Alla quasi età di 30 anni mi ritrovo ancora vergine e senza aver avuto vere e proprie esperienze con

19 risposte
Alla quasi età di 30 anni mi ritrovo ancora vergine e senza aver avuto vere e proprie esperienze con un uomo per arrivare al punto di avere rapporti sessuali. Premetto che soffro da sempre di idrosadenite suppurativa e con un calvario di 17 anni con numerosi interventi chirurgici per una fistola sacroccigea plurirecidiva che non tende a guarire, la prospettiva di avere rapporti sessuali con un uomo mi mette a disagio vista la patologia che mi provoca dolori cronici e soprattutto bassa autostima in me stessa. L'essere vergine inizia da un bel po' a preoccuparmi a questa età, sentendomi ormai poco desiderabile per un uomo che potrebbe trovare strano il mio essere vergine e che potrebbe anche non comprendere questa mia delicata situazione per cui sto lottando da anni in cerca di una guarigione definitiva per tornare a vivere come una normale donna della mia età. Come affrontare questo mio disagio e preoccupazione che mi fa sentire diversa dalle altre donne della società?
Buonasera cara,
intanto la ringrazio per essersi aperta circa il suo disagio.
Nella chiusura della sua domanda ha esposto un tema importante: la società. Il tempo storico e culturale in cui siamo inseriti inevitabilmente imprime un impatto notevole alla visione della donna, del sesso e del rapporto intimo.
Se tale elemento non è da trascurare, non bisogna nemmeno perdere di vista la dimensione personale, che, nel suo caso, è caratterizzata da una patologia da lei percepita come un evidente disagio fisico ed emotivo.
Molti sono i livelli su cui poter lavorare a livello terapeutico per fare in modo che lei possa acquisire autostima e sguardo al futuro.
Un lavoro terapeutico potrebbe aiutarla in tal senso.
A disposizione per dubbi o necessità di chiarimenti.
Buona serata
dott.ssa Veronica Gorni

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Buon pomeriggio, capisco che questa situazione possa essere molto difficile da affrontare, soprattutto con le sfide mediche che hai vissuto. La preoccupazione riguardo alla verginità e alle esperienze sessuali e' comprensibile, ma e' importante ricordare che non esiste un percorso "normale" nella propria vita sessuale.

Le condizioni mediche che hai citato possono sicuramente condizionare la tua autostima e il modo in cui ti rapporti con la tua sessualita'. Ti consiglio di consultare un terapeuta per esplorare questi sentimenti e trovare un nuovo approccio per migliorare la tua autostima. Un professionista puo' aiutarti a gestire le preoccupazioni e ad acquisire piu' sicurezza in te stessa.

