Buona sera sono una ragazza di 38 anni ho problemi spesso di nevrosi l'anno scorso mi sono iscritta

17 risposte
Buona sera sono una ragazza di 38 anni ho problemi spesso di nevrosi l'anno scorso mi sono iscritta a un corso di operatore socio sanitario ad ottobre ma già adesso a febbraio ho difficoltà a concentrarmi a studiare e già mi sento impanicata di rimanere indietro, mi odio sento tanta rabbia dentro, perchè nonostante sto facendo una psicoterapia da maggio si mi ha aiutato a prendere coraggio a fare cose a non stare ferma ma alla fine io mi sento sempre che sono sola. E' come mi percepisco io rispetto al mondo. se io mi sento un verme come in colpa di aver fatto qualcosa che non ho fatto, come faccio a vivere nel mondo del lavoro? e l'anno scorso ho avuto un crollo perchè non avevo il medicinale giusto adesso prendo Citalopram mi aveva detto il medico che i pensieri ossessivi ce ne avrei avuti di meno eh insomma si sono stata bene diciamo da ottobre fino a gennaio ma adesso il problema sono i pensieri. io non riesco a gestirli. Sono anche arrabbiata con la psicoterapeuta. io non voglio stare così ritorna la mia parte bambina. Lei dice che non devo pensare ma fare, e che io oscillo tra il chiedere una mano di aiuto e poi come se gli do uno schiaffo perchè poi voglio la mia indipendenza oscillo tra bisogno e indipendenza. io non so se esiste qualche medico che le ha vissute queste cose così da potermi aiutare. Vorrei solo sparire nel letto non essere vista perchè si vede che aggrotto la fronte . poi divento più sensibile che i giovani sono più spigliati disinvolti. io ho paura di diventare una di quelle persone acide e sole, che vengono allontanate da tutti... e vorrei tanto fregarmene di quello che pensa la gente. pure una minima cavolata mi manda in crisi. ma come faccio ancora a vivere io non me lo capacito. Ho infatti dolori al collo perchè mi irrigidisco. Io prego Dio che me ne liberi, ma non lo so se Dio mi può aiutare perchè forse neanche io so quello che voglio...
Gentile utente, forse bisogna partire dagli aiuti che ha già richiesto. Come mai non può parlare della sua rabbia con la sua terapeuta? Se ho ben inteso sta assumendo dei farmaci che forse andrebbero rivisti, provi a riparlarne con lo psichiatra. Mi pare stia perdendo la speranza di stare meglio, sebbene ci sio stati dei periodi di miglioramento. Per qualche ragione non riesce ad acquisirli e si riattiva la stessa problematica non appena approccia al futuro. Non si risparmi e parli della sua rabbia con la sua psicoterapeuta per poterla affrontare insieme e capire bene che cosa rappresenta. Cordialmente, Giada di veorli

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Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che sta vivendo e che condivide con noi in questo spazio. Sembra sperimenti molto sentimenti spiacevoli in questo momento, la rabbia, il senso di colpa, la paura, l’odio e la solitudine, vissuti che diventano un ostacolo rispetto al proprio benessere. Il mio suggerimento è quello di condividere in modo aperto e sincero tutti i propri sentimenti all’interno del suo spazio terapeutico, compresi quelli che prova per la sua terapeuta, confrontandosi direttamente con lei per valutare quali siano le direzioni migliori per promuovere il proprio benessere. Inoltre, è importante considerare che la terapia richiede un tempo che varia a seconda di alcune variabili, tra le quali sono significative la specificità di ogni persona e le sue particolari necessità, ed a mio avviso può essere importante dar valore anche a questo aspetto temporale all’interno del proprio percorso di crescita e cambiamento. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con noi professionisti i suoi vissuti spiacevoli e pensieri. È importante proseguire con la sua richiesta di aiuto posta alla psicoterapeuta e allo psichiatra che la segue farmacologicamente. Questo momento di dubbi e crisi lo comunichi ai suoi curanti per trovare insieme a loro le risposte più adatte ai suoi bisogni in un momento di cambiamento e impegno, come la formazione intrapresa. Cordiali saluti. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentile utente, dispiace sempre leggere di una sofferenza così profonda. Mi pare che il nodo centrale sia il senso di rifiuto, il senso di non sentire un posto adeguato per sé stessa nel mondo. Credo però che lavorarci, come sta facendo, ed occuparsene sia la cura. Penso che i suoi vissuti possano essere accolti, compresi e supportati. I cambiamenti non sono lineari e i momenti bui possono, gradualmente, diventare ricordi sbiaditi. Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
i disturbi d’ansia solitamente vengono curati con successo attraverso l’ausilio integrato di farmaco terapia e psicoterapia. Continui il suo percorso di psicoterapia e si confronti con la collega anche su queste sue difficoltà esprimendo a pieno la sua rabbia. Sarebbe un importante spunto di riflessione da cui ripartire.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Amica,

