Buona sera! Io sono stata operata a fine ottobre 2018 di un ernia al disco L5 s1. Dopo neanche sei m
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Buona sera! Io sono stata operata a fine ottobre 2018 di un ernia al disco L5 s1. Dopo neanche sei mesi ho una recidiva nello stesso punto. Il mio medico ha detto che è da reoperare è visto la recidiva così presto mi devono mettere dei cuscinetti tra le vertebre per evitare la recidiva. Domanda, visto che c'era questa probabilità perché non hanno fatto questa procedura quando mi hanno operato a ottobre?
Per rispondere a ragion veduta alla sua domanda bisognerebbe esaminare la documentazione radiologica e metterla in correlazione sia con quella precedente l'intervento sia con il suo quadro clinico
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Chiunque si occupi veramente di chirurgia sa bene che l’ernia discale, anche correttamente operata, può recidivare.
La trattazione del perché questo possa avvenire, probabilmente, esula dagli scopi di questo “sito”.
Secondo alcuni, non solo per questo, può essere giustificato (il principio di giustificazione è un concetto che attiene al motivo per il quale è corretto, o giustificato per l’appunto, fare ad una persona qualcosa di pericoloso, o qualcosa di più pericoloso di un’altra) considerare l’artrodesi d’acchito nel trattamento chirurgico delle ernie discali.
Sebbene io sia uno di quelli che la pensano così, e sebbene alle volte io sia impegnato nel trattamento di revisione delle recidive vere di ernie del disco già correttamente operate, non posso non considerare che, in tutte le scelte che si fanno curando un paziente, e cercando di farlo al meglio possibile, non sempre si riesce a centrare l’obiettivo.
Questo dipende da un fattore che alle volte sfugge a chi, sebbene laureato in medicina e chirurgia, non fa il chirurgo e che è una cosa semplicissima: la chirurgia non è una scienza (le mancano tutti i presupposti così come li definì Cartesio qualche secolo fa) ma è una pratica empirica esercitata dai chirurghi partendo dal loro interesse a curare la gente, usando la loro cultura, la loro esperienza e facendosi aiutare dal buon senso e dal confronto diretto e indiretto con gli altri che fanno la stessa cosa.
L’unica cosa che c’è di scientifico in medicina e chirurgia è la statistica che, oltre a essere esatta fino ad un certo punto, non vale nulla sul caso singolo.
Se il chirurgo che l’ha operata le è sembrato degno di fiducia, si affidi nuovamente a lui perché, probabilmente, le farà la cosa giusta.
La trattazione del perché questo possa avvenire, probabilmente, esula dagli scopi di questo “sito”.
Secondo alcuni, non solo per questo, può essere giustificato (il principio di giustificazione è un concetto che attiene al motivo per il quale è corretto, o giustificato per l’appunto, fare ad una persona qualcosa di pericoloso, o qualcosa di più pericoloso di un’altra) considerare l’artrodesi d’acchito nel trattamento chirurgico delle ernie discali.
Sebbene io sia uno di quelli che la pensano così, e sebbene alle volte io sia impegnato nel trattamento di revisione delle recidive vere di ernie del disco già correttamente operate, non posso non considerare che, in tutte le scelte che si fanno curando un paziente, e cercando di farlo al meglio possibile, non sempre si riesce a centrare l’obiettivo.
Questo dipende da un fattore che alle volte sfugge a chi, sebbene laureato in medicina e chirurgia, non fa il chirurgo e che è una cosa semplicissima: la chirurgia non è una scienza (le mancano tutti i presupposti così come li definì Cartesio qualche secolo fa) ma è una pratica empirica esercitata dai chirurghi partendo dal loro interesse a curare la gente, usando la loro cultura, la loro esperienza e facendosi aiutare dal buon senso e dal confronto diretto e indiretto con gli altri che fanno la stessa cosa.
L’unica cosa che c’è di scientifico in medicina e chirurgia è la statistica che, oltre a essere esatta fino ad un certo punto, non vale nulla sul caso singolo.
Se il chirurgo che l’ha operata le è sembrato degno di fiducia, si affidi nuovamente a lui perché, probabilmente, le farà la cosa giusta.
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