Troverai un partner comprensivo in grado di ascoltare e rispettare i tuoi tempi e le tue necessita'. Ricordati che la sessualita' e' anche fatta di intimita', comunicazione e connessione, non solo dall'atto fisico.
Carissima, capisco il disagio che le provoca tutto ciò sia in termini fisici che in termini emotivi. Lei si sente diversa dalle altre donne della società ma dimentica che la sfera intima e sessuale è causa di disagio e difficoltà per molti. Con questa prospettiva può iniziare a considerare che non è molto diversa dagli altri. Il rapporto sessuale è parte di una intimità che contempla più aspetti. Credo che lavorando sulla sua autostima ed in mancanza di controindicazioni mediche lei non avrà difficoltà ad avere il suo primo rapporto sessuale completo. La sua verginità potrebbe essere anche motivo di maggiore desiderabilità da parte di un uomo. Se ha necessità non esiti a contattarmi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Verrino
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Alla luce di una prospettiva psicologica sistemico relazionale, è importante considerare come le esperienze individuali si intrecciano con le relazioni e il contesto sociale in cui si vive. La tua storia e le tue preoccupazioni riguardano aspetti non solo personali, ma anche relazionali e sociali.
Innanzitutto, è fondamentale riconoscere che il tuo valore non è determinato dalla tua esperienza sessuale, ma piuttosto dalla tua unicità come persona. La verginità a 30 anni può generare un senso di disagio sociale, ma è essenziale vedere questo aspetto attraverso una lente più ampia che considera le tue esperienze e le sfide che hai affrontato con la tua salute. La lotta con la malattia e le conseguenze fisiche e psicologiche che hai vissuto sono esperienze significative che possono influenzare il tuo modo di percepirti e il modo in cui interagisci con gli altri.
La bassa autostima e il disagio legati alla tua condizione medica possono portarti a vivere una separazione tra la tua identità e quella che percepisci di dover avere nella società. È utile esplorare come le tue relazioni, passate e presenti, possono influenzare la tua autopercezione. Potresti valutare se ci siano stati momenti significativi in cui hai ricevuto supporto, comprensione o accettazione da parte di amici, familiari o terapeuti. Queste esperienze relazionali positive possono aiutarti a riscrivere la narrazione che hai su te stessa.
In termini di affrontare il tuo disagio, considerare un percorso di terapia relazionale o individuale può essere molto utile. Un professionista può aiutarti a esplorare le tue emozioni, identificare e lavorare sui tuoi timori e vivere una forma di accettazione rispetto al tuo corpo e alla tua storia. Inoltre, potrebbe essere utile partecipare a gruppi di supporto con persone che stanno vivendo esperienze simili, poiché il confronto e la condivisione possono ridurre la sensazione di isolamento.
Infine, cerca di sviluppare una rete di relazioni nelle quali ti senti al sicuro e accettata. Gli incontri con persone che possono comprendere e apprezzare le sfide che hai affrontato possono favorire una maggiore apertura verso la possibilità di relazioni romantiche. La comunicazione onesta con un potenziale partner riguardo le tue esperienze e vulnerabilità potrebbe anche aiutarvi a creare una connessione profonda e autentica.
La strada verso una maggiore accettazione di sé è spesso piena di sfide, ma con il giusto supporto e una ristrutturazione dei tuoi pensieri, potrai non solo affrontare il tuo disagio, ma anche scoprire nuove dimensioni del tuo potenziale relazionale. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Si faccia aiutare con una terapia psicologica, non resti da sola a pensare ai Suoi problemi, ma li condivida con una persona esperta e vedrà che risolverà tutte le Sue paure.
Carissima, le patologie con cui ha dovuto lottare per 17 anni, oltre al dolore fisico le hanno inevitabilmente procurato delle grosse sofferenze psichiche, in termini di vergogna, insicurezza, scarso senso di valore di sè e sicuramente molto altro. E' comprensibile che non abbia avuto rapporti intimi profondi con un uomo.Se ora si pone il problema, (per una specie di orologio biologico) e per la paura di non essere accettata, vuol dire che è il momento di affrontarlo. La prenda come una iniziazione. Per arrivare all'atto sessuale ci vuole attrazione, ricerca di intimità e possibilmente amore. Si deve lavorare su questo: sull'avvicinarsi, lasciarsi avvicinare, il contatto, l'intimità. L'atto sessuale arriva solo a quel punto. Finora non ha potuto dedicarsi a questo, ora sì. Le suggerisco una psicoterapia per lavorare su questi temi ed altri che emergeranno da lei. Un lavoro appassionante alla conoscenza di sè. Per l'uomo che la incontrerà sarà un privilegio. Rimango a disposizione se vuole approfondire, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve;
Capisco quanto questa situazione possa essere difficile e quanto possa influenzare la tua autostima e il tuo benessere emotivo. Affrontare la tua preoccupazione riguardo all'essere vergine e alle difficoltà legate alla tua salute è un passo importante. Vorrei offrirti il mio supporto come terapeuta per aiutarti a esplorare e gestire questi sentimenti.

Affrontare il disagio e la preoccupazione
Accettazione di sé: È importante ricordare che ognuno ha il proprio percorso e che non esiste un "normale" unico per tutti. Le tue esperienze e le tue sfide ti rendono unica, e questo non diminuisce il tuo valore come persona.

