A volte penso quanto sia strana e vile la vita, o meglio certa gente.. Ho lavorato in un ufficio dov
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A volte penso quanto sia strana e vile la vita, o meglio certa gente.. Ho lavorato in un ufficio dove ero apprezzato da tutti, uomini e donne, sia lavorativamente che umanamente, mi sentivo finalmente felice grazie anche al loro affetto, apprezzato chi come semplce collega, chi come collega e amico fuori dall'orario lavorativo (voluto da loro), una di loro come qualcosa in più ma non è stato possibile in quanto ero fidanzato e ligio, ho dato in quel periodo tutto il meglio di me stesso al punto da scoprirmi io stesso persona nuova, non mi ero mai sentito così bene, da parte loro parole gentili e importanti tipo "quando andrai via sarà tosta superarla" e io che gli dicevo come avete fatto con gli altri supererete anche questa e poi vivo a 20' basta che mi aggiornate e io vengo con piacere, e loro "non è proprio la stessa cosa", parole tipo "sei stato il miglior collega che abbia avuto in 25 anni di lavoro" oppure "se solo fossi stata più giovane non ti avrei fatta fuggire" oppure "che bello sapere che non ci perderemo mai" proprio perché vedevano ANCHE da parte mia il desiderio e il piacere di continuare la frequentazione, "sei una persona stupenda e saresti un ottimo padre se volessi" , richieste di trasferirmi da loro "dai trasferitevi ad abitare qui così andiamo in giro assieme", baci, abbracci uscite e regali ogni qualvolta fosse possibile, e via discorrendo.. Bene, vado via e scomparsi tutti, come fossi morto, un paio mi trasformano in amicizia virtuale whatsapp, altri spariscono e vabbè erano solo colleghi, una mi chiuse brutalmente la porta in faccia "pensa alla tua vita" solo per averle detto chr era lei a chiedermi di non sparire, chi di loro lesse il messaggio (violento) che mi mandò pianse al posto mio.. e un altro collega sbiancò letteralmente in viso, un'altra ancora mi rispose "ma non hai un ca da fare nel nuovo ufficio?" solo per averle fatto come sempre gli auguri di compleanno..
Vedo invece che i miei attuali colleghi continuano a essere invitati alle cene dagli ex colleghi, postano foto sorridenti assieme e non hanno mai riferito di aver ricevuto tutta la benevolenza che invece ricevevo io quando lavoravano assieme. Nel nostro ufficio nuovo, idem, invitiamo ex.colleghi che adesso lavorano assieme, motivo per poterci rivedere per aggiornarci e fare baldoria assieme, addirittura anche qualcuno che hanno lavorato pochi mesi con noi ma che ha espresso piacere di esserci.. Dico la verità, quando vedo gli altri essere invitati dai loro ex colleghi mi piange il cuore perché avrei gradito anche io lo stesso trattamento, ho dato e ricevuto, ma ho dato anche tanti rispetto e invece non ho ricevuto niente in cambio. Ma come diamine è possibile?!? E dopo anni di SPARIZIONI o al limite qualche augurio whatsapp a natale, quella a me più amica che più mi ha voluto bene all'epoca, ha avuto il coraggio di invitarmi per la SUA festa di pensionamento... come per magia sono tornato in vita... dicendomi io il pensiero per te ce l'ho sempre. Boh sarò strano ma io il "pensiero" lo riservo per chi è a miglior vita.. Ma sono così anormale io o loro?
Vedo invece che i miei attuali colleghi continuano a essere invitati alle cene dagli ex colleghi, postano foto sorridenti assieme e non hanno mai riferito di aver ricevuto tutta la benevolenza che invece ricevevo io quando lavoravano assieme. Nel nostro ufficio nuovo, idem, invitiamo ex.colleghi che adesso lavorano assieme, motivo per poterci rivedere per aggiornarci e fare baldoria assieme, addirittura anche qualcuno che hanno lavorato pochi mesi con noi ma che ha espresso piacere di esserci.. Dico la verità, quando vedo gli altri essere invitati dai loro ex colleghi mi piange il cuore perché avrei gradito anche io lo stesso trattamento, ho dato e ricevuto, ma ho dato anche tanti rispetto e invece non ho ricevuto niente in cambio. Ma come diamine è possibile?!? E dopo anni di SPARIZIONI o al limite qualche augurio whatsapp a natale, quella a me più amica che più mi ha voluto bene all'epoca, ha avuto il coraggio di invitarmi per la SUA festa di pensionamento... come per magia sono tornato in vita... dicendomi io il pensiero per te ce l'ho sempre. Boh sarò strano ma io il "pensiero" lo riservo per chi è a miglior vita.. Ma sono così anormale io o loro?
Gentile utente, la ringrazio della sua condivisione. Dalle sue parole arriva molta delusione, il che è assolutamente comprensibile davanti a dei segnali così contrastanti. E' la prima volta che vive una situazione simile o le è già capitato? Ci sono stati episodi nel suo passato dove si è sentito deluso, triste, anche arrabbiato, per la mancanza improvvisa di riconoscimenti e affetto? Trovo molto interessante dove dice "mi sentivo molto felice grazie anche al loro affetto": da ciò si comprende ancor meglio quanto il loro comportamento l'abbia profondamente ferita. Come considerazione generale, le direi che ognuno di noi gestisce e coltiva le relazioni in modi diversi: c'è chi ha bisogno di una continuità più serrata, chi invece accoglie la distanza senza difficoltà. Dunque non vi è un modo universalmente giusto o sbagliato: quello che conta è ciò che fa star bene noi. Ma indipendentemente da ciò, la invito a dedicarsi e concedersi uno spazio con un/una professionista per prendersi cura di questa ferita. Rimango a sua disposizione. Un caro saluti! Dott.ssa Federica Bertucci
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Gentile utente,
quello che descrive è un'esperienza comune e dolorosa, che mette in luce quanto le relazioni umane siano complesse e non sempre rispecchino le aspettative che coltiviamo. Quando investiamo affetto, tempo ed energia in un rapporto, sia sul lavoro che al di fuori, ci aspettiamo spesso che l'attenzione e l'interesse ricevuti continuino anche oltre il contesto in cui la relazione è nata. Tuttavia, ogni persona vive e percepisce i legami in modo diverso, e per molte, l’intensità dei rapporti può essere circoscritta al momento presente, legata a circostanze specifiche, come l'ambiente lavorativo.
Non si tratta di essere "strani" o "anormali", quanto piuttosto di avere sensibilità diverse nel modo di vivere le relazioni. Per alcune persone, i legami nati sul posto di lavoro possono rimanere confinati a quel contesto e, una volta terminato, perdono la stessa intensità. Per altre, invece, il rapporto può avere un valore più profondo e duraturo, come sembra essere il tuo caso. Questo può creare uno squilibrio nelle aspettative reciproche e generare delusione.
Ciò che sente è assolutamente legittimo. È umano aspettarsi che l'affetto e il rispetto che ha dato siano ricambiati, e la sua frustrazione e amarezza derivano proprio da questo disallineamento. La sua delusione rispetto a come alcune persone si sono comportate dopo la sua partenza è comprensibile, e ci fa riflettere su quanto le relazioni, per quanto genuine e profonde possano sembrare, a volte siano limitate da fattori esterni, come il contesto lavorativo.
Il fatto che lei sia stato invitato nuovamente per la festa di pensionamento della sua collega potrebbe indicare che, nonostante la distanza e i silenzi, ha lasciato un segno importante nella sua vita. Potrebbe anche essere un'opportunità per esplorare se è possibile ricostruire quei rapporti su nuove basi o accettare che alcuni legami, pur significativi, abbiano un ciclo di vita legato a momenti specifici.
In definitiva, non è lei ad essere anormale o "strano", e nemmeno loro. Le relazioni umane sono fatte di dinamiche complesse e diverse sensibilità. Quello che conta è trovare il suo equilibrio nel modo in cui vive e gestisce i suoi legami, rispettando le sue emozioni e le sue aspettative senza permettere che la delusione per gli altri intacchi il valore che da alle sue esperienze e al modo in cui si relaziona agli altri.
Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Pinella Chionna
quello che descrive è un'esperienza comune e dolorosa, che mette in luce quanto le relazioni umane siano complesse e non sempre rispecchino le aspettative che coltiviamo. Quando investiamo affetto, tempo ed energia in un rapporto, sia sul lavoro che al di fuori, ci aspettiamo spesso che l'attenzione e l'interesse ricevuti continuino anche oltre il contesto in cui la relazione è nata. Tuttavia, ogni persona vive e percepisce i legami in modo diverso, e per molte, l’intensità dei rapporti può essere circoscritta al momento presente, legata a circostanze specifiche, come l'ambiente lavorativo.
Non si tratta di essere "strani" o "anormali", quanto piuttosto di avere sensibilità diverse nel modo di vivere le relazioni. Per alcune persone, i legami nati sul posto di lavoro possono rimanere confinati a quel contesto e, una volta terminato, perdono la stessa intensità. Per altre, invece, il rapporto può avere un valore più profondo e duraturo, come sembra essere il tuo caso. Questo può creare uno squilibrio nelle aspettative reciproche e generare delusione.
Ciò che sente è assolutamente legittimo. È umano aspettarsi che l'affetto e il rispetto che ha dato siano ricambiati, e la sua frustrazione e amarezza derivano proprio da questo disallineamento. La sua delusione rispetto a come alcune persone si sono comportate dopo la sua partenza è comprensibile, e ci fa riflettere su quanto le relazioni, per quanto genuine e profonde possano sembrare, a volte siano limitate da fattori esterni, come il contesto lavorativo.
Il fatto che lei sia stato invitato nuovamente per la festa di pensionamento della sua collega potrebbe indicare che, nonostante la distanza e i silenzi, ha lasciato un segno importante nella sua vita. Potrebbe anche essere un'opportunità per esplorare se è possibile ricostruire quei rapporti su nuove basi o accettare che alcuni legami, pur significativi, abbiano un ciclo di vita legato a momenti specifici.
In definitiva, non è lei ad essere anormale o "strano", e nemmeno loro. Le relazioni umane sono fatte di dinamiche complesse e diverse sensibilità. Quello che conta è trovare il suo equilibrio nel modo in cui vive e gestisce i suoi legami, rispettando le sue emozioni e le sue aspettative senza permettere che la delusione per gli altri intacchi il valore che da alle sue esperienze e al modo in cui si relaziona agli altri.
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Dott.ssa Pinella Chionna
Le delusioni sono l'effetto delle nostre illusioni. Aspettarsi qualcosa in cambio dei nostri sacrifici é una di queste. Forse i suoi colleghi si sono sempre sentiti in debito con lei, che faceva tanto in ufficio,... forse.
Un caro saluto
Un caro saluto
Gentile utente, capisco la sua delusione e il rammarico di come sono andate le cose. Magari lei è una persona che dà tanto e gli altri si sentono di ringraziarla in qualche modo, ma questo non vuol dire che c'è reciprocità. Le suggerisco di pensare alla sua vita e all'indietro e vedere se ci sono state altre situazioni simili, in cui lei ha dato tanto e poi si è sentito dimenticato. Se ci sono stati altri episodi, anche da bambino, dovrebbe riflettere su che cosa ci mette lei, che cosa fa che contribuisca al crearsi di queste situazioni. Potrebbe essere che lei ha bisogno di sentirsi molto importante per gli altri e quindi fa di tutto per avere questo. E' un' ipotesi. Se questi temi destano il suo interesse potrebbe approfondirli in un percorso psicologico. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile utente dal suo racconto sembra davvero che gli ex colleghi l' abbiano mandata in confusione. L' avevano riempita di attenzioni e coccole è poi è come se l' avessero abbandonato, i nuovi colleghi invece accolgono e accettano gli ex colleghi. Quello che posso consigliarle è di iniziare un percorso terapeutico dove esplorare più nel dettaglio le motivazioni per cui questo possa essere successo, uno spazio dove poter accogliere la sua sofferenza. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buonasera,
grazie della sua condivisione.
Potrebbe esserle utile indagare (anche attraverso la tecnica EMDR sul trauma) questo suo vissuto attuale. Certamente da come ha raccontato le cose ci si rimane male, senza ombra di dubbio, ma cosa le ha "SMOSSO"? Si è sentito abbandonato? Che cosa questi comportamenti le hanno fatto "credere" di sé?
Certi eventi anche poco piacevoli, a volte possono essere occasioni di riflessione, crescita interiore e di "PULIZIA RELAZIONALE".
Mi rendo a disposizione on line.
In bocca al lupo!
grazie della sua condivisione.
Potrebbe esserle utile indagare (anche attraverso la tecnica EMDR sul trauma) questo suo vissuto attuale. Certamente da come ha raccontato le cose ci si rimane male, senza ombra di dubbio, ma cosa le ha "SMOSSO"? Si è sentito abbandonato? Che cosa questi comportamenti le hanno fatto "credere" di sé?
Certi eventi anche poco piacevoli, a volte possono essere occasioni di riflessione, crescita interiore e di "PULIZIA RELAZIONALE".
Mi rendo a disposizione on line.
In bocca al lupo!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Da quanto scriva si avverte la sua delusione verso i suoi ex colleghi che la riempivano di complimenti e di apprezzamenti come collega e come uomo. Poi, il silenzio.
Credo che succeda spesso che avvenga uno sbilanciamento dei rapporti e dei contatti quando si perda la quotidianità vissuta insieme. ciò non significa dimenticanza così come affermato dalla sua collega che "ha sempre avuto un pensiero per Lei". A volte si corre il rischio di aspettarsi dagli altri comportamenti come i nostri; questa aspettativa generalmente viene disattesa perché gli altri sono semplicemente diversi da noi e, fermo restando della sincerità delle loro affermazioni quando fatte, può succedere che vivano un distacco in modo diverso da noi. siamo noi che forse fatichiamo ad accettare la diversità (anormale) delle altre persone. credo che potrebbe essere utile per lei poter approfondire queste tematiche che forse le appartengono a prescindere dai suoi colleghi i quali, nella sua idea, l'hanno un po' tradito disattendendo le sue aspettative e dimenticandolo. Sono a sua disposizione se vorrà parlarne in maniera più dettagliata.
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
Credo che succeda spesso che avvenga uno sbilanciamento dei rapporti e dei contatti quando si perda la quotidianità vissuta insieme. ciò non significa dimenticanza così come affermato dalla sua collega che "ha sempre avuto un pensiero per Lei". A volte si corre il rischio di aspettarsi dagli altri comportamenti come i nostri; questa aspettativa generalmente viene disattesa perché gli altri sono semplicemente diversi da noi e, fermo restando della sincerità delle loro affermazioni quando fatte, può succedere che vivano un distacco in modo diverso da noi. siamo noi che forse fatichiamo ad accettare la diversità (anormale) delle altre persone. credo che potrebbe essere utile per lei poter approfondire queste tematiche che forse le appartengono a prescindere dai suoi colleghi i quali, nella sua idea, l'hanno un po' tradito disattendendo le sue aspettative e dimenticandolo. Sono a sua disposizione se vorrà parlarne in maniera più dettagliata.
cordialmente
Carlo Benedetti Michelangeli
Questo insegna a non aspettarsi mai troppo dagli altri. Al di la del comportamento degli altri che è assolutamente incontrollabile ed imprevedibile mi sintonizzerei maggiormente su di lei. Non ci avrà investito troppo? Tutto questo bisogno/piacere di sentirsi riconosciuto ed apprezzato non sarà stato percepito anche dagli altri? A volte le situazioni cambiano nettamente al cambiare degli equilibri che le caratterizzano. Fossi in lei cercherei di vivere maggiormente il momento e non fossilizzarsi troppo sulle altre persone...
Buongiorno, è comprensibile il suo dolore per quanto accaduto. Le relazioni umane purtroppo a volte sono fatte anche di queste esperienze qui. Nel caso quanto vissuto l'avesse buttata sin troppo giù non esiti a contattare uno specialista che possa aiutarla ad elaborare tutta la sua sofferenza. Cordiali saluti Dott. Diego Ferrara
Buongiorno.
La sua esperienza non è affatto anormale, e posso immaginare quanto possa essere dolorosa la delusione per aver dato tanto in termini di affetto, supporto e amicizia, solo per sentirsi poi trascurato o escluso. Quello che ha vissuto evidenzia un aspetto delle relazioni umane che a volte può risultare difficile da accettare: il legame tra persone può essere influenzato da tanti fattori, come le circostanze lavorative, le dinamiche di gruppo e le aspettative personali.
Le relazioni sul lavoro possono sembrare sincere e profonde, ma è anche possibile che una volta finito il contesto lavorativo, alcune persone non sentano più l'urgenza di mantenere il legame, mentre altre riescono a proseguire anche fuori da quel contesto. Non si tratta di essere "strano" o "anormale" lei, né necessariamente di malizia o cattiveria da parte loro. Ogni persona gestisce in modo diverso i rapporti, e forse alcuni di loro non sono riusciti a continuare a coltivarli fuori dall'ambiente lavorativo, per ragioni loro.
La sua delusione è comprensibile, specialmente dopo aver investito emotivamente in queste relazioni. Forse, anche quel dolore deriva da una maggiore sensibilità che le fa dare più valore a legami profondi e veri. La chiave ora potrebbe essere accettare il fatto che, nonostante il loro comportamento deluda le sue aspettative, ciò non toglie valore a ciò che ha vissuto e dato loro.
Se sentisse la necessità di esplorare più a fondo le dinamiche relazionali che ha vissuto e il senso di tradimento che prova, potrebbe essere utile riflettere su come si possa ristabilire il giusto equilibrio, magari anche con il supporto di una terapia attiva che possa aiutarla a gestire i sentimenti legati a queste esperienze.
d.ssa Raileanu
La sua esperienza non è affatto anormale, e posso immaginare quanto possa essere dolorosa la delusione per aver dato tanto in termini di affetto, supporto e amicizia, solo per sentirsi poi trascurato o escluso. Quello che ha vissuto evidenzia un aspetto delle relazioni umane che a volte può risultare difficile da accettare: il legame tra persone può essere influenzato da tanti fattori, come le circostanze lavorative, le dinamiche di gruppo e le aspettative personali.
Le relazioni sul lavoro possono sembrare sincere e profonde, ma è anche possibile che una volta finito il contesto lavorativo, alcune persone non sentano più l'urgenza di mantenere il legame, mentre altre riescono a proseguire anche fuori da quel contesto. Non si tratta di essere "strano" o "anormale" lei, né necessariamente di malizia o cattiveria da parte loro. Ogni persona gestisce in modo diverso i rapporti, e forse alcuni di loro non sono riusciti a continuare a coltivarli fuori dall'ambiente lavorativo, per ragioni loro.
La sua delusione è comprensibile, specialmente dopo aver investito emotivamente in queste relazioni. Forse, anche quel dolore deriva da una maggiore sensibilità che le fa dare più valore a legami profondi e veri. La chiave ora potrebbe essere accettare il fatto che, nonostante il loro comportamento deluda le sue aspettative, ciò non toglie valore a ciò che ha vissuto e dato loro.
Se sentisse la necessità di esplorare più a fondo le dinamiche relazionali che ha vissuto e il senso di tradimento che prova, potrebbe essere utile riflettere su come si possa ristabilire il giusto equilibrio, magari anche con il supporto di una terapia attiva che possa aiutarla a gestire i sentimenti legati a queste esperienze.
d.ssa Raileanu
Buonasera, non è l'unico a riportare eventi del genere che a livello emotivo portano spesso a : delusione, disgusto, messa in discussione di sé.... In realtà un "gruppo" ha regole di funzionamento inconsce che cessano se si cambiano elementi o contesti. A ciò si aggiunge l'aspetto ipocrita o opportunista che può convivere con quelli sinceri di altri. Rimane però un punto centrale: come si sente? Confuso, arrabbiato o che altro? Come mai non ha palesato il suo disappunto per cercare chiarimenti o semplicemente come sfogo?
Rispondere a queste domande potrebbe portare a riflessioni costruttive. In merito alla sua domanda, ritengo che lei non è strano, probabilmente ha più risorse emotive e relazionali da mettere in gioco nella vita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Rispondere a queste domande potrebbe portare a riflessioni costruttive. In merito alla sua domanda, ritengo che lei non è strano, probabilmente ha più risorse emotive e relazionali da mettere in gioco nella vita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissimo, ognuno di noi è diverso nelle relazioni con gli altri, dando tanto lei si aspetta che la cosa venga ricambiata ma ben spesso i nostri desideri non coincidono con quelli degli altri, o con le necessità altrui. Ne consegue una gran delusione che la fa star male e fa fatica a capire. Perché gli altri si comportano così? Sono stati opportunisti? Ho sbagliato qualcosa?
Tutto ciò non può farla star bene. Le consiglio di rivolgersi a un professionista che l'aiuti a raggiungere una miglior consapevolezza di se e delle sue emozioni, dei pensieri che la fanno star male. Capirsi meglio per capire meglio.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Tutto ciò non può farla star bene. Le consiglio di rivolgersi a un professionista che l'aiuti a raggiungere una miglior consapevolezza di se e delle sue emozioni, dei pensieri che la fanno star male. Capirsi meglio per capire meglio.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Gentile Utente buongiorno, dal racconto della sua vicenda lavorativa e relazionale con il suo ex gruppo di lavoro sembra emergere tanta delusione e amarezza rispetto a ciò che si immaginava sarebbe stato il passaggio da collega ed ex collega. Questa delusione sembra essere l'effetto del suo importante investimento emotivo e di impegno che aveva messo in atto durante l'esperienza lavorativa ed anche dai messaggi verbali e non verbali che i suoi colleghi le indirizzavano. Tali messaggi sembravano chiari inviti a non perdersi di vista e a rimanere comunque amici e frequentarsi una volta conclusasi l'esperienza nel gruppo di lavoro.
Così non è stato, ed anzi alcuni messaggi sono sembrati come un invito a mantenere la distanza.
Tutto questo le provoca un sentimento di delusione e confusione e non è facile dare un senso a tutta questa esperienza.
Gli eventi esterni come le chiusure brusche, gli abbandoni inaspettati, ci colpiscono maggiormente se abbiamo già una ferita rispetto a quel tipo di eventi, Possono esserci state già esperienze simili che hanno reso piu' sensibile la persona relativamente a quel tipo di situazioni.
Potrebbe utilizzare questa esperienza per conoscere meglio se stesso e suoi punti deboli in modo da poterli rafforzare?
Riguardo al motivo del comportamento dei suoi colleghi, non è facile stabilirlo essendo molte la variabili in gioco. Immagino che una ragione pootrebbe essere relativa al fatto che è stato tutto "troppo": troppo investimento da parte sua, troppo contenti loro di tale impegno, troppo dispiacere nel salutarsi e infine troppo da restituitre una volta avvenuto il dostacco. Preciso che questa è solo una mia immaginazione.
Un caro saluto. Dr.ssa Claudia Quaglieri
Così non è stato, ed anzi alcuni messaggi sono sembrati come un invito a mantenere la distanza.
Tutto questo le provoca un sentimento di delusione e confusione e non è facile dare un senso a tutta questa esperienza.
Gli eventi esterni come le chiusure brusche, gli abbandoni inaspettati, ci colpiscono maggiormente se abbiamo già una ferita rispetto a quel tipo di eventi, Possono esserci state già esperienze simili che hanno reso piu' sensibile la persona relativamente a quel tipo di situazioni.
Potrebbe utilizzare questa esperienza per conoscere meglio se stesso e suoi punti deboli in modo da poterli rafforzare?
Riguardo al motivo del comportamento dei suoi colleghi, non è facile stabilirlo essendo molte la variabili in gioco. Immagino che una ragione pootrebbe essere relativa al fatto che è stato tutto "troppo": troppo investimento da parte sua, troppo contenti loro di tale impegno, troppo dispiacere nel salutarsi e infine troppo da restituitre una volta avvenuto il dostacco. Preciso che questa è solo una mia immaginazione.
Un caro saluto. Dr.ssa Claudia Quaglieri
Grazie per la condivisione.
A volte ci aspettiamo troppo dagli altri o meglio ci aspettiamo che gli altri facciano e agiscono come faremmo o agiremmo noi.
Lei è sempre stato come dice molto disponibile e sicuramente un grande lavoratore e sicuramente quando ero li si sentiva apprezzato e riconoscente verso tutto questo affetto che però non è continuato fuori... mi dispiace che si senta deluso ma bisogna assolutamente lasciar andare le aspettative che abbiamo nei confronti degli altri e capire che spesso quello che diamo non ci torna indietro....se ci torna indietro ne possiamo essere grati altrimenti possiamo semplicemente essere contenti di ciò che siamo stati in grado di donare noi senza però continuare a sperare che l'altro faccia la stessa cosa che avremmo fatto noi in quella situazione.
le mando un abbraccio.
A volte ci aspettiamo troppo dagli altri o meglio ci aspettiamo che gli altri facciano e agiscono come faremmo o agiremmo noi.
Lei è sempre stato come dice molto disponibile e sicuramente un grande lavoratore e sicuramente quando ero li si sentiva apprezzato e riconoscente verso tutto questo affetto che però non è continuato fuori... mi dispiace che si senta deluso ma bisogna assolutamente lasciar andare le aspettative che abbiamo nei confronti degli altri e capire che spesso quello che diamo non ci torna indietro....se ci torna indietro ne possiamo essere grati altrimenti possiamo semplicemente essere contenti di ciò che siamo stati in grado di donare noi senza però continuare a sperare che l'altro faccia la stessa cosa che avremmo fatto noi in quella situazione.
le mando un abbraccio.
Gentile utente, capisco quanto possa essere difficile accettare il distacco da persone che l'hanno fatta sentire apprezzato e valorizzato. È naturale provare delusione e amarezza quando le aspettative di continuità nei rapporti non vengono soddisfatte. A volte, le persone si allontanano non per cattiveria, ma per gestire le proprie vulnerabilità o per affrontare nuove fasi della vita. Questo non diminuisce il valore della sua autenticità e della sua generosità. Anzi, dimostra quanto sia capace di creare legami sinceri e profondi. Se volesse approfondire questa esperienza e trovare un modo per affrontarla, sarò felice di aiutarla, anche attraverso consulenze online. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Buongiorno, dalla sua descrizione si evince che lei aveva inizialmente un'idea dei suoi colleghi molto positiva, direi idealizzata. Si può presupporre che le parole e le frasi dette dai suoi colleghi siano state poco sincere ma che lei avesse buona fede e fiducia in loro. Quindi è del tutto comprensibile il suo senso di delusione. Spesso capita che le persone esprimano molto entusiasmo nelle situazioni sociali perché è un atteggiamento che viene visto di buon'occhio. Tuttavia non possiamo mai essere certi di quali siano i reali vissuti delle persone e a volte è ci si può lasciare ingannare. Senza contare che i fattori che portano le persone ad allontanarsi possono essere davvero numerosi. Quindi alla sua domanda "sono anormale io o loro", non vi è una risposta univoca perché ognuno ha la propria storia. Mi sorge spontaneo chiederle perché non ha provato a parlare con le persone a cui si era legato maggiormente per cercare un chiarimento da parte loro. Un cordiale saluto. Dr.ssa Laura Raco
Gentile utente, è comprensibile la delusione che sta provando. Lei si è messo in gioco con sincerità e, oserei dire con apertura totale, nel suo contesto lavorativo. Sarebbe necessario conoscere meglio le dinamiche di relazione presenti all'interno del suo ex gruppo di lavoro per avere più chiara la situazione.
E' possibile però che i suoi ex colleghi si siano relazionati con lei in modo squisitamente lavorativo a differenza sua che si è proposto anche sul piano personale. Ecco quindi che, una volta venuto a mancare il contesto di condivisione, tutto si sia raffreddato.
Se la cosa continua a farla star male può chiedere un piccolo percorso di consulenza con uno specialista che le permetta di capire la situazione in profondità e comprendere ciò che è andato storto. Questo le permetterà di affrontare in modo più equilibrato e sicuro le sue prossime relazioni lavorative. Un caro saluto, dott.ssa Barbara Merciari
E' possibile però che i suoi ex colleghi si siano relazionati con lei in modo squisitamente lavorativo a differenza sua che si è proposto anche sul piano personale. Ecco quindi che, una volta venuto a mancare il contesto di condivisione, tutto si sia raffreddato.
Se la cosa continua a farla star male può chiedere un piccolo percorso di consulenza con uno specialista che le permetta di capire la situazione in profondità e comprendere ciò che è andato storto. Questo le permetterà di affrontare in modo più equilibrato e sicuro le sue prossime relazioni lavorative. Un caro saluto, dott.ssa Barbara Merciari
Quello che hai descritto è un’esperienza molto dolorosa e, purtroppo, non rara. Sentire di essere apprezzato, amato e considerato importante per qualcuno, e poi trovarsi improvvisamente isolato e dimenticato può far sentire disorientati e feriti. Il tuo racconto evidenzia la complessità dei rapporti umani, specialmente in ambito lavorativo, dove le dinamiche possono cambiare rapidamente una volta che cambia il contesto.
La tua esperienza sembra ruotare attorno ad alcuni punti cruciali:
Senso di appartenenza e condivisione: Mentre lavoravi con loro, hai creato legami molto forti, sia a livello professionale che personale. È naturale sentirsi apprezzati e legati a un gruppo con cui condividi buona parte della tua giornata, e quando queste relazioni sembrano autentiche, si crea un senso di appartenenza che rafforza la tua identità e il tuo benessere.
La fine di un capitolo: Quando hai cambiato ufficio, per quanto tu ti sia offerto di rimanere in contatto, sembra che quel legame si sia sciolto per la maggior parte delle persone. Questo può essere dovuto a una varietà di ragioni: alcune persone vivono i rapporti lavorativi solo all’interno del contesto lavorativo e, quando questo finisce, non sentono più il bisogno di mantenere quelle connessioni. Altri, invece, potrebbero essere stati sinceri nel momento, ma con il tempo la vita quotidiana ha preso il sopravvento e hanno perso il contatto. Non è giusto né facile da accettare, ma a volte le persone non sono consapevoli di quanto il loro comportamento possa ferire gli altri.
Differenze individuali: Potresti sentirti tradito dal fatto che altri colleghi hanno continuato a essere invitati e coinvolti, mentre tu sei stato escluso. Questo evidenzia come le relazioni umane siano spesso imprevedibili e soggette a dinamiche che non riusciamo sempre a comprendere. Non è detto che la tua esclusione sia un riflesso di chi sei come persona, quanto piuttosto di come gli altri gestiscono i rapporti e le loro priorità. Alcune persone, purtroppo, tendono a scivolare via da quelle che percepiscono come relazioni più complicate o impegnative.
La riapparizione per la festa di pensionamento: Questo punto è particolarmente difficile da digerire. Dopo anni di sparizione, essere contattato per un evento così importante può sembrare opportunistico, come se fossi stato "riattivato" solo per l’occasione. È comprensibile che tu ti senta confuso e arrabbiato. Probabilmente quella persona sente davvero di avere un legame con te, anche se il suo modo di manifestarlo è stato discontinuo o poco attento.
Per rispondere alla tua domanda: non sei affatto anormale. La tua reazione è comprensibile, considerando l'intensità delle emozioni e delle aspettative che avevi investito in quelle relazioni. Sei una persona che vive i rapporti in modo autentico e profondo, e quando ricevi affetto e stima, ti aspetti che questi sentimenti siano sinceri e duraturi. Ma purtroppo, non tutti hanno la stessa visione o lo stesso impegno nei rapporti.
Ci sono molte persone che, per quanto sincere nel momento in cui ti parlano o ti fanno promesse, non sono in grado di mantenere quel livello di connessione nel tempo, soprattutto quando il contesto cambia. Questo può far male, ma non dice nulla di sbagliato su di te. Semmai, potrebbe essere un riflesso della superficialità o della mancanza di consapevolezza emotiva da parte loro.
Cosa fare ora?
Dare valore a chi sei oggi: Anche se fa male essere stati dimenticati o messi da parte, non lasciare che questa esperienza intacchi il tuo valore personale. Continua a essere te stesso, a dare il meglio di te, ma impara anche a capire che non tutti saranno capaci di restituirti lo stesso livello di affetto e considerazione.
Focalizzarti sulle relazioni autentiche: Potresti aver scoperto che alcune delle persone con cui avevi legato non erano così affidabili come pensavi. Ma questo non toglie che ci siano ancora relazioni autentiche e profonde da costruire, magari con nuove persone o con chi ha dimostrato di essere presente anche nei momenti difficili.
Accettare l’impermanenza: È difficile, ma spesso le relazioni cambiano, si evolvono o si interrompono per ragioni che non possiamo sempre controllare. Accettare che alcune persone facciano parte della nostra vita solo per un certo periodo può aiutare a mitigare il senso di abbandono.
Ti auguro di trovare pace e di riuscire a guardare avanti, magari coltivando nuove relazioni che sappiano valorizzarti per la persona che sei, senza farti sentire lasciato indietro.
La tua esperienza sembra ruotare attorno ad alcuni punti cruciali:
Senso di appartenenza e condivisione: Mentre lavoravi con loro, hai creato legami molto forti, sia a livello professionale che personale. È naturale sentirsi apprezzati e legati a un gruppo con cui condividi buona parte della tua giornata, e quando queste relazioni sembrano autentiche, si crea un senso di appartenenza che rafforza la tua identità e il tuo benessere.
La fine di un capitolo: Quando hai cambiato ufficio, per quanto tu ti sia offerto di rimanere in contatto, sembra che quel legame si sia sciolto per la maggior parte delle persone. Questo può essere dovuto a una varietà di ragioni: alcune persone vivono i rapporti lavorativi solo all’interno del contesto lavorativo e, quando questo finisce, non sentono più il bisogno di mantenere quelle connessioni. Altri, invece, potrebbero essere stati sinceri nel momento, ma con il tempo la vita quotidiana ha preso il sopravvento e hanno perso il contatto. Non è giusto né facile da accettare, ma a volte le persone non sono consapevoli di quanto il loro comportamento possa ferire gli altri.
Differenze individuali: Potresti sentirti tradito dal fatto che altri colleghi hanno continuato a essere invitati e coinvolti, mentre tu sei stato escluso. Questo evidenzia come le relazioni umane siano spesso imprevedibili e soggette a dinamiche che non riusciamo sempre a comprendere. Non è detto che la tua esclusione sia un riflesso di chi sei come persona, quanto piuttosto di come gli altri gestiscono i rapporti e le loro priorità. Alcune persone, purtroppo, tendono a scivolare via da quelle che percepiscono come relazioni più complicate o impegnative.
La riapparizione per la festa di pensionamento: Questo punto è particolarmente difficile da digerire. Dopo anni di sparizione, essere contattato per un evento così importante può sembrare opportunistico, come se fossi stato "riattivato" solo per l’occasione. È comprensibile che tu ti senta confuso e arrabbiato. Probabilmente quella persona sente davvero di avere un legame con te, anche se il suo modo di manifestarlo è stato discontinuo o poco attento.
Per rispondere alla tua domanda: non sei affatto anormale. La tua reazione è comprensibile, considerando l'intensità delle emozioni e delle aspettative che avevi investito in quelle relazioni. Sei una persona che vive i rapporti in modo autentico e profondo, e quando ricevi affetto e stima, ti aspetti che questi sentimenti siano sinceri e duraturi. Ma purtroppo, non tutti hanno la stessa visione o lo stesso impegno nei rapporti.
Ci sono molte persone che, per quanto sincere nel momento in cui ti parlano o ti fanno promesse, non sono in grado di mantenere quel livello di connessione nel tempo, soprattutto quando il contesto cambia. Questo può far male, ma non dice nulla di sbagliato su di te. Semmai, potrebbe essere un riflesso della superficialità o della mancanza di consapevolezza emotiva da parte loro.
Cosa fare ora?
Dare valore a chi sei oggi: Anche se fa male essere stati dimenticati o messi da parte, non lasciare che questa esperienza intacchi il tuo valore personale. Continua a essere te stesso, a dare il meglio di te, ma impara anche a capire che non tutti saranno capaci di restituirti lo stesso livello di affetto e considerazione.
Focalizzarti sulle relazioni autentiche: Potresti aver scoperto che alcune delle persone con cui avevi legato non erano così affidabili come pensavi. Ma questo non toglie che ci siano ancora relazioni autentiche e profonde da costruire, magari con nuove persone o con chi ha dimostrato di essere presente anche nei momenti difficili.
Accettare l’impermanenza: È difficile, ma spesso le relazioni cambiano, si evolvono o si interrompono per ragioni che non possiamo sempre controllare. Accettare che alcune persone facciano parte della nostra vita solo per un certo periodo può aiutare a mitigare il senso di abbandono.
Ti auguro di trovare pace e di riuscire a guardare avanti, magari coltivando nuove relazioni che sappiano valorizzarti per la persona che sei, senza farti sentire lasciato indietro.
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