53 anni appena compiuti , separata da 4 anni da una lunga convivenza fallita subito ma che ho portat

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53 anni appena compiuti , separata da 4 anni da una lunga convivenza fallita subito ma che ho portato avanti avendo una figlia ora quindicenne che studia da questo settembre in un accademia all estero . Da sempre con lei un rapporto bellissimo , forte in quanto per lei sono sempre stata l unico genitore esclusivo , visto che suo padre non è mai stato in grado di entrare in relazione con lei e dalla separazione praticamente sparito . Ma in fondo meglio così per entrambe , non è mai stata una presenza positiva e sana .
il carico è sempre stato tanto ma sola ancora di più . In questi quattro anni ho sperato di poter riscattarmi con una relazione positiva , ma il destino pare non essermi stato molto di aiuto e non ho ancora trovato nessuno che ne valesse la pena , anzi al contrario solo persone superficiali e poco intenzionate ad avere una vera relazione . Poi arriva settembre la sua partenza , molto impegnativa , ma che ho appoggiato come ho sempre fatto nelle sue passioni . Venti giorni dalla partenza è morta mia madre dopo una lunga malattia . Quindi in un certo senso aspettata . Nonostante mia madre non fosse più lei da tanti anni , la sua assenza mi ha fatto sprofondare in una ulteriore solitudine . Ho una sorella con la quale non c è molto legame e che ha deciso di comprare la casa di mia madre , svuotandola e mettendoci i muratori alla velocità della luce . Così è sparita ogni traccia di mia madre e con lei del mio passato li . Ora è tutta distrutta ma ogni volta che ci passo entro in una profonda crisi . A volte penso che sia meglio non ci vada più . Anche perché ora che mi da la mia parte non sarà veramente più casa mia . Pur avendo accettato la morte di mia madre mi rendo conto che forse non è così . Sto molto male dentro . Sto parlando con una psicologa ma non so come mai ma questo malessere quando sono da lei non esce mai . Si parla di altro , magari di altre cose come il mio fallimento nelle relazioni amorose . Ma di tutto questo no . Il problema che sento è che nemmeno casa mia la sento mia . Desidero andare altrove , anche in altra città , ma non so dove . Questo malessere mi paralizza , non riesco a capire dove sto andando e cosa voglio . Poi guardo l età e mi sento terribilmente vecchia , come se non avessi anni davanti , un futuro . Un consiglio?
Gentile utente, sembra che tu stia attraversando un periodo molto difficile, pieno di sfide e cambiamenti significativi nella tua vita.
È normale sentire tristezza, dolore e solitudine dopo la perdita di una persona cara, come tua madre. Permettiti di vivere queste emozioni e di elaborare il lutto a tuo modo. Cerca di accettare il fatto che la tua casa sia stata venduta e che tu stia affrontando una nuova fase della tua vita. Se il passato e i ricordi legati alla tua casa ti causano molta sofferenza, potrebbe essere utile rivolgerti a uno psicoterapeuta o a uno specialista in lutto per affrontare queste emozioni. Un professionista può aiutarti a lavorare su questi sentimenti e a fare una riflessione sul significato che la tua casa ha per te. Considera l'idea di andare altrove, magari in un'altra città, come hai menzionato. Questo potrebbe offrirti una prospettiva diversa e nuove opportunità. Fai una lista dei tuoi interessi, delle tue passioni e delle cose che ti rendono felice. Puoi valutare quali città offrono le opportunità che desideri e fare una ricerca sullo stile di vita e sulle opportunità professionali disponibili. Cerca di rimanere in contatto con amici fidati e con persone che possono supportarti durante questo periodo. Avere una rete di supporto sociale è importante per il benessere emotivo e può aiutarti a sentirsi meno solo. Inoltre, potresti considerare di partecipare a gruppi di supporto o di trovare nuovi hobby o attività che ti permettano di conoscere persone nuove. Ricorda che è normale sentirsi un po' persi e incerti di fronte ai cambiamenti della vita. Prenditi del tempo per curarti e concederti momenti di benessere, come prenderti cura del tuo corpo e della tua mente. Pratica l'autocarezza e la gentilezza verso te stessa.
