Buon pomeriggio a tutti, volevo raccontarvi la mia esperienza, sono una ragazza molto giovane, 4 mes

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Buon pomeriggio a tutti, volevo raccontarvi la mia esperienza, sono una ragazza molto giovane, 4 mesi fa ho avuto un mancamento per strada, come delle vertigini molto forti e da lì è iniziato il mio incubo. Da quel giorno ho iniziato a soffrire di ansia e attacchi di ansia e una volta di panico. Da quando ho avuto l'attacco di panico è peggiorato il tutto, non sono più uscita, ogni giorno avevo la tensione costante e avevo paura che potevo svenire o riavere quei mancamenti da un momento all'altro.. così non facevo nulla, oltre che guardare la tv. Sono andata da una psicoterapeuta ma non mi ha aiutato, così l'ho cambiata e ora sono in psicoterapia da una ragazza, ho fatto 5 sedute e stavo bene fino alla 5, poi come lei è andata in ferie per ferragosto mi sono aggravata... Sono andata in ospedale per ansia e mi hanno prescritto lo xanax, l'ho preso e un po'mi ha calmato, poi mi ha prescritto una visita dalla sua psichiatra e ieri ci sono andata, mi ha dato Abilify e Zoloft. Alle 12:00 ho avuto un forte evento di depersonalizzazione ed ho preso abilify, per la prima volta, inoltre la depersonalizzazione persiste e ho paura che abilify mi abbia modificato i neuroni ed io neanche volevo prenderlo, appunto perché ho paura, ho paura di diventare matta, ho paura di cancellare i miei ricordi ed ho paura di prendere ancora farmaci.. in effetti da quando ho preso xanax e abilify sembra come se non sono più io, come se i pensieri non mi appartengono, come se c'è un'altra persona dentro di me, come se sto per diventare matta e sto per perdere coscienza di tutto. Non so che fare, io la scorsa settimana stavo bene, non mi servono i farmaci, potrei farcela da sola, apparte per l'ansia, per quella dovrò prenderla per forza. Non ne posso più, secondo voi sono grave?
Cara ragazza, la sua è una domanda estremamente difficile e non solo per il fatto che gli elementi che qui riporta sono insufficienti per darle una risposta precisa dal punto di vista diagnostico.
I farmaci forniscono un valido aiuto in casi in cui la sofferenza è così esasperata che non vi è possibilità discorsiva; immagino che quando si è rivolta al pronto soccorso sia stata valutata l'opportunità di mettere a tacere nel più breve tempo possibile il clamore della sintomatologia. Classicamente, in seconda battuta, si affaccia la possibilità di storicizzare i sintomi, riflettervi, cercare un significato; e ciò può, in molti casi, funzionare come un farmaco.
Il mio suggerimento è di confrontarsi con la psichiatra sui dubbi che qui avanza, nonché sulle sue legittime paure. Le terapie farmacologiche sono soggette, nel tempo, a revisioni e rettifiche in quantità e qualità, in funzione anche dei riscontri portati dal paziente. Cerchi, assieme alla psicoterapeuta, di dare un senso alla sofferenza, di imparare qualcosa da essa; e consideri l'aiuto dei curanti, dei colleghi, come una possibilità e non un'imposizione. I miei migliori auguri, SM

