Buogiorno a tutti sono una ragazza di 16 anni con una grave dipedenza da cibo che ho ormai da tutta

22 risposte
Buogiorno a tutti sono una ragazza di 16 anni con una grave dipedenza da cibo che ho ormai da tutta la vita. Honcercato di parlarne con la mia famiglia ma nessuno mi da ascolto e dicono che a me piace solo mangiare. La mia vota sta andand a rotoli e non so da dove e come , iniziare per riprendere la mia vita nelle mani. Aiuto
Buongiorno Gentile Utente,
mi spiace per quanto sta vivendo,
spesso la dipendenza è chiara a chi la vive ma crea disagio in chi circonda la persona..
ha mai pensato di rivolgersi ad un professionista, o nel suo caso magari anche ad un centro specializzato nei disturbi dell'alimentazione?
a disposizione,
un saluto
Dott.ssa Meloni Federica Maura

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Gentilissima Utente,
comprendo il disagio che riporta; in queste situazioni la cosa che ci fa soffrire ancora di più è il non essere ascoltata o capita, soprattutto dalle figure che per noi sono un riferimento.. potrebbe forse prendere l'occasione per chiedere aiuto ad una figura diversa e provare a raccontarsi ad uno psicoterapeuta anche per cecare insieme il significato che il cibo ha per lei e il suo utilizzo.
Sono a sua disposizione,
un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Terrini
Gentile utente, mi dispiace per la sua condizione. Mi pare di capire che oltre ad un problema di natura alimentare vi sia anche un problema di comunicazione all0interno del suo nucleo familiare. Che siano collegate le due cose?
Spesso i disordini alimentari sono legati e concatenati a problemi di comunicazione all’interno della famiglia. Il bisogno di essere ascoltati e visti, soprattutto alla sua età può trovare molte forme per esprimersi, aumentare il proprio peso di sicuro aumenta formalmente la sua visibilità.
Mi rendo conto che questo la fa soffrire e forse dovrebbe trovare un nuovo modo di farsi ascoltare, un modo che efficace che non sia dannoso per la sua salute.
Sono a sua disposizione qualora senta di essere pronta ad affrontare il problema.
Un caro saluto. Dott.ssa Villani
Salve, mi dispiace per la situazione che le è si venuta a creare.
Purtroppo, essendo minorenne, per iniziare un percorso di psicoterapia deve esserci il consenso dei suoi genitori, eventualmente cerchi di parlare anche con qualche altro familiare.
Buona serata.
Dott. Fiori
Gentile utente, comprendo il tuo disagio, non dev’essere semplice percepire un malessere e non sentirsi compresi dai propri famigliari. Puoi provare a parlarne con altre persone di fiducia della tua famiglia in modo che possano aiutare i tuoi genitori a comprendere ciò che provi. Potesti poi rivolgerti ad uno psicoterapeuta che ti possa aiutare a comprendere il significato che ha per te il cibo e il suo utilizzo.
Rimango a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Paola Trombini
Gentile utente, capisco non sia facile riconoscere di vivere una situazione problematica e non riuscire a farlo capire a chi ci sta accanto. Se vai a scuola rivolgiti allo psicologo scolastico vedrai che ti potrà aiutare ed eventualmente far capire ai tuoi familiari il tuo problema, oppure potresti rivolgerti al consultorio familiare, della tua zona di residenza, raccontare la tua sofferenza e vedrai che ti aiuteranno a lavorare sulla tua difficoltà con il cibo. Non ti demoralizzare! Se hai bisogno di chiarimenti chiedi pure.
Buona serata Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Cara ragazza, ne parli con la sua famiglia, cercando di far capire la sua sofferenza e il suo disagio. Gli parli in modo franco, esprimendo loro la sua volontà di andare da uno psicoterapeuta e il suo bisogno di farsi aiutare.
Nel caso proprio non volessero ascoltarla o capire la sua esigenza, si rivolga ad un consultorio giovani della sua zona.