Comunicazione aperta: Quando ti sentirai pronta a entrare in una relazione, la comunicazione sarà fondamentale. Parlare apertamente delle tue esperienze e dei tuoi sentimenti con il tuo partner potrà aiutare a costruire una relazione basata sulla comprensione e sul rispetto reciproco.

Costruzione dell'autostima: Lavorare sull'autostima può aiutarti a sentirti più sicura di te stessa. Potresti esplorare attività che ti fanno sentire bene e che migliorano la tua percezione di te stessa.

Supporto psicologico: Parlare con un terapeuta può offrirti uno spazio sicuro per esplorare e affrontare le tue preoccupazioni. La terapia può aiutarti a sviluppare strategie per gestire l'ansia e migliorare il tuo benessere emotivo.

Come terapeuta, sono qui per offrirti il supporto di cui hai bisogno. Possiamo lavorare insieme per affrontare le tue preoccupazioni, migliorare la tua autostima e aiutarti a costruire relazioni più sane e soddisfacenti. Se desideri esplorare questa possibilità, sarò felice di assisterti nel tuo percorso.

Sentiti libera di contattarmi per fissare un appuntamento o per discutere ulteriormente delle tue esigenze. Sono qui per aiutarti a trovare la pace e la fiducia che meriti.

Spero che queste riflessioni ti siano utili
Gentilissima, mi dispiace tanto per il modo in cui si sente e la ringrazio per aver deciso di condividere quanto sta succedendo nella sua vita. Quello che ha affrontato e sta affrontando in relazione alla sua storia medica influenza inevitabilmente diverse sfere della sua quotidianità, intaccando anche l'ambito sessuale. Merita di trovare una professionista o un professionista in grado di accogliere e riconoscere i suoi bisogni. Perciò, dato che in questo momento si dimostra propensa a ricercare un modo attraverso cui stare meglio, potrebbe prendere in considerazione l'idea di rivolgersi a una psicologa/psicoterapeuta che abbia anche una formazione sessuologica in modo tale che possiate comprendere insieme come procedere.
Dott.ssa Elisabetta Secci.
Buongiorno, mi dispiace molto per come si sente. La ringrazio tanto per la sua condivisione: dalle sue parole sento tanto dolore ma allo stesso tempo tanta forza e desiderio di rivalsa. Il suo coraggio è un buon punto di partenza per un ottimo lavoro su se stessa. Perciò la invito a rivolgersi ad un professionista per iniziare un percorso psicologico. Le consiglio di cercare uno psicologo che abbia anche una formazione in sessuologia, in modo che posso aiutarla ad affrontare questo tema. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Buongiorno, condividendo il proprio vissuto-situazione con un professionista che la possa aiutare nello specifico.
Saluti
Buongiorno, volevo prima di tutto esprimere la mia ammirazione nei tuoi confronti, leggendo le tue parole ho sentito il peso di tutto quello che hai vissuto in questi anni, ma ho sentito anche il coraggio che giorno dopo giorno ti ha accompagnata. Il disagio e la preoccupazione conseguenti alla tua condizione sono leciti e rimandano agli standard della società incerta in cui viviamo: ogni fascia d'età ha il suo compito, il suo obiettivo da raggiungere in modo esemplare e fallire non è ammesso. Comprendo il tuo sentirti diversa rispetto alle altre donne della società, ma prova a vederla in questo modo: tu sei una persona unica, diversa nei modi di pensare, nei comportamenti e in quello che hai vissuto negli ultimi anni. Cerca di essere gentile con te stessa, e prova a sperimentare una o più attività che ti facciano stare bene, nel corpo e nella mente, così da cominciare a lavorare sulla tua autostima e il suo tuo senso di auto-efficacia. Non esitare a parlare con le persone care delle tue preoccupazioni, e se te la senti rivolgiti a un professionista per comprendere insieme quali siano le tue risorse e come utilizzarle per lavorare sulla tua autostima e le tue relazioni. Grazie per la tua condivisone, ti auguro il meglio. Un caro saluto