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Buon pomeriggio innanzi tutto complimenti per aver chiesto aiuto. No è da tutti, richiede coraggio. All'origine dell'ansia troviamo la paura che genera e si autorigenera ogni volta che adottiamo l'evitamento come scelta difensiva. Sul piano cognitivo è importante lavorare sui pensieri che l'alimentano. La paura e l'ansia sono assolutamente "normali" fisiologiche, utili e necessarie alla nostra sopravvivenza. Bisogna, certamente, stare attente a non dar loro troppa potenza e importanza. I farmaci sono utili, una stampella talvolta necessaria per agire a livello molecolare sul nostro organismo in modo che noi si possa lavorare a livello psicologico. I farmaci hanno bisogno di tempo per agire ma se dovesse riscontrare peggioramento ne parli con il suo medico per valutare cambio molecola o dosaggio.
Gentile utente, le consiglierei di confrontarsi con il suo psichiatra circa i dubbi e le paure che sorgono intorno agli effetti dei farmaci che sta assumendo. La terapia farmacologica puo' essere di aiuto, ma ha bisgno del suo tempo per agire e va concordata e rivista anche sulla base delle sue considerazioni.
La sua terapeuta, intanto, sapra` aiutarla a definire la situazione e ad affrontarla al meglio.
Non si scoraggi, continui a prendersi cura di lei e si affidi con fiducia ai suoi curanti.
Ritrovera` il suo equilibrio.
Un caro saluto,
MG
Buonasera, emerge dal suo racconto tanta agitazione che potrebbe contribuire ad alimentare la confusione rispetto a quanto le sta accadendo. Per questa ragione consiglio di affidarsi completamente alle cure della psichiatra così come della psicoterapeuta da cui attualmente è seguita esplicitando tutte le preoccupazioni ora descritte. Un saluto
Cara ragazza,
dalle sue parole si percepisce paura e preoccupazione. Ha scritto che con l'ultima psicoterapeuta con la quale ha fatto 5 incontri, si trova bene, quindi è importante che continui a confrontarsi con lei anche in merito ai suoi dubbi rispetto ai farmaci. Non si preoccupi, tutto quello che scrive non è grave ma è utile intervenire perché possa ritrovare la giusta serenità. Un caro saluto
Gentile ragazza, allorché la terapia farmacologica è stata prescritta sicuramente lo specialista avrà preso in considerazione una serie di variabili tra cui la necessità della cura, il suo stato generale, le peculiarità del quadro sintomatologico. In ogni caso, il paziente ha - in qualunque momento - il diritto di porre tutte le domande che ritiene utili per chiarire l'utilità, le motivazioni, gli eventuali effetti collaterali della cura e qualsiasi altro dubbio. Il suggerimento è quindi anzitutto quello di parlare ancora una volta con lo psichiatra esplicitando tutti i suoi timori. Dal suo racconto si evince un forte bisogno di supporto e contenimento che, evidentemente, la sua psicoterapeuta è riuscita a garantirle sino alla pausa estiva. Anche quella con il terapeuta è una relazione: ci può essere più o meno affinità. Se si è trovata bene, ascoltata e rispecchiata nelle prime sedute, continuare può essere una buona decisione per trovare lo spazio si ascolto dove portare le sue paure e comprendere in quale direzione si sta muovendo. Servirebbero maggiori informazioni su di lei e sulla sua storia per dire di più. Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Un cordiale saluto. silvia rondi
Buongiorno, non si preoccupi, i disturbi d'ansia sono trattati con efficacia dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale. Cerchi uno psicologo che si occupi di questo tipo di problemi e vedrà che le cose miglioreranno in fretta!
dott Tealdi
Gentile giovane utente, è comprensibile la sua preoccupazione e tutti i suoi timori sono leciti, non deve vergognarsene. Non si faccia scrupoli a rivolgerli alla psichiatra che le ha prescritto i farmaci, in modo tale da trovare il percorso più adatto a lei. Inoltre, se la sua relazione con la terapeuta è stata preziosa fino al momento di pausa estiva, potrebbe essere utile riprendere. Rimango a disposizione. Dott.ssa Giulia Bernardinello
Salve, riguardo l'utilizzo dei farmaci deve necessariamente confrontatosi con il proprio psichiatra, il quale conosce la situazione.
Inoltre, le consiglio di continuare la relazione con il terapeuta, vedrà che le cose miglioreranno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Cara ragazza, ti rispondo con il cuore in mano: tutti i sintomi che riferisci sono tipici degli attacchi di Panico. Sei giovane, per la mia esperienza clinica i farmaci in questo disturbo remano contro la psicoterapia. Ma è necessario lavorare sodo con una Psicoterapia di orientamento cognitivo comportamentale, così da affrontare i pensieri disfunzionali e fare esercizi comportamentali quotidianamente per spezzare i meccanismi di mantenimento del disturbo, nel più breve tempo possibile. In bocca al lupo!!!
Gentile utente dal suo racconto mi sembra di capire che lei si trova in uno stato di estrema confusione e timore. Sembra estremamente bisognosa di essere contenuta. Appena la sua terapeuta tornerà in studio le consiglio di parlare con lei di tutto ciò che la preoccupa per poter lavorare insieme sui suoi vissuti e sulle sue emozioni. I farmaci a volte sono necessari per permettere al paziente di ritrovare la stabilità che permette poi il lavoro psicoterapeutico, per poi essere totalmente sostituiti dalla relazione psicologo-paziente. Ci vuole del tempo a volte ma sicuramente troverà risposta ai suoi dubbi parlando con lo psichiatra che le ha prescritto la terapia. Si affidi alle cure dei suoi curanti. Calorosi saluti Dott.ssa Sara Lolli
Salve,
spesso l'attacco di panico porta con sé tutte una serie di problematiche che hanno a che fare con l'evitamento di tutte quelle situazioni che possono generarlo nuovamente: evitare luoghi pubblici, essere sempre accompagnati da qualcuno etc etc.
Continui con la terapia, vedrà che andrà meglio.
un saluto,
MMM
Buongiorno cara, comprendo e capisco i suoi dubbi e le sue preoccupazione. Da quello che ha riferito e descritto siamo in presenza di attacchi di panico e ansia. Quello che le consiglio di fare è continuare ad associare la terapia farmacologica con quella psicoterapica. Per tutti i lecito dubbi e per le domande circa i farmaci si confronti con lo psichiatra che li ha prescritti. Se si è trovata bene con la
Psicoterapeuta che l’ha presa in carico continui e le porga tutti i suoi dubbi E domande. Resto a disposizione per qualsiasi domanda
Un caro saluto
Dott.ssa Riazzola Alice
Salve,

Leggo quanto hai scritto e mi arriva la tua preoccupazione. Paura e timori sono comprensibili, non bisogna vergognarsene o sforzarsi di non sentirli. Il rischio altrimenti può essere di alimentarli e far prendere loro il sopravvento.
Il fatto che ti trovi a chiedere apertamente supporto mi sembra un grande alleato per te in questo momento, che ti motiva a cercare soluzioni anche pratiche per ritrovare il tuo equilibrio e benessere interiore.

In alcune situazioni i farmaci possono aiutare a contenere i sintomi, facendo da supporto allo stesso percorso psicologico. Da quanto racconti, ti sei trovata bene con la tua Terapeuta, pertanto ti invito a continuare ad affidarti a lei ed esplorare insieme le tue emozioni ed i pensieri che ti accompagnano in questo periodo per te intenso.
Porta pazienza e fiducia, il percorso che stai facendo richiede del tempo. Se hai dubbi o domande specifiche tuttavia, non esitare a rivolgerti anche al tuo Psichiatra di riferimento. Domandare è lecito e può aiutare a contenere le preoccupazioni e a non alimentare dubbi e paure.

Per la tua domanda specifica servirebbero maggiori informazioni ed instaurare la relazione che è alla base del percorso psicologico, e questo lo si può fare concedendosi uno spazio personale in terapia, come già stai facendo.

Per qualunque necessità resto comunque a tua disposizione.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Rita Gatto
Cara,
se con la tua vecchia terapeuta sei riuscita a fare un buon lavoro che ti ha permesso di gestire gli attacchi d'ansia, quegli strumenti sono già dentro di te, devi solo cercare di ritrovarli. Detto ciò, è anche vero che quando si vivono degli stati emotivi così intensi, come quelli che descrivi, può non essere facile accedere alle nostri armi di difesa. Perciò chiedere un aiuto ad uno specialista ti potrebbe sicuramente aiutare per risolvere la problematica.
Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Ripa
Salve, mi dispiace per la situazione ed il disagio espresso. Colpisce l'improvvisa precipitazione della situazione, un supporto psicologico potrebbe essere utile per conoscere e valutare possibili cause scatenanti finora sconosciute. Per quanto riguarda le perplessità relative al farmaco, esponga le sue perplessità allo psichiatra, la persona sicuramente più indicata per poterle dare le risposte che cerca. Non sottovaluti, comunque, l'importanza dell'intervento psicologico in quanto il farmaco, da solo, non dà risposte relative a cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Buongiorno, per quanto riguarda la terapia farmacologica deve confrontatosi con il medico che gliel'ha prescritta. Il consiglio che posso darle è quello di continuare la terapia psicologica, la quale ha bisogno di un po' di tempo per essere efficace, vedrà che le cose miglioreranno. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno,
mi dispiace molto per questa sensazione di malessere e difficoltà che ci racconta. Mi arriva tanta sofferenza dalle sue parole.
Il mio consiglio è quello di contattare uno psicologo al fine di iniziare un percorso terapeutico parallelo a quello farmacologico (che deve essere sempre controllato da uno psichiatra).
In uno spazio tutto suo e in una relazione di fiducia e accoglienza, avrà la possibilità di parlare di tutti questi stati d'animo: ci vuole tempo, nessun problema può essere risolto in pochi incontri e ovviamente deve trovare un professionista con cui si trovi a suo agio. Ma dare una possibilità ad un percorso di terapia credo che sia la scelta migliore in questo momento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Buongiorno, per quanto riguarda i farmaci i loro effetti ti consiglio di rivolgersi al medico che gli ha prescritti. Nei disagi che manifestano sintomi ansiogeni è consigliabile associare alla terapia farmacologica un percorso psicologico con un professionista. Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti

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