la mancanza di sintomi, non sarebbe il caso di tentare con il proseguimento della cura e monitoraggio? Magari con ancor più cura da parte mia sull'alimentazione...
Perché non è possibile sottoporsi ad un intervento non invasivo come la rimozione per via endoscopica? È molto più sicuro e conservativo.
A quest'ultima affermazione voglio precisare che durante quest'anno mi è capitato di conoscere diverse persone che, ad anni dall'operazione di asportazione, lamentano problemi e disagi nella digestione, dolori assimilabili ad una colica e persino problemi alle vie biliari. Per cui chiedo la cortesia di evitare di rassicurarmi con i numeri perché, sul lungo termine, non ci sono studi approfonditi.
Ringrazio per l'attenzione.
vorrei un parere in merito alla mia situazione di due calcoli di piccolissime dimensioni ed in numero assai maggiore, di frammenti non calcificati.
Sono una donna di 45 anni. Da un anno sono in cura con acido ursodesossicolico ed una dieta bilanciata e povera di grassi ed in questo lasso di tempo non ho più avuto sintomi.
La penultima ecografia mostrava una situazione invariata.
L'ultima ecografia invece dimostra che la situazione è migliorata. La quantità di calcoli non calcificati è diminuita.
Al fine di comprendere la situazione mi è indispensabile specificare che non sono stata drastica nella dieta. Infatti ho sempre continuato a bere vino nei weekend (non solo 1 bicchiere) , uso l'olio extravergine d'oliva senza troppi pensieri ed ammetto anche di aver ceduto ad un po' di fritto... In compenso faccio molto più sport.
Ciò premesso, il chirurgo informato di tutto quanto sopra mi consiglia comunque di operarmi per via delle dimensioni e quantità. Di toglierla. Spiegandomi tutte le conseguenze al non intervenire in questo senso e porgendomi un documento informativo completo. Su tale documento leggo che tra le procedure non chirurgiche è presente la rimozione per via endoscopica. Alla mia domanda di tale intervento non invasivo mi risponde che non è possibile farlo senza fornirmi ulteriori delucidazioni.
I miei quesiti riguardano quanto segue.
Visto il miglioramento e la mancanza di sintomi, non sarebbe il caso di tentare con il proseguimento della cura e monitoraggio? Magari con ancor più cura da parte mia sull'alimentazione...
Perché non è possibile sottoporsi ad un intervento non invasivo come la rimozione per via endoscopica? È molto più sicuro e conservativo.
A quest'ultima affermazione voglio precisare che durante quest'anno mi è capitato di conoscere diverse persone che, ad anni dall'operazione di asportazione, lamentano problemi e disagi nella digestione, dolori assimilabili ad una colica e persino problemi alle vie biliari. Per cui chiedo la cortesia di evitare di rassicurarmi con i numeri perché, sul lungo termine, non ci sono studi approfonditi.
Ringrazio per l'attenzione.
Proseguire una terapia non serve a nulla... i calcoli calcificati non si ridurranno e non si solubilizzeranno... quindi il problema rimane ed inoltre è una colecisti disfunzionante e certamente con fattori infiammatori. Inoltre qualcuno dei calcoli più piccoli rischia di essere espulso nel coledoco e di occludere la papilla di Vater con conseguente pancreatite acuta... non mi sembra per nulla il caso di correre tali rischi. Ovviamente prima della colecistectomia è indispensabile verificare lo stato del coledoco e della papilla di Vater, cosa fattibile o per via endoscopica o con colangiografia discendente in TAC. Ove il coledoco sia in ordine si potrà procedere alla sola colecistectomia (se farla a cielo aperto o per via laparoscopica deve essere valutato dal chirurgo che deciderà in base alle condizioni oggettiva). Certo non si può fare per via gastro-duodenoscopica (forse è questo che lei intende per via endoscopica). Ovvio che poi in ognni caso lo stile alimentare e lo stato fisico vadano rimessi in ordine e in equilibrio, altrimenti si incorre nelle sitomatologie che lei cita post-operatorie.
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