Gentilissima, mi dispiace molto per la sofferenza dovuta alle idrosadeniti che tanto a lungo la hanno influenzata nel condurre la sua vita. Le patologie fisiche influenzano il nostro stato psicologico e le due componenti (fisico e mentale) sono comunicanti. Perciò comprendo benissimo che si intreccino in lei la spinta a perseguire gli obiettivi di una guarigione e il disagio per il sentirsi diversa. Viviamo in una società in cui ci vengono posti degli standard di femminilità e di adeguatezza per poter essere desiderabili. Al contempo, però, vi è anche la capacità di far fronte a questi standard e comprendere che non tutti sono uguali e che ognuno di noi si puà esprimere a suo modo e ha i propri tempi. Lei dimostra già una tenacia nel perseguire l’obiettivo di guarigione e al contempo una grande consapevolezza di uno voler spostarsi e muoversi verso altre esperienze. É normale avere paura. La crisi è indice di cambiamento. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico in cui possa affrontare tutto ciò con la forza che sta già dimostrando. Un carissimo saluto.
Gentile utente, le consiglio un percorso di supporto psicologico in modo da aumentare l'autostima.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Gentile utente, intanto la ringrazio per essersi aperta circa la situazione che sta vivendo. Dalle sue parole sento tanto dolore ma allo stesso tempo tanta forza e desiderio di rivalsa. Le consiglierei, a tal fine, di rivolgersi ad un professionista per iniziare un percorso psicologico e occuparsi di tutto quello che sta passando. Resto a disposizione,
Dott.ssa Martina Panzeri
Gentile utente, la situazione che riporta non è assolutamente semplice e capisco la sofferenza e il disagio che le provoca. Quello che le consiglio vivamente è di chiedere aiuto ad un terapeuta che possa aiutarla a gestire la situazione sul piano emotivo e cognitivo. In primis lavorando sulla sua autostima facendole capire che lei non è solo la sua malattia e il dolore che prova ma è anche altro. In secondo luogo andrebbe fatto un lavoro sul corpo deve accettare la malattia ed entrare in contatto con essa per poi riuscire a distaccarsi. In situazioni come la sua è di fondamentale importanza anche un lavoro coeso tra ginecologo e terapeuta per farle affrontare al meglio anche tutta la sfera legata alla malattia e al dolore.
Il suo obiettivo è quello di uscire da questo stato di incertezza e disagio per potersi sentire più serena e sicura sul piano sessuale e relazionale. La terapia è sicuramente qualcosa che le potrà essere molto utile.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Un caro saluto Dott.ssa Valentina Mestici
Buonasera, capisco il suo disagio e di come possa essere difficile per lei affrontare questa situaizone fisica. Certamente l'idrosadenite oltre a creare dolore fisico, innesca anche un disagio psicologico legato al timore di mostrarsi e di accettare il proprio corpo. Le potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista, in uno spazio a lei dedicato, in assenza di giudizio, così da poter esplorare assieme il suo vissuto e le sue emozioni.
Rimango a disposizione anche per una consulenza online.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Chiuselli
Buongiorno, comprendo benissimo il suo disagio e immagino quanto sia invalidante per lei.
Credo che l'essere vergine a 30 anni non sia una cosa di cui vergognarsi in quanto, ognuno per varie ragioni, oltre che mediche e di salute, può decidere di rimanere vergine, le assicuro che conosco molta gente che lo è. Piuttosto lei pensi a trovare innanzitutto un uomo che la apprezzi per ciò che è e poi vedrà che sarà anche naturale fare quel passo quando, e se, lo sentirà, e se non avrà particolari problemi a livello fisico.
Esca dai preconcetti sull'età e su come e cosa bisogna fare.

Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Brafa
È comprensibile che la tua situazione possa generare preoccupazioni e disagio. È importante ricordare che la tua dignità e il tuo valore non dipendono dalla tua esperienza sessuale. Concentrati sul tuo benessere emotivo e fisico, e cerca supporto da professionisti che possano aiutarti a gestire ansie e autostima. Accetta te stessa con compassione e pazienza. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.

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