Alimentazione "sonnambula": è tipica dell'anoressia o un disturbo a parte? Soffrendo di anoressia s

21 risposte
Alimentazione "sonnambula": è tipica dell'anoressia o un disturbo a parte?
Soffrendo di anoressia sono naturalmente sottoalimentata di giorno (continuo mangiare e vomitare tutto dopo i pasti, anche 4 volte al giorno), poi di notte arriva una gran fame, che sfogo comunque su cibo sano. La cosa particolare è questi pasti notturni avvengono in stato di semiveglia, cioè noto che mi alzo da letto mezza addormentata e vado ad afferrare la prima cosa sana che capita, la mangio e me ne torno a letto. questi episodi capitano 2-3 volte durante ogni notte, al mattino mi sveglio con la pancia gonfia (per il fatto di aver mangiato verdura e frutta, in orari non consoni, ed essermi coricata subito dopo) e lì comprendo di aver fatto dei pasti... che altrimenti non ricorderei. Di notte mi rilasso e mi sento libera dalle ansie familiari e di vita che portano a vomitare durante il giorno... mi sento come libera di mangiare (sempre sano) perchè tanto nessuno mi dirà nulla. Si tratta di sonnambulismo, iperfagia notturna inconscia, o semplice fame del giorno che è stata rimandata continuamente alla sera a causa del vomito diurno? C'è un modo per addormentarsi nonostante gli attacchi di fame (in modo da cercare magari di riportare alle ore diurne gran parte dell'alimentazione)?
Dott.ssa Emilia Rota
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, mi sembra una situazione molto complessa. E' difficile dare un parere senza conoscerla personalmente. Il fatto che lei non ricordi potrebbe rimandare a un aspetto dissociativo tipico di situazioni di questo tipo. Non ci sono strategie per addormentarsi nonostante gli attacchi di fame, se non prendersi cura di ciò che c'è sotto, quindi una grande sofferenza. Penso che sia opportuno considerare un percorso psicologico se non lo avesse già intrapreso. Rimango a disposizione se ha altri dubbi o domande. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Disturbi alimentari come il suo, caratterizzati da forti astensioni dal cibo, e vomito, creano situazioni di forte squilibrio elettrochimico nel corpo con sensazioni di alterati stati di coscienza.
Si rivolga ad un professionista esperto in disturbi alimentari, la sua salute potrebbe essere a rischio.
Saluti
Dott.ssa Francesca Viani
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, quello che descrive è molto complesso per essere elaborato in una sola risposta. Questi episodi di "sonnambulismo" possono capitare per diverse motivazioni, in questo caso probabilmente legate anche all'astensione diurna dal cibo. Inoltre bisognerebbe comprendere come mai si sente libera di mangiare solo di notte, e non nel resto della giornata. Non ci sono strategie per addormentarsi con il senso di fame, ma ciò che le consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista dei disturbi alimentari, se già non lo ha fatto, perché la sua situazione è rischiosa e cercare di analizzare il grande dolore nascosto dietro questa incapacità di trattenere nutrimento.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Viani
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Psicologo, Psicologo clinico
Voghera
Gentile utente,
quello che racconta è un disturbo del comportamento alimentare complesso, dove ad una condotta alimentare restrittiva caratterizzata anche da metodi compensatori con vomito auto indotto, si aggiunge un discontrollo alimentare in fase notturna (che non ho compreso se consiste in abbuffate, anche se di alimenti sani, o semplice pasto notturno). L'alimentazione così organizzata può comportare difficoltà in altre sfere come quella del sonno, che infatti lei descrive: dunque certamente avere un sonno più soddisfacente e privo di risvegli può essere ottenuto regolarizzando l'alimentazione durante il giorno, riuscendo attraverso una buona psicoterapia a gestire e risolvere le situazioni emotivamente disturbanti che la portano ad alimentarsi nel modo che descrive. Se non lo ha ancora fatto, è molto importante che si rivolga ad uno psicoterapeuta, in quanto la condotta alimentare che descrive è molto pericolosa per la sua salute fisica e pone il rischio di un'evoluzione verso altri disturbi alimentari e psicologici. Se è già in terapia, la invito a trovare un riscontro dal/la suo/a terapeuta, che conoscendo meglio la sua storia e la sua situazione, potrà certamente consigliarle meglio di noi. Tenga in considerazione che i disturbi alimentari vanno sempre trattati con la psicoterapia e, quando e se utile, con un'equipe ben organizzata di cui possono fare parte anche il dietologo e lo psichiatra.
Se vuole parlarne meglio, mi scriva pure. Cordialmente, Dott.ssa Cecilia Bagnoli
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Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
è complesso trovare una risposta a quello che lei ha scritto senza conoscerla. Come prima cosa contatterei di persona un professionista specializzato in disturbi alimentari, perché comunque è una situazione che non è assolutamente da sottovalutare, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Potrebbe esserle d'aiuto approfondire l'origine di questo dolore attraverso una PSICOTERAPIA SISTEMICO RELAZIONALE (lei dice: di notte sono libera dalle ansie familiari), mediante strumenti quali il: GENOGRAMMA o il CICLO DI VITA.
A diposizione. Cordialmente. Dott.ssa Eleonora Errante
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buonasera,
il suo disagio andrebbe affrontato in un contesto più ampio di ascolto che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Inizi un percorso psicologico, vedrà che troverà giovamento anche il suo disturbo alimentare.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Thelma D'Amico
