Buona sera Dottori , le scrivo per sentire un voistro importante parere sulle mie condizioni. Circa

21 risposte
Buona sera Dottori , le scrivo per sentire un voistro importante parere sulle mie condizioni. Circa un anno fa , mi sono sentito strano ,stravolto, come se vedessi tutto dall'esterno , ho fatto vari esami , tutte le visite del caso , poi ad Agosto mi sono rivolto ad uno psicologo , che mi ha molto tranquilizzato , spiegandomi le cause dei mie sintomi , classificandolo come stress cronico ,fatto sta che io non ho piu particolari sintomi , ho solo quel senso di morsa che ogni mattina mi prende portandomi a vedere il mondo da fuori di me . Sono sotto cura farmacologica con 1 xananx rp da novembre e ho incominciato ad andare da un altro psicoterapeuta che faccio ipnosi terapie , io ho solo un forte senso di distaccamento e percezione , che mi fa salire ansia ogni giorno , non riesco piu a vivere serenamente , mi sembra di essere allucinato , e stanco pure.
Il mio attuale psichiatra vuole che incominci una cura con sertralina , partendo da 25mg per una settimana poi 50 e sospendere xanax, io con tutta sincerita ho letto nel web le farie storie di questi psicofarmaci e i loro effetti collaterali e dipendenza , mi creda mi fa paura incominciare. Le scrivo per sapere un suo parere e magari una diagnosi che possa sistemarmi , un attimo , io non sono depresso , ho tanta voglia di fare , si saro' ansioso , ma e il sintomo di nube mentale , estraneita' che mi crea piu disagio. Resto in attesa di una vostra cordiale risposta. Cordiali Saluti
Gentile utente, è molto difficile e non professionale fare una diagnosi basandosi solamente su quanto ha scritto. Dal momento che ha visto già degli specialisti, le consiglio di affidarsi a loro. Gli psicofarmaci possono causare effetti collaterali e dipendenza, è vero, ma sono anche utili per ristabilire un giusto equilibrio, alle volte. Ne parli con chi glie li ha prescritti, saprà sicuramente dargli delle spiegazioni adeguate. Le consiglio, inoltre, di perseguire anche con la psicoterapia. Vedrà che lavoro di team tra lei, lo psicoterapeuta e lo psichiatra risulterà fondamentale e vincente! Un caro saluto

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Gentile utente, concordo con la collega non è possibile fare diagnosi sulla base di un racconto senza vedere direttamente la persona. Credo che i sintomi da lei descritti possano riguardare più dimensioni e consiglierei di procedere come ha fatto finora abbinando psicoterapia e trattamento farmacologico. In bocca al lupo
Gentile utente, sono d'accordo con le colleghe, non è professionale e neanche deontologicamente corretto effettuare una valutazione diagnostica sulla base di un racconto, senza un contatto diretto e senza tanti altri elementi indispensabili per poter fare una diagnosi.
Le consiglio di seguire il percorso intrapreso e di esprimere se vuole i suoi dubbi sulla terapia farmacologica consigliata, anche poter avere maggiori informazioni.
Cordiali saluti,
AS
Salve gentile utente, è comprensibile che la condizione di ansia costante e estraniamento richieda conforto e sostegno all’esterno. Lei ha già un intorno a se quanto di più necessario per superare questa fase, prosegua con fiducia e costanza.
Le auguro il meglio.
Dottoressa Elisa Taverniti



