Avrei bisogno di sapere se una persona ricoverata per un periodo breve in ospedale psichiatrico (un

9 risposte
Avrei bisogno di sapere se una persona ricoverata per un periodo breve in ospedale psichiatrico (un mese circa) e poi dimesso, senza scrivere diagnosi detta a voce di "disturbo bipolare", successivamente in cura presso CSM per circa un anno, finché è stato "liberato" da ogni cura per sua richiesta al psichiastra, anche se non guarito affatto...Se questo può essere materia per una causa medico legale.
Salve,
Può spiegare meglio cosa dovrebbe essere oggetto di denuncia?
Ad ogni modo è possibile che un ricovero non sia dirimente per una diagnosi univoca, ma spesso si parla di ipotesi diagnostica. Avrà comunque, suppongo, ricevuto un foglio di dimissione con un resoconto del suo ricovero.

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Nn credo ci siano elementi. Rifaccia una valutazione da uno psichiatra del caso clinico. Buona giornata
Se ci sono diagnosi scritte si può ipotizzare una imperizis. Se non ci sono la sospensione dei farmaci non può essere oggetto di denuncia
In materia di responsabilità e di consenso informato la nostra legislazione mette davanti sempre la persona e la sua capacità di autodeterminazione. Detto questo sono convinta che sia più utile cercare un aiuto piuttosto che usare energie per fare denunce.
Buonasera, anche io non penso possa essere materia per una causa. ma le consiglio comunque di parlarne con il suo medico di riferimento.
un caro saluto
chiara pedullà
Sembrerebbe di no, in base alle informazioni che fornisce, ma concordo sulla necessità di parlarne con il medico di riferimento.
MC
Dalle cose che scrive non sembra che siano gli estremi per una denuncia, sopratutto perchè è stata una scelta propria quella di "liberarsi" dalle cure psichiatriche. Inoltre quando si parla di disturbo di personalità, come nel caso del bipolare, non è che ci sia una vera e propria guarigione, ma semplicemente una compensazione della sfera sintomatologica attraverso farmaci o psicoterapia. Un saluto,
Federica Miccichè
Buongiorno, mi sembra di capire che la persona in cura presso il CSM ha deciso di non assumere più la terapia farmacologica prescritta e in generale di non farsi più seguire. La libertà di curarsi o meno è, per la legge italiana, nelle disponibilità del paziente, in ogni ambito della patologia. Quindi non penso che ci siano le condizioni per denunciare i medici, che troppe volte sono ritenuti responsabili senza sapere che la legge non dà nemmeno a loro i mezzi per imporsi al paziente. Tuttavia il problema di convincere la persona di cui lei parla a curarsi esiste. E' per il suo bene e per quello di chi deve stargli accanto. Senza farmaci e senza una psicoterapia continuativa può cadere in depressione grave, come anche in stati di agitazione irrefrenabile fino ai deliri. Penso che l'unica strada da prendere sia quella di trovare un medico psichiatra che si senta di prendere in carico il paziente e che la possa consigliare su come procedere eventualmente per un ricovero oppure per una psicoterapia . Fa parte del compito del medico trovare il modo di stabilire un rapporto di fiducia e di ascolto con il paziente. Anche se non è sempre facile quando ci sono atteggiamenti di negazione della propria malattia . Cordiali saluti PG
Purtroppo non ci sono elementi sufficienti per poter capire il tutto. È alquanto strano che una persona ricevs diagnosi di disturbo bipolare "a voce " anche perché uno psichiatra dovrebbe poi prescrivere una cura farmacologica. Se poi un paziente decide di non seguire più un trattamento prescritto da uno psichiatra non è sicuramente colpa dello psichiatra, ma dipende dal paziente. Un medico non decide di azzerare un trattamento se non lo ritiene necessario. Ad ogni modo le conviene parlare con uno specialista del settore e se lo ritiene necessario chiedere un consulto anche ad un avvocato

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