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, mi dispiace per quello che sta affrontando. Dev’essere molto difficile risvegliarsi e capire di aver effettuato dei pasti notturni proprio attraverso il suo corpo, con cui già ha un rapporto complicato. Le consiglio di approfondire la situazione con un professionista, perché si potrebbe trattare di sintomi dissociativi che spesso si presentano quando l’anoressia è profondamente legata a dinamiche familiari giudicanti e conflittuali. Sono disponibile a rispondere ad eventuali suoi dubbi o domande più approfondite. Le auguro di star meglio al più presto, dott.ssa Thelma D’Amico.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, la condizione che lei descrive potrebbe essere strettamente correlata alla condizione di deprivazione alimentare che l'accompagna durante l'arco della giornata. Quello che lei descrive su come si sente la notte "i sento libera dalle ansie familiari e di vita" è sicuramente un dato importante da elaborare nella sua terapia individuale. Non esiste una soluzione per dormire la notte anche a fronte della fame, considerato anche che lei descrive uno stato di semicoscienza, sarebbe importante per tanto lavorare sulle cause profonde del suo malessere nella sua terapia individuale. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
La descrizione dei pasti notturni in uno stato di semiveglia potrebbe essere indicativa di un disturbo alimentare noto come iperfagia notturna. Questo disturbo si caratterizza da episodi di consumo eccessivo di cibo durante la notte, spesso in uno stato di parziale coscienza. Provi a consultare uno psicologo per una valutazione accurata e per sviluppare strategie di gestione dell'alimentazione, inclusa la regolazione degli orari dei pasti e il miglioramento del sonno.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Antonella D'Orlando
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentilissima, leggendola ho l'impressione che il suo organismo (la mente insieme al corpo) stia mettendo in atto una forma di "autocura" conciliando due bisogni apparentemente in conflitto dentro di lei: mangiare e non mangiare. Lo fa bypassando la coscienza, approfittando dell'obnubilamento notturno. Ora, scelga lei se vederci il sintomo di una nuova malattia o una possibilità. Perché, questo"sintomo" le propone anche un contenuto importante riguardo la libertà di scegliere quando e come nutrirsi, un contenuto da esplorare insieme a un terapeuta affiché possa condurla a una migliore esperienza di nutrimento che, magari, includa anche la socialità, la condivisione e il piacere di mangiare "insieme".
Mille auguri! A.D.
Dott.ssa Chiara Russo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile, percepisco la grande sofferenza che sta vivendo e spero davvero che riesca ad alleviarne almeno in parte. Il nostro corpo e la nostra mente sono più collegati di quanto possiamo immaginare. Nel suo caso sembra che la sua mente tenga sotto controllo il suo corpo, così quest'ultimo cerca nutrimento quando la mente perde potere, quando non è più in grado di negarglielo. So che può fare molta paura, ma sono sicuro che starebbe meglio affrontando un percorso con uno/una specialista in disturbi alimentari. Ascolti il suo corpo, sta cercando di chiederle aiuto.
Le auguro di far pace con questa situazione, e di ritrovarsi più serena nel corpo e nella mente.
In bocca al lupo,
dott.ssa Chiara Russo
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Dott.ssa Chiara Carraro
Psicologo clinico, Psicologo
Trento
Buonasera, sicuramente ciò che le accade durante la notte non può non essere scisso dalla cornice più ampia che è il disturbo alimentare. Mancano però molte informazioni per dare un'etichetta a questo comportamento e a ciò che ne consegue.
Le consiglierei di pensare alla possibilità di un percorso psicologico, se non lo sta già svolgendo, in modo tale da poter dare un significato a quel qualcosa di più complesso che si cela nella sua sofferenza e poi gestirlo.
Dott.ssa Chiara Carraro
Dott.ssa Francesca Ghislanzoni
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Conegliano
Buongiorno, anch'io consiglio di rivolgersi a un centro di professionisti esperti di disturbi alimentari. Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Ghislanzoni.
Dott.ssa Giulia Pelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Cara utente,
la sindrome da alimentazione notturna può essere sia una conseguenza della restrizione dietetica giornaliera, sia una problematica co-presente all'anoressia nervosa e alle condotte eliminatorie (vomito autoindotto). Le suggerisco di affrontare entrambe queste problematiche alimentari attraverso la CBT-E, terapia cognitivo comportamentale per i disturbi alimentari. Questo è un tipo di terapia molto efficace per iniziare a mettere insieme i pezzi del suo quotidiano e riportare alle ore diurne intanto la fame notturna. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Giulia Pelini
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, sicuramente come dice lei la fame non sfogata di giorno permane e riesce ad essere sfogata nei momenti in cui è più tranquilla e libera da preoccupazioni. Indipendentemente da come si chiami tale atto, passa la sua difficoltà a vivere questi episodi. La diagnosi di anoressia è stata fatta da un professionista o da lei? E' seguita all'interno di un percorso e ha possibilità di parlare di questo disagio con qualcuno di riferimento? Rimango disponibile.
Dott.ssa Francesca Pieri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, inizio con il ringraziarla per aver condiviso la sua esperienza. Non dev'essere facile spiegare quanto si soffre, e trascriverlo in 10/15 righe, ma il suo dolore mi è arrivato. Si tratta di una situazione complessa e, immagino, molto sofferta, alla quale è difficile rispondere senza conoscerla e, soprattutto, alla quale non penso ci sia un'unica risposta "corretta". Credo davvero che sia necessario provare a scoprire cosa c'è dietro a questa relazione con il cibo, e che non esista una strategia per "bloccare" la fame di notte, senza che ci si consenta di guardare cosa c'è sotto. Consideri l'eventualità, se già non lo sta facendo, di farsi aiutare da un professionista competente.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, il disagio alimentare ha un impatto fisiologico importante, che può modificare molto il funzionamento del suo corpo. Si rivolga, prima possibile, ad un centro specializzato nei disturbi del comportamento alimentare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Padova
Buongiorno, considerando la complessità della situazione che sta affrontando, le consiglierei di valutare l'opzione di intraprendere una terapia breve strategica con uno psicologo specializzato in disturbi alimentari. Questo tipo di terapia potrebbe aiutarla a esplorare le dinamiche alla base dei suoi comportamenti alimentari notturni e a sviluppare strategie per affrontare gli attacchi di fame in modo più equilibrato, cercando di riportare gran parte dell'alimentazione nelle ore diurne.