Gentile utente,
Comprendo quanto possano essere spiacevoli i sintomi che descrive.
Ciò che posso dirle è che il medico e lo psicoterapeuta che la seguono hanno senza dubbio un quadro più chiaro e completo della situazione che sta attraversando di quanto si possa avere in piattaforme come questa. Si confronti con loro con fiducia esponendo i suoi dubbi e chiedendo i chiarimenti di cui sente il bisogno.
I migliori auguri,
Dott. Carrera
Gentilissima/mo, comprendo la difficoltà della sua situazione. Credo che proprio per la complessità delle problematiche che lei evidenzia, sarebbe importante per lei fare un percorso di psicoterapia in cui possa affrontare in profondità tali problemi. Per un primo colloquio gratuito, può chiamare o prenotare direttamente online.
Cordialmente,
Dottor Alexander Lommatzsch
Buonasera, sono pienamente d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduta nelle risposte. Dovrebbe avere più fiducia nello psichiatra che le ha prescritto la cura, se ha dei dubbi li deve sottoporre a lui che la conosce e sa la sua storia. Inoltre in momenti particolari gli psicofarmaci sono necessari, ma se vengono ben dosati e poi scalati non daranno nessuna controindicazioni. Importante che lei associ la terapia farmacologica con la psicoterapia e vedrà che avrà col tempo dei miglioramenti sia psicologico che fisiologico. Cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Buonasera! Non si può fare una diagnosi basandosi solo su ciò che ha scritto. La sintomatologia di cui scrive può appartenere a diversi disturbi. Non saprei perciò dirle se l'uso dei farmaci sia essenziale o meno. E' necessario valutarla prima di poter dire ciò di cui ha bisogno. Contatti uno psicoterapeuta da affiancare alle visite dello psichiatra, questo è l'unico consiglio che potrei suggerirle.In bocca al lupo.
Dott.ssa Valeria Randisi
La paura del non sapere ci rende impotenti e fragili. Lei però ha la possibilità di chiedere e informarsi oltre che parlare al suo attuale psichiatra liberamente per porgli tutti i suoi dubbi. Non è possibile fare una diagnosi con così poche informazioni ma una cosa è certa al di là della diagnosi c’è sempre una una persona che soffre e in qualunque modo la si definisca a diritto ad una cura per farla stare bene.
Buona vita
Buongiorno. Pensi a quanto possa essere importante il sostegno delle figure che le stanno accanto. Continui a fare affidamento su di loro e a non porsi dei limiti nel trovare altre vie. Rispetto l'utilizzo di farmaci è molto importante continuare con il medico che la segue, portando così avanti quell'alleanza che si è creata.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Buongiorno, in ciò che ha scritto si evince un percorso di malessere ma anche di supporto adeguato rispetto alla sua situazione. Non si basi su ciò che legge nel web sui farmaci, si affidi al suo psichiatra che la sta seguendo ed esponga a lui tutti i suoi dubbi. Non abbia timore nel farlo perché è assolutamente lecito chiedere e togliersi le perplessità. Continui sicuramente con il percorso psicologico perché i farmaci curano i sintomi ma non la causa: per questo c'è assolutamente necessità di emtrambe le cose.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Gentile Utente,
non è possibile fare diagnosi in assenza di uno spazio di conoscenza diretto e più profondo. La terapia farmacologica tipicamente alleggerisce dai sintomi ma non li risolve, ed è attraverso una parallela psicoterapia che i risultati possono stabilizzarsi. Il senso di estraneità che vive ha bisogno di essere compreso, non solo risolto, e in questo potrebbe concordare un obiettivo con il suo terapeuta (se il vostro lavoro insieme sta proseguendo). Quello che vive è un sintomo, che si è generato a causa di condizioni che tutt'ora le sono ignote, e "aggredirlo" toglierà solo terra sotto i piedi alla sua mente. In ogni caso, è fondamentale non solo che la terapia farmacologica sia affiancata ad una psicoterapia, ma che psichiatra e psicoterapeuta lavorino sinergicamente per un obiettivo comune. Un caro augurio di buona fortuna
Gent.mo
Lei ha elencato i suoi sintomi e narrato la sua storia clinica, alla ricerca di una definizione del suo malessere come se definendolo e quindi semplificandolo,
si possa trovare una cura specifica.
Le consiglio di lavorare su di sé con il suo terapeuta e con l'aiuto dell'apporto farmacologico guidato dal suo psichiatra, che possa permetterle di ripristinare una condizione tale da migliorare la sua condizione di salute, ma soprattutto quegli aspetti di vita che ne sono condizionati,.
Cordiali Saluti
Giorgio Paltrinieri
Buonasera, non è possibile fare diagnosi sulla base di un racconto senza vedere direttamente la persona. Credo che i sintomi si possano riferire a una o più cause. Consiglierei di procedere come ha fatto finora abbinando psicoterapia e trattamento farmacologico. Parli al medico della paura per gli effetti collaterali. Meglio chiedere che indagare da soli in questi casi. In bocca al lupo
Buonasera a Lei. Il senso di distacco che lei avverte è un meccanismo che si presenta, spesso, rispetto a situazioni o a vissuti che abbiamo difficoltà ad accettare. Non dobbiamo dimenticare, però, che l'ansia - oltre che necessitare di una cura atta a dissolverla o ad abbassarla - può anche essere uno strumento tramite cui troviamo la spinta per andare in nuove direzioni. Concordo assolutamente con i colleghi circa il fatto che una psicoterapia le sarà certamente di aiuto in questa direzione. Per quanto riguarda le cure farmacologiche c'è da considerare che, in momenti di particolare fragilità, esse possono essere di grande sostegno, mentre si prosegue il lavoro profondo con la psicoterapia. Naturalmente è importante affidarsi ad uno specialista verso cui si nutre grande fiducia e certamente lei saprà trovare la strada.
Buongiorno, per il discorso farmacologico ne parli tranquillamente con chi le ha prescritto i farmaci, inoltre risulta fondamentale richiedere una consulenza psicoligica.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Gentile utente, nonostante la sua descrizione sia esaustiva e completa, come già fatto presente da diversi colleghi, le confermo che non è possibile fornire una diagnosi sulla base di sintomi riportati in modo indiretto. Le suggerisco di condividere con il terapeuta curante le sue perplessità in merito a diagnosi ed intervento. La invito infine a riflettere sul motivo per cui l'aspetto diagnostico sembri così centrale per lei in questo momento e a tematizzare questo aspetto con il professionista da cui è in cura. Cordialmente, Dott.ssa Salustri
Gentile utente non sarebbe corretto fare una diagnosi con i pochi elementi che ha descritto e soprattutto via mail. Abbia fiducia in ciò che lo psichiatra le ha prescritto, inizi un serio percorso con uno psicoterapeuta che si possa mettere i contatto con il suo psichiatra per collaborare e confrontarsi. Rivaluti il rapporto che ha con il suo corpo per tendere ad un maggior equilibrio psicofisico. Auguri
Buongiorno, la diagnosi a volta può sembrare qualcosa di rassicurante perché, oltre la indubbia sofferenza, permette anche di essere giustificati. Penso che invece sia molto più importante ripartire dalla sua voglia di fare e dalla sua voglia di capire come affrontare diversamente le situazioni. Intanto la ringrazio per quanto mi ha concesso, e la invito a portare tutto quello che ha scritto all'interno della terapia che sta svolgendo. Per l'aspetto farmacologico, le consiglio di consultare il medico che le ha prescritto i farmaci e di rivolgere a lui le sue perplessità. Qualora volesse, resto a disposizione.
Un saluto, Alessandro D'Agostini
Salve, in questo modo è molto difficile fare una diagnosi.
Ne parli con il suo terapeuta, vedrà che le cose andranno meglio con il tempo.
Inoltre, più che sulla diagnosi, cercherei di soffermarmi sul trattamento da mettere in atto.
Buona serata.
Dott. Fiori
Salve, si affidi allo psichiatra, vedrà che andrà molto meglio.
Un saluto,
MMM

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