coraggio! già vede i primi effetti della terapia già si vedono! occorre sempre ricordare di giudicare il nostro percorso dal punto di partenza e non solo da quanto manca all'arrivo.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, è ottimo che lei abbia iniziato un percorso di psicoterapia. Si dia il tempo: il suo vissuto necessita e merita di uno spazio in cui essere compreso e risolto. Un saluto
Buonasera si deve dare tempo,ognuno ha i suoi tempi e lo stesso vale anche per la psicoterapia. L importante è che si affida allo psichiatra per i farmaci e alla sua psicoterapeuta per la terapia. Vissuti di rabbia possono capitare,né parli con la sua psicoterapeuta sicuramente è ottimo materiale per lavorare su di sé. Deve trovare il suo modo di occupare spazio nel mondo,ora le sembra di oscillare tra bisogno infantile di dipendenza e quello di autonomia,vedrà che troverà il suo modo di stare. Le auguro in bocca al lupo,Rossella Chiusolo
Buongiorno, cerchi di affidarsi un pò di più alla terapia e meno a Dio che di sicuro non ha tempo per queste cose. La sua terapeuta invece si, dovrebbe. A volte senza accorgercene ci difendiamo dalla terapia perchè cambiare è più faticoso che stare male, si chiamano resistenze al cambiamento.
Ciao e grazie per questa delicata e sentita condivisione mi spiace per questo male di vivere che ti porti dentro ma credo che una delle prime cose da fare a mio avviso è esplorare veramente in modo più autentico possibile e con tutto il tempo che necessiti per starci dentro tutti questi sentimenti di rabbia ,frustrazione senso di nullità con la collega che ti segue e con cui stai facendo questo delicato percorso dentro di te.
Quello che ti auguro veramente di cuore e che credo e vedo essere molto difficile per tutti è poterlo fare ma con molta molta amorevolezza nei tuoi confronti in primis ,poiché mi sembra che prima di parlare tout court con la terapeuta e/o con lo psichiatra tu debba accettarti ora con quello che hai e con quello che ora sei; facendolo ripeto con molta amorevolezza, anzi ti suggerirei di iniziare proprio da qui. Buona riflessione
Cara utente, mi dispiace per quello che sta attraversando. Dalle sue parole sento una forte sofferenza rispetto alle aspettative verso il suo benessere, giudizio per il suo attuale stato e tanta autocritica verso di sè, che poi sente ricevere anche da chi la circonda. La rabbia, come dice, probabilmente viene da quella sua parte bambina che desidera essere ascoltata, ma che invece riceve rimproveri, anche da se stessa, rispetto la sua frustrazione, e questo probabilmente la fa sentire sola nel suo dolore. Quello che le suggerisco di fare è di provare ancora e ancora, insieme alla sua terapeuta, ad ascoltare questa parte. Penso sia molto utile anche l'immagine che la sua professionista le ha dato rispetto al respingere chi cerca di aiutarla...l'autonomia è un traguardo che va raggiunto piano piano, ma allo stesso tempo fidarsi ed affidarsi non è semplice! Continui a condividere in modo aperto e sincero tutti i suoi sentimenti all’interno del suo spazio terapeutico, cercando quanto più possibile di ascoltare quella piccola bambina arrabbiata. Per quanto le sembra già tanto il lavoro fatto, e senta la fretta/necessità di star bene, tutto ciò che riguarda il cammino verso il proprio benessere è una strada lunga, non sempre dritta...ma una volta che arriverà al suo traguardo, guarderà indietro con leggerezza nel cuore a tutto ciò che fino a quel momento ha fatto. Le auguro un buon cammino.
Cara utente, mi dispiace, colgo dalle sue parole una profonda sofferenza e tanti pensieri confusi che si aggrovigliano senza si ha la possibilità di poterne tirare uno alla volta e fare ordine. Mi chiedo come mai non sente di poter condividere la sua angoscia e disperazione con la terapeuta e con il medico che la segue. Colgo inoltre, che la sua parte bambina è anche quella che in noi tutti, è più bisognosa di ascolto e che, dunque, chiede di emergere e di essere accolta e ascoltata. Forse più che sul fare, è importante potersi concedere un tempo nel quale soffermarsi su questo suo vissuto di sofferenza e di sfiducia, nel tentativo di dare ascolto anche ai sensi di colpa e di condanna che si rivolge e cercare di comprendere il come e il perchè di tutto ciò che sta vivendo. Spero che riesca a condividere ciò che sente in modo aperto e sincero con i suoi curanti.
Un caro saluto, Dott.ssa Fariello.
Prima di tutto, voglio dirti che sei coraggiosa per aver condiviso i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni. È normale sentirsi confusi e sopraffatti di fronte a situazioni difficili, e il tuo desiderio di cercare aiuto e sostegno è tangibile.