Resto a disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti, se necessario.

Cordiali saluti.
Dott. Marco Dusi
Psicologo clinico, Psicologo, Terapeuta
Bassano del Grappa
Buonasera, direi che quello che le accade di notte è che il suo desiderio di vita prende il sopravvento, una parte di lei sente i bisogni sani del suo corpo e vuole soddisfarli. La soliuzione la ha già trovata lei: riportare alle ore diurne gran parte dell'alimentazione farà sì che lei possa addormentarsi senza attacchi di fame.
L'anoressia è un tema serio, se non è già seguita da un terapeuta le consiglio di iniziare, ascolti questa sua parte che cerca la vita.

Cordialmente

Dott. Marco Dusi
Capisco che stai vivendo una situazione molto complessa e dolorosa. L'anoressia e i disturbi alimentari in generale sono spesso accompagnati da comportamenti e sintomi che influenzano non solo la tua relazione con il cibo durante il giorno, ma anche di notte, quando il corpo e la mente sono più vulnerabili. Quello che descrivi sembra essere una combinazione di difficoltà legate all'anoressia, all'iperfagia notturna e alla possibile alterazione dei cicli di sonno. Cercherò di darti alcune indicazioni che potrebbero esserti utili, ma soprattutto ti incoraggio a cercare il supporto di un professionista per affrontare questa situazione in modo approfondito.

### Alimentazione "sonnambula" e disturbi alimentari:
Il fenomeno che descrivi, in cui mangi durante la notte senza piena consapevolezza, potrebbe essere in parte legato a una condizione chiamata **iperfagia notturna**, che è caratterizzata da abbuffate di cibo durante la notte, spesso quando la persona è ancora in uno stato di semi-veglia o sonno. Questo comportamento può essere correlato ad un disturbo del sonno, ma può anche manifestarsi in persone che soffrono di disordini alimentari come l'anoressia o la bulimia.