Un caro saluto,
Rosella Pettinari
Gentilissima, dalle tue parole emerge un forte bisogno di aiuto e confronto. ti incoraggerei a fare un passo ulteriore di scelta di uno specialista, qui o in un consultorio familiare o un centro specializzato nei disturbi alimentari, per un primo incontro in cui parlare del tuo vissuto, con lo scopo di capire anche come muoverti con i tuoi genitori. Se ci sono altre figure di riferimento adulte (un parente, un insegnante, un amico di famiglia...) prova a coinvolgere anche loro, magari scrivendo così come hai fatto qui, se ti viene difficile parlarne a voce. Rimango a disposizione se hai bisogno. Un caro saluto
Gentile utente, purtroppo spesso una difficoltà nel rapportarsi al cibo viene derubricata come mancanza di forza di volontà o pigrizia. Questo stigma e pregiudizio crea una sofferenza aggiuntiva e spesso ritarda l’accesso alle cure. Essendo minorenne necessita del consenso e il supporto dei suoi genitori, tenti ancora di spiegare le sue difficoltà magari cercando l’appoggio di altri familiari, insegnanti o pediatra/medico di famiglia. In ogni caso la via migliore per risolvere questo tipo di difficoltà è rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari che abbia la possibilità di collaborare con nutrizionisti anch’essi adeguatamente formati su queste tematiche. Rimango a disposizione qualora dovesse avere bisogno. Le auguro il meglio!
Buongiorno,coraggio questi disturbi del comportamento alimentare si possono curare.I suoi genitori non capiscono l origine psicologica del suo disturbo,è necessario che insista nel modo giusto con loro per ottenere la loro alleanza.Parli a loro della sua sofferenza e del suo malessere,tenere tutto nascosto è doloroso Non rinunci ad intraprende un percorso!Un caro saluto Dottssa Harari
Forza cara utente, è proprio ora che senti che questa situazione ti sta costando tanto per la tua serenità psicologica che devi contattare uno psicoterapeuta esperta in questo tipo di dipendenze, c'è la possibilità di stare meglio, sceglila, un terapeuta saprà capirti e non ti giudicherà mai!
Un caro saluto
Dott.ssa MariaLucia Dimaglie
Gentile ragazza, l’ostacolo alla cura e forse anche al suo disagio e’ proprio la difficile comunicazione e comprensione tra lei e i suoi familiari. Può insistere per spiegare che lei desidera quanto loro sane abitudini alimentari ma che dietro c’è’ sofferenza e difficoltà e ha bisogno di un aiuto specialistico.
In caso non venga ancora ascoltata può rivolgersi allo sportello psicologico della sua scuola per essere poi indirizzata in modo specifico presso un consultorio di psicologia di zona.
Un caro saluto
Cara ragazza, spero di non essere fraintesa perché non voglio assolutamente banalizzare il suo vissuto. Tutti abbiamo una dipendenza dal cibo da tutta la vita perché siamo esseri umani e abbiamo bisogno di nutrirci. Altra cosa è invece quando il cibo viene utilizzato per soddisfare un un altro bisogno che non è quello di nutrimento fisico. E anche qui si apre una grande porta che può avere a che fare con il godimento del palato, oppure con il riempire con il cibo un vuoto o un bisogno affettivo, oppure ancora un mangiare compulsivo che non si riesce a fermare. Per capire di cosa lei sta parlando ovviamente ci vorrebbe un colloquio, che potrebbe fare con lo psicologo della scuola (dove il consenso dei genitori in genere viene fatto firmare a tutti i genitori), in un consultorio giovani dove non serve il consenso, oppure privatamente e in quel caso serve il consenso di entrambi i genitori. Mi dispiace davvero molto che senta che la sua vita stia andando a rotoli. Le auguro di trovare un professionista con cui iniziare un buon lavoro
Cara ragazza, mi spiace per la situazione che stai attraversando , soprattutto perché non ti senti ascoltata in famiglia e quindi compresa. Consiglio di rivolgerti al consultorio familiare della tua città , ti sapranno aiutare .
In bocca al lupo
Cara ragazza, deve essere difficile non essere compresa nella tua sofferenza. Provi a parlarne con altri adulti di riferimento che possano magari fare da mediatore con la tua famiglia.
Resto a disposizione. Oppure provi a dire ai suoi genitori che ha bisogno di parlare con qualcuno, un professionista, perché è un periodo di grande malessere.
Resto a disposizione
Dott.ssa Francesca Tardio
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Si rivolga immediatamente al suo medico di base per parlarne e farsi visitare e per farsi indirizzare verso qualche professionista o qualche centro specializzato. Salve.
Cara ragazza, mi dispiace per la tua sofferenza. Cosa fare se percepisci di non essere ascoltata dai tuoi genitori? Hai tre strade: la prima è provare a parlare con loro in modo diverso, magari dicendogli prima di tutto che senti di aver bisogno di aiuto e che vorresti fare un colloquio con uno psicologo, così sarà lui a stabilire e quindi anche a comunicare ai tuoi genitori l'entità della situazione. Il secondo è rivolgerti ad un'altra figura adulta di riferimento come un nonno, una zia o un'insegnante da cui ti senti più compresa e che possa aiutarti a comunicare nel modo più giusto il tuo disagio ai tuoi genitori. Il terzo è quello di passare tramite una figura come quella della nutrizionista che possa aiutarti al livello pratico sul cibo e che ti indirizzi ad uno psicologo per un lavoro di squadra.
Rimango a tua disposizione se hai bisogno.
Dott.ssa Federica Leonardi
Salve, io credo che, per il tuo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della tua problematica. Cordiali saluti
Cara ragazza, già il fatto di rendersi conto che la sua non è semplice voglia /piacere di mangiare è un gran passo in avanti. Provi a parlare con i suoi genitori della sofferenza che sente, di ciò che prova che va oltre l'aspetto alimentare e di quanto lei abbia bisogno di aiuto in tal senso. Se non dovessero accogliere la sua richiesta ( è difficile pure per un genitore pensare che la figlia non stia bene) può ricorrere all'aiuto di un sert o di un centro pubblico, specializzato nei disturbi dell'alimentazione. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara ragazza,
provi a far capire ai suoi genitori che ha bisogno dell' aiuto di uno specialista e che la problematica di cui parla ha a che fare con qualcosa che non riesce a controllare. Potrebbero così accompagnarla da un professionista per affrontare il problema attraverso la psicoterapia. Non demorda....

Cordiali saluti
Dottor. Diego Ferrara
Salve dalla sua nota è molto evidente lo stato di disagio che vive in questo momento legato al cibo e alla non comprensione di una sua richiesta. Valuti la possibilità di fare una serie di attività, se lo ritiene opportuno. Per prima cosa contatti il suo medico di riferimento e chieda un suo pare sulla sua attuale condizione fisica in merito alla "grave dipendenza da cibo". Sicuramente saprà darle delle indicazioni e saprà confermarle o meno delle questioni di natura organica che non emergono dalla sua nota. Sul versante psicologico è sicuramente una buona opportunità parlare con i suoi genitori o, con chi si occupa di lei, spiegando con calma questa sua condizione e i vissuti di disagio che lei prova o, meglio del fatto che sente questa situazione come una difficoltà. Certo dalla sua nota emerge che la sua famiglia ha una scarsa attenzione per la sua situazione ma sicuramente nulla le impedisce di trovare un nuovo sistema per comunicare i suoi bisogni. Le rappresento che esistono anche altre possibilità che si possono attivare a livello istituzionale in situazioni di particolare disagio e abbandono ma dalla sua nota non emergono indicazioni che potrebbero far ipotizzare questa situazione. Un cordiale saluto

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.