Mi dispiace molto sentire che stai attraversando un periodo così difficile, soprattutto considerando il corso di operatore socio-sanitario che hai intrapreso. È comprensibile che ti senta sovraccarica e ansiosa di rimanere indietro negli studi, soprattutto quando lottavi già con i tuoi problemi personali.

È importante riconoscere che prendersi cura di se stessi è una priorità. La tua salute mentale è fondamentale e non dovresti mai sentirti in colpa per dover fare dei passi indietro per occuparti di te stessa. Continua a seguire la terapia e lavora con la tua psicoterapeuta per esplorare i tuoi pensieri e sentimenti in modo più profondo. Non è facile, ma è un passo importante verso il tuo benessere emotivo.

Riguardo al Citalopram, è comune sperimentare alti e bassi mentre si regola la dose o si cambiano i farmaci. Se i pensieri ossessivi persistono o si intensificano, è importante parlarne con il tuo medico per valutare se ci sono opzioni diverse o aggiuntive che potrebbero essere più adatte per te.

Capisco che la tua relazione con la tua psicoterapeuta possa essere complicata e che possa esserti difficile accettare i suoi consigli. Tuttavia, è importante ricordare che la terapia è un processo collaborativo e dovresti sentirsi libera di esprimere le tue preoccupazioni e le tue opinioni durante le sessioni.

Infine, è normale desiderare di essere liberi dalle preoccupazioni e dal giudizio degli altri, ma è anche importante ricordare che ciò che conta davvero è il tuo benessere e la tua felicità. Cerca di concentrarti su ciò che ti fa sentire bene e cerca piccoli modi per prenderti cura di te stessa ogni giorno. L'impegnarsi a fare cose concrete è sempre una buona cura.

Mille auguri. A.D.

Penso che lei abbia bisogno di prendersi cura di se stessa come sta facendo e che nella sua situazione si possa considerare un traguardo riuscire a fidarsi degli altri e soprattutto della sua psicoterapeuta. Continui il suo percorso e cerchi di sopportare il dolore che in questo momento sta provando. Un caro saluto.
Buongiorno,
capisco che stia affrontando un periodo molto difficile. Vorrei proporle di considerare l'opzione di intraprendere una terapia breve strategica con uno psicologo specializzato in disturbi nevrotici. Questo tipo di terapia potrebbe aiutarla a gestire i suoi pensieri ossessivi e a trovare strategie pratiche per affrontare le sue difficoltà emotive e relazionali.

È importante che lei si senta compresa e supportata durante questo percorso. Parli apertamente con il suo attuale terapeuta riguardo alle sue preoccupazioni e alle sue necessità, e se necessario, valuti la possibilità di cercare un professionista che possa offrirle un supporto più adatto alle sue esigenze.

Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti. Cordiali saluti.
Buonasera, ho già risposto ad una sua lettera precedente

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