La **distorsione della fame e del comportamento alimentare** è un tratto distintivo dell'anoressia, e quando il corpo è sottoalimentato e privato di nutrienti durante il giorno, può essere che la fame si esprima più intensamente di notte. La notte, inoltre, potrebbe rappresentare un momento in cui ti senti meno ansiosa e più "libera", come hai descritto, ed è quindi il momento in cui ti permetti di soddisfare i bisogni fisiologici senza il controllo della consapevolezza, forse come una sorta di compensazione.

### Sonnambulismo e disturbi alimentari:
Sebbene il sonno "sonnambulo" non sia una caratteristica esclusiva dei disturbi alimentari, è interessante che tu abbia menzionato questa esperienza, in quanto il sonno disturbato può essere comune nelle persone che soffrono di disturbi alimentari. L'alterazione dei ritmi circadiani, dovuta a stress, ansia e disordini alimentari, può causare episodi di sonnambulismo o comportamenti alimentari notturni.

Quindi, sebbene il termine "sonnambulismo" possa sembrare appropriato, la situazione potrebbe anche essere una manifestazione di **fame emotiva e fisica** non soddisfatta durante il giorno, che si esprime in modo incontrollato durante la notte. In questo caso, sarebbe più una combinazione di comportamenti legati sia al tuo disturbo alimentare che a un'espressione inconscia della tua fame fisica non gestita.

### Strategie per affrontare la fame notturna e migliorare il sonno:
1. **Regolarizzare l'alimentazione diurna**: Una delle chiavi principali per ridurre l'episodio di fame notturna potrebbe essere quella di stabilizzare l'alimentazione durante il giorno. Il corpo potrebbe esprimere una fame intensa di notte proprio perché non ha ricevuto i nutrienti necessari durante il giorno. L'idea di cercare di "riportare" l'alimentazione nelle ore diurne potrebbe aiutare a ridurre la fame notturna, ma questo è un processo che va gestito con calma e sotto la guida di un professionista, soprattutto per evitare che tu senta la pressione di alimentarti in modo rigido e ansioso.

2. **Routine di sonno**: Cercare di stabilire una routine serale rilassante potrebbe aiutarti a dormire meglio e a ridurre gli episodi di sonnambulismo legati al cibo. Pratiche come la meditazione, il rilassamento muscolare progressivo, o l'ascolto di musica rilassante prima di andare a letto potrebbero aiutarti a calmare la mente e ridurre l'inquietudine legata alla fame.

3. **Gestione dello stress**: Le tue sensazioni di ansia e il bisogno di "liberarti" da esse durante la notte potrebbero essere indicativi di uno stress emotivo profondo. Il comportamento di mangiare per "sentirti libera" potrebbe essere un tentativo di alleviare il dolore emotivo, ma a lungo termine non risolve il problema sottostante. Lavorare con uno psicoterapeuta o un nutrizionista specializzato potrebbe aiutarti a esplorare e gestire le tue emozioni senza ricorrere al cibo come strumento di sollievo.

4. **Interventi psicologici e nutrizionali**: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) specifica per disturbi alimentari può aiutarti a sviluppare una relazione più sana con il cibo e a capire meglio le tue emozioni legate all'alimentazione. L'accompagnamento di un nutrizionista che ti aiuti a strutturare i pasti e a gestire il comportamento alimentare potrebbe essere altrettanto utile per evitare che i disturbi alimentari continuino a influire sul tuo corpo e sulla tua mente.

### Parla con il tuo medico e psicologo:
Dato che stai affrontando un disturbo alimentare grave, è importante che tu continui a lavorare con i professionisti che ti stanno seguendo. Condividere con loro questi episodi di fame notturna e la tua difficoltà a ricordare di aver mangiato può aiutare a costruire un piano terapeutico più personalizzato. Potrebbero essere necessari ulteriori interventi, come il monitoraggio del sonno, per capire meglio la situazione e trovare soluzioni pratiche.

Infine, cerca di non sentirti in colpa o di giudicare te stessa per questi comportamenti: stai affrontando una situazione difficile, e il primo passo per il cambiamento è essere consapevole di ciò che accade e chiedere aiuto. Puoi migliorare la tua salute fisica ed emotiva, e passo dopo passo costruire una relazione più sana con te stessa e con il cibo.

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