È positivo che tu stia già lavorando con una psicologa per affrontare i tuoi problemi emotivi e le difficoltà nelle relazioni amorose. Assicurati di comunicare apertamente i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni alla tua psicologa, in modo che possa fornirti il supporto adeguato.
Dr. Roberto Prattichizzo

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Gentile Signora, se non riesce ad esplicitare verbalmente alla professionista che la segue l'esigenza che prova di essere aiutata nell'elaborazione del lutto, provi a scriverle qualche riga al riguardo, magari estrapolandole dal messaggio che ha postato qui, poi gliele faccia avere, via mail o su di un supporto cartaceo quando si presenterà alla prossima seduta, chiedendole di leggerle prima di iniziare il vostro incontro.
Probabilmente per procedere nella terapia ha necessità di affrontare la tematica della relazione con sua madre e di esaminare le implicazioni che questa relazione ha comportato nella sua vita.
Cerchi, in ogni caso, di migliorare l'alleanza terapeutica con la psicologa da cui è in cura, senz'altro la figura più indicata per aiutarla ad uscire dal guado che sta attraversando per via dei notevoli mutamenti intercorsi recentemente nella sua esistenza.
Le faccio i migliori auguri.
Salve, mi dispiace per la sua grande sofferenza, quello che penso è che ne debba parlare con la sua psicologa. Sicuramente ci sono tanti aspetti da affrontare, ma credo che può trovare il coraggio di accostarsi a questa sofferenza e condividerla con lei. Le auguro il meglio. Cari saluti
Gentile signora, dalle sue parole traspare tutta la sofferenza che sta attraversando. Si è affidata ad una professionista facendo una scelta importante per sé; la inviterei a chiarire con la psicologa quali sono le sue aspettative così da poter costruire insieme un percorso di crescita condiviso e che le permetta di ritrovare la serenità.
Un tema centrale nelle sue parole è quello della separazione: prima dal marito, poi dalla figlia e poi da sua madre. Ogni separazione, seppur in modi diversi, le ha procurato della sofferenza. Potrebbe essere importante prendersi cura di questo aspetto andando a capire cosa fatichi a lasciare rispetto a queste persone e relazioni per poi ricostruire un'idea di sé forte e fiduciosa.
Buongiorno,
È evidente come, attualmente, il nucleo sofferente si stia espandendo su più aree della sua vita, quindi creandole dubbi generalizzati, confusione, disorientamento.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la morte di sua mamma ha aperto un'area particolarmente dolorosa per lei, ma che era necessario affrontare prima o poi e che ha probabilmente ignorato per anni.
In stanza di terapia, si può avere l'impressione di non parlare di niente di che, in realtà ogni tema offre spazi di riflessione e sono in qualche modo connessi al problema principale. Penso che, ad ogni modo, sia giusto che lei esprima questi suoi dubbi alla terapeuta, soprattutto perché riterrei necessario che, ad oggi, lei possa percepire un'alleanza solida con la figura professionale, che possa rappresentare per lei una base sicura.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, nella vita si possono attraversare crisi esistenziali che, per quanto dolorose e difficili da comprendere, possono essere l'occasione di crescita personale e riscoperta di valori e significati per cui vale la pena impegnarsi. Affronti queste tematiche con fiducia con la sua terapeuta che saprà accompagnarla in questo processo. Spero di esserle stata d'aiuto e la saluto cordialmente. Dr. Sara Mammano
Mi dispiace per questo concentrarsi di vicissitudini luttuose e di separazione. è sicuramente importante che faccia presente alla psicologa che la segue quanto sia preponderante il lutto che sta vivendo, i lutti coi genitori possono protrarsi a lungo e meritano un mirato lavoro terapeutico come anche le perdite secondarie che ne derivano ( la vendita e la modifica della casa ). Si scriva due appunti prima della seduta in modo da arrivare preparata dalla sua terapeuta. Esistono protocolli di lavoro sui lutti che possono aiutare molto. Nodo per nodo potete sbrogliare la matassa. Se vuole un ulteriore confronto anche con me sono disponibile anche on- line. Un grosso augurio ed un grande abbraccio.
Buongiorno. Innanzitutto, ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che mi sembra molto difficile e dolorosa. Mi rendo conto che ha vissuto molti cambiamenti e perdite negli ultimi anni, che le hanno lasciato un senso di solitudine, vuoto e incertezza sul suo futuro. La capisco e le sono vicino.
Vorrei offrirle una prospettiva diversa dal solito, che si basa sull’approccio interazionista. Questo approccio sostiene che la realtà non è data, ma costruita attraverso le interazioni tra le persone e il contesto. In altre parole, il modo in cui viviamo le situazioni dipende da come le interpretiamo, dalle aspettative che abbiamo, dai significati che attribuiamo. Questo significa anche che possiamo cambiare la nostra realtà, modificando il nostro modo di pensare, di sentire e di agire.
Le propongo quindi di riflettere su alcune domande, che potrebbero aiutarla a vedere le cose da un altro punto di vista:
• Quali sono le risorse che ha a disposizione per affrontare le sfide che la vita le presenta? Quali sono i suoi punti di forza, le sue qualità, i suoi talenti?
• Quali sono le persone che la sostengono, che le vogliono bene, che l’apprezzano? Come può mantenere o rafforzare il contatto con loro? Come può chiedere loro aiuto se ne ha bisogno?
• Quali sono i suoi valori, i suoi obiettivi, i suoi sogni? Cosa l’appassiona, cosa la rende felice, cosa le dà senso? Come può orientare le sue scelte in base a ciò che conta per lei?
• Quali sono le opportunità che si aprono davanti a lei? Quali sono le possibilità che non ha ancora esplorato? Quali sono le sfide che la stimolano, che la fanno crescere, che l’arricchiscono?
• Quali sono le credenze che la limitano, che la fanno sentire inadeguata, che le impediscono di cambiare? Da dove vengono queste credenze? Sono veramente sue o le ha interiorizzate da altri? Sono veramente valide o sono superate? Come può metterle in discussione, trasformarle, sostituirle con altre più funzionali?
La invito a scrivere le sue risposte a queste domande, magari in un diario personale, e a rileggerle periodicamente. Potrebbe scoprire che ha più risorse, più relazioni, più progetti, più opportunità di quanto pensi. Potrebbe anche rendersi conto che ha il potere di cambiare la sua realtà, se lo desideri. Potrebbe infine sentirsi più fiduciosa, più serena, più soddisfatta della sua vita.
Spero che questo esercizio le sia utile e la faccia sentire meglio. In ogni caso se è stato utile a innescare qualche nuovo ragionamento, la invito a parlarne con la psicologa da cui si sta facendo seguire. Le auguro tutto il bene possibile.
Cara utente, mi dispiace molto per ciò che sta passando. Il tema che lei porta, attraverso diverse situazioni, è la sofferenza per queste separazioni da persone molto importanti per lei. Sicuramente le due più significative sono avvenute in tempi ravvicinati e questo ha reso le cose ancora più difficili. Aver perso la mamma (anche se "non era più lei") la costringe ad affrontare la sofferenza della perdita, oltre che all'essere in un certo senso "soli e in prima linea" nella vita. Nel contempo, la partenza di sua figlia toglie un ulteriore punto fermo poiché chiaramente non ha la quotidianità impegnata nel gestire un figlio. SI dia del tempo e per elaborare queste "perdite" importanti : uno spazio di terapia può sicuramente aiutarla ad elaborare il dolore ed anche a dare un nuovo significato alla Sua persona che è inevitabilmente chiamata a compiere questo passaggio di vita. UN abbraccio
Cara utente , la sua descrizione fa percepire molto chiaramente il suo vissuto.
Credo che sia già in contatto con un suo bisogno, ma che ci sia una parte di sé che la blocca.
Ha toccato, nella sua descrizione, molti punti salienti della sua vita che indubbiamente lasciano dei segni.
Iniziare in un nuovo spazio, come quello terapeutico, possa aiutare a sviluppare una prospettiva funzionale per il suo benessere.
Le auguro un buon cammino.


Gentile utente,
ha riflettuto come mai questa situazione di forte malessere che riporta qua, in terapia non esce? forse sarebbe importante far presente nel suo percorso che questo tema c'è, esiste e per lei è importante, poi in qualche modo capirete come fare a farlo uscire, ma intanto attenzionarsi che c'è credo sia un passo importante. le situazioni che riporta sono tante ed è necessario prendersene cura per stare meglio.
Buon proseguimento,
Sara Molinaro
Buonasera ,leggