A febbraio ho avuto il mio primo attacco di panico e sono finita in pronto soccorso. Da allora ho vi
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A febbraio ho avuto il mio primo attacco di panico e sono finita in pronto soccorso. Da allora ho vissuto con la paura che possa succedere di nuovo, ed è successo quando stavo viaggiando in treno alcuni giorni fa. No così grave come la prima volta. Il mio medico mi ha consigliato di prendere Tavor oro quando mi trovo in questa situazione e di iniziare una cura di Escitalopram (cipralex). Io però non voglio iniziare la cura. Preferirei fare delle sedute con un specialista piuttosto che inizare a prendere dei farmaci all'età di 22 anni. Cosa mi consigliate?
Cara ragazza, il tuo pensiero è molto corretto. La terapia farmacologica, soprattutto se non affiancata ad una parallela psicoterapia, non dà risultati stabili; solleva dal problema sul momento, ma non libera. Al più diventa una "coperta di Linus" in assenza della quale fatichiamo a muoverci. La situazione che descrivi è tipica del panico, dove al primo improvviso attacco ne seguono degli altri, in momenti diversi, innescati anche solo dal pensiero di poterne avere uno. E' una situazione subdola, perché se trascurata giorno dopo giorno rosicchia sempre più spazi della nostra autonomia, riducendo all'osso le attività che siamo in grado di concederci. Ti incoraggio a prendere contatto con uno psicoterapeuta della tua zona, ad oggi è possibile intervenire sul panico in tempi piuttosto brevi (anche se dipende da caso a caso), poiché mentre si cercano le cause che l'hanno generato è possibile apprendere in che modo regolare le sensazioni sgradevoli che comporta. E recuperare controllo. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro augurio di buona fortuna
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Buongiorno, nelle sue parole c'è già molta attenzione verso se stessa, una capacità di prendersi cura che non è comune alla sua età. La scelta di un percorso di psicoterapia che possa sostenerla e orientarla nell'esplorare cosa sta succedendo nella sua vita sarebbe molto utile, a volte più del solo farmaco che può funzionare un po' da tappo alla possibilità di pensarsi, di vedere solo il sintomo e non la persona in tutta la sua interezza e complessità. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buongiorno,
data la sua giovane età e la sua capacità di ascoltarsi a livello interiore, credo anche io come i colleghi che potrebbe esserle di giovamento l'inizio di un percorso di psicoterapia. Il panico è un segnale di allarme che il nostro sistema corpo-mente ci manda per avvisarci che qualcosa dentro di noi preme per esprimersi. Una psicoterapeuta potrebbe aiutarla a decifrare il segnale stesso individuando le cause profonde del suo malessere.
Un caro saluto, dott.ssa Margherita Maggioni.
data la sua giovane età e la sua capacità di ascoltarsi a livello interiore, credo anche io come i colleghi che potrebbe esserle di giovamento l'inizio di un percorso di psicoterapia. Il panico è un segnale di allarme che il nostro sistema corpo-mente ci manda per avvisarci che qualcosa dentro di noi preme per esprimersi. Una psicoterapeuta potrebbe aiutarla a decifrare il segnale stesso individuando le cause profonde del suo malessere.
Un caro saluto, dott.ssa Margherita Maggioni.
Gentile utente di mio dottore,
per la problematica da lei esposta solitamente è indicato un approccio integrato.
Se il sintomo è invalidante al momento potrebbe essere utile fare anche un consulto psichiatrico, mediante il quale poter ricevere una somministrazione farmacologica adeguata.
Molto importante in questi casi poter iniziare un percorso psicoterapico che si ponga l'obbiettivo di poter approfondire le ragioni e la funzionalità del sintomo.
La psicoterapia guarda alla possibilità di poter star bene a lungo termine chiaramente.
Scelga uno specialista a cui affidarsi e vedrà che col tempo le cose potrebbero andare meglio.
Dovesse aver bisogno di maggiore informazioni non esiti a contattarmi in privato
per la problematica da lei esposta solitamente è indicato un approccio integrato.
Se il sintomo è invalidante al momento potrebbe essere utile fare anche un consulto psichiatrico, mediante il quale poter ricevere una somministrazione farmacologica adeguata.
Molto importante in questi casi poter iniziare un percorso psicoterapico che si ponga l'obbiettivo di poter approfondire le ragioni e la funzionalità del sintomo.
La psicoterapia guarda alla possibilità di poter star bene a lungo termine chiaramente.
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Gentile utente, sono perfettamente d'accordo con il suo pensiero. Il supporto farmacologico a volte è indispensabile ma nel suo caso credo che possa attendere un momento di approfondimento psicoterapeutico. Potrà poi confrontarsi con il suo terapeuta e valutare insieme e alla luce di quanto emerso, l'opportunità di avvalersi di un consulto psichiatrico. I miei auguri, dott.ssa Marianna Genitore
Buonasera. Suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo per poter capire cosa provoca questi attacchi. La terapia farmacologica è sempre meglio affiancarla a quella psicologica. Però non escludo che un farmaco da usare al
Momento del Bisogno, soprattutto finché non sono chiari i motivi degli attacchi, possa aiutare. Chiara Tomassoni
Momento del Bisogno, soprattutto finché non sono chiari i motivi degli attacchi, possa aiutare. Chiara Tomassoni
Le consiglio anche io, considerata la sua capacità di stare in contatto con sé stessa e la sua lucidità nel comprendere che sotto il sintomo si nasconde altro, di intraprendere un percorso di psicoterapia. Mi pare abbia grandi risorse per trarne benefici. Un caro saluto.
Cara ragazza,
penso sia importante mantenersi aperta e curiosa rispetto all'inizio di un percorso di Psicoterapia.
E' importante e bello per me sentire che da parte sua si è posta già un obiettivo: comprendere cosa è giusto fare per lei e porsi il dubbio di come volersi sostenere se attraverso un percorso farmacologico oppure con quello psicoterapeutico (o entrambi).
Le auguro il meglio!
penso sia importante mantenersi aperta e curiosa rispetto all'inizio di un percorso di Psicoterapia.
E' importante e bello per me sentire che da parte sua si è posta già un obiettivo: comprendere cosa è giusto fare per lei e porsi il dubbio di come volersi sostenere se attraverso un percorso farmacologico oppure con quello psicoterapeutico (o entrambi).
Le auguro il meglio!
Buongiorno, dalle sue parole, ha le idee chiare sul da farsi: preferisce iniziare un percorso psicoterapeutico anzichè una cura farmacologica. Naturalmente il suo pensiero è corretto perchè, nonostante la giovane età, ha già capito che l'attacco di panico è solo il sintomo di qualcosa che dentro di lei va preso in considerazione. E la psicoterapia è lo strumento giusto per esplorare e produrre in cambiamento in direzione del benessere. Quindi mi pare di capire che deve scegliere solo il professionista con cui farlo. Qui su MIO DOTTORE ha l'imbarazzo della scelta. Scelga in base a chi sente più vicino alle sue esigenze e prenda subito un appuntamento. Se ha bisogno di me, ci sono, anche online. Un caro saluto.
Sembra che lei abbia già in mente il da farsi, ha già deciso!
Penso che debba proprio darsi fiducia.
Se ha bisogno di altro non esiti a chiedere.
Le auguro ogni bene.
Penso che debba proprio darsi fiducia.
Se ha bisogno di altro non esiti a chiedere.
Le auguro ogni bene.
Buongiorno, il suo pre-stare e stare in ascolto con se stessa e la sua capacità di autoriflessione direi che sono degli ottimi presupposti per intraprendere un percorso psicologico. I farmaci sono stati e sono molto utili per attutire i sintomi del suo malessere ma non curano le cause, per questo credo che integrare la psicoterapia alla cura farmacologica la aiuterà a riflettere sulla sua storia e a dare un significato e un senso che sia coerente agli attacchi di panico. Un caro saluto, Enza C.
Salve, sarebbe spesso opportuno in questo tipo di situazioni affiancare ad una eventuale farmacoterapia una psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale. Il farmaco potrebbe essere d'aiuto nell'eventualità in cui la sintomatologia interferisca in maniera rilevante con il benessere personale, con le attività sociali, lavorative e nel caso in cui ostacoli il lavoro terapeutico; bisogna ricordare però che, se non correttamente somministrato e monitorato, potrebbe diventare un comportamento protettivo e quindi un potente fattore di mantenimento del disturbo stesso. Buona serata.
Buongiorno
l'indicazione data dal medico è una strada possibile per risolvere il suo problema. Un'altra strada percorrible è quella della psicoterapia. A volte i due percorsi si integrano. Dalla mia esperienza posso dirle che il percorso farmacologico così come la psicoterapia possono dare ottimi risultati. In entrambi i casi l'obiettivo è quello di eliminare il sintomo. La psicoterapia aiuta a comprendere se stessi, a essere più consapevoli delle nostre risorse, fragilità, bisogni, paure, contraddizioni in modo da vivere maggiormente in sintonia con ciò che si è. In questo modo è più facile che non si presentino situazioni in cui il nostro corpo diretto dalla nostra mente necessiti di chiedere aiuto attraverso una crisi di panico, che è sempre preziosa per quanto devastante. La crisi ci sta comunicando qualcosa di importante, sta dicendo che qualcosa non va, è una lampadina che si accende in modo prepotente con sembianze minacciose, ma vuole metterci in guardia, indicarci di guardare meglio cosa ci st succedendo. Può quindi diventare uno strumento prezioso, una lanterna utile per la nostra crescita e conoscenza.. Penso che a qualsiasi età valga la pena di intraprendere tale percorso. I farmaci possono anch'essi essere di grande aiuto ma atrtraverso un'altra strada, quella del riequilibrio chimico. Il medico può spiegarle meglio di me la loro azione. Sono importanti soprattutto quando il nostro malessere sta invalidando la nostra quotiianità,,nad esempio non riusciamo ad andare a scuola o al lavoro, non riusciamo più a mangiare, a dormire o uscire di casa. In alcuni casi gli stessi farmaci possono dare la forza di uscire di casa e intraprendere una psicoterapia. Se vogliamo riparare un'automobile che è caduta in un fosso prima dobbiamo toglietla dal fosso e poi possiamo ripararla. Io non conosco la sua situazione nel dettaglio per cui non so consigliarla. Per quanto riguarda dubbi su rischi di assunzione di farmaci di questo tipo alla sua età le consiglio di chiedere direttamente al medico di riferimento o a uno psichiatra. Spero di essere stata di aiuto. In bocca al lupo!
l'indicazione data dal medico è una strada possibile per risolvere il suo problema. Un'altra strada percorrible è quella della psicoterapia. A volte i due percorsi si integrano. Dalla mia esperienza posso dirle che il percorso farmacologico così come la psicoterapia possono dare ottimi risultati. In entrambi i casi l'obiettivo è quello di eliminare il sintomo. La psicoterapia aiuta a comprendere se stessi, a essere più consapevoli delle nostre risorse, fragilità, bisogni, paure, contraddizioni in modo da vivere maggiormente in sintonia con ciò che si è. In questo modo è più facile che non si presentino situazioni in cui il nostro corpo diretto dalla nostra mente necessiti di chiedere aiuto attraverso una crisi di panico, che è sempre preziosa per quanto devastante. La crisi ci sta comunicando qualcosa di importante, sta dicendo che qualcosa non va, è una lampadina che si accende in modo prepotente con sembianze minacciose, ma vuole metterci in guardia, indicarci di guardare meglio cosa ci st succedendo. Può quindi diventare uno strumento prezioso, una lanterna utile per la nostra crescita e conoscenza.. Penso che a qualsiasi età valga la pena di intraprendere tale percorso. I farmaci possono anch'essi essere di grande aiuto ma atrtraverso un'altra strada, quella del riequilibrio chimico. Il medico può spiegarle meglio di me la loro azione. Sono importanti soprattutto quando il nostro malessere sta invalidando la nostra quotiianità,,nad esempio non riusciamo ad andare a scuola o al lavoro, non riusciamo più a mangiare, a dormire o uscire di casa. In alcuni casi gli stessi farmaci possono dare la forza di uscire di casa e intraprendere una psicoterapia. Se vogliamo riparare un'automobile che è caduta in un fosso prima dobbiamo toglietla dal fosso e poi possiamo ripararla. Io non conosco la sua situazione nel dettaglio per cui non so consigliarla. Per quanto riguarda dubbi su rischi di assunzione di farmaci di questo tipo alla sua età le consiglio di chiedere direttamente al medico di riferimento o a uno psichiatra. Spero di essere stata di aiuto. In bocca al lupo!
Buongiorno, ritengo molto assennata la sua decisione di voler intraprendere una cura alternativa ai farmaci. Infatti, gli stati ansiosi e gli attacchi di panico hanno una fortissima matrice psicologica, che è bene indagare e debellare attraverso una terapia psicoterapeutica, che può essere affiancata all'uso dei farmaci o essere intrapresa senza di essi. Le consiglio quindi di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso. Mi scriva pure per ulteriori informazioni! Un caro saluto
Gentile signora,
Spesso la combinazione di psicoterapia e farmaci é un buon metodo di inizio per la gestione degli attacchi di panico, i farmaci poi possono essere modulati e anche eliminati in un secondo momento. Tuttavia la terapia proposta dal suo medico mi sembra un po' aggressiva se lei non e abituata a farmaci di questo genere, sarebbe forse più utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che collabori con uno psichiatra, in modo che possa essere seguita da due professionisti che collaborano già in maniera proficua.
Gli attacchi di panico sono un disturbo molto frequente e per la guarigione molto dipende dallo stile cognitivo del paziente. Mi sembra che lei abbia una corretta visione della cosa, le auguro di trovare presto una soluzione. Non esiti a contattarmi se necessita di ulteriori informazioni.
Spesso la combinazione di psicoterapia e farmaci é un buon metodo di inizio per la gestione degli attacchi di panico, i farmaci poi possono essere modulati e anche eliminati in un secondo momento. Tuttavia la terapia proposta dal suo medico mi sembra un po' aggressiva se lei non e abituata a farmaci di questo genere, sarebbe forse più utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che collabori con uno psichiatra, in modo che possa essere seguita da due professionisti che collaborano già in maniera proficua.
Gli attacchi di panico sono un disturbo molto frequente e per la guarigione molto dipende dallo stile cognitivo del paziente. Mi sembra che lei abbia una corretta visione della cosa, le auguro di trovare presto una soluzione. Non esiti a contattarmi se necessita di ulteriori informazioni.
Buongiorno, concordo con lei nella possibilità di iniziare un percorso terapeutico personale a fronte di due diversi attacchi di panico. Assumere solamente farmaci non porta a dei risultati stabili e duraturi nel tempo. La combinazione di psicoterapia e farmaci sarebbe l'ideale per affrontare il suo problema. Spero lei possa trovare al più presto una soluzione che la faccia stare meglio e avere dei risultati. Mi contatti pure per ulteriori informazioni. Un caro saluto
Gentile signorina, lei ha perfettamente ragione.
Il farmaco non va demonizzato, va usato quando è strettamente necessario, per esempio quando la sintomatologia è in fase acuta e crea disagio notevole per la qualità di vita.
Nel suo caso il medico avrà valutato e considerato opportuno prescriverle in un primo momento, una terapia farmacologica che ora però può integrare con una psicoterapia che le consentirà di affrontare le cause del suo disturbo.
Prenda questa decisione e chieda una consulenza con uno psicoterapeuta, insieme valuterete la situazione e programmerete il piano di trattamento più adeguato per lei.
Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Il farmaco non va demonizzato, va usato quando è strettamente necessario, per esempio quando la sintomatologia è in fase acuta e crea disagio notevole per la qualità di vita.
Nel suo caso il medico avrà valutato e considerato opportuno prescriverle in un primo momento, una terapia farmacologica che ora però può integrare con una psicoterapia che le consentirà di affrontare le cause del suo disturbo.
Prenda questa decisione e chieda una consulenza con uno psicoterapeuta, insieme valuterete la situazione e programmerete il piano di trattamento più adeguato per lei.
Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Cara, sono assolutamente d'accordo con te!!! Le benzodiazepine al bisogno, per gli attacchi di panico, a 22 anni proprio no. Rischieresti di entrare nel loop e ogni volta che provi ansia scatta il bisogno del farmaco! Bisogna imparare a gestire l'ansia, e così gli attacchi di panico verranno domati per poi non presentarsi più! Tutto possibile con le sedute di Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Lavoriamo sui pensieri disfunzionali e sui comportamenti altrettanto disfunzionali! Quello che ti è accaduto è frequente: la paura della paura è tremenda, ma non far sì che questa ti invalidi la vita! In bocca al lupo di cuore!
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Gentilissima, purtroppo, l'attacco di panico può scatenare la paura di aver paura se non adeguatamente seguito da un terapeuta. Il suo dubbio sul farmaco è molto comprensibile, in quanto gli attacchi di panico possono essere guariti senza l'aiuto farmacologico. Le consiglio un percorso terapeutico mirato per affrontare con strategie adeguate il suo problema. Resto a sua disposizione, cordiali saluti Dr.ssa Claudia Sposini
Buonasera. Lei è molto giovane e comprendo la sua reticenza nel voler prendere i farmaci. I farmaci possono essere d'aiuto qualora la problematica diventi invalidante perla persona, e in concomitanza ad un lavoro su di sè che lei mi pare vuole intraprendere. Gli attacchi di panico lasciano la paura che possano ripetersi in maniera e momenti inaspettatati dalla persona. Sicuramente mi sento di sostenere la sua volontà di un supporto terapeutico che a mio parere potrà giovarle. A disposizione. Un caro saluto. Dot.sa Demontis Maria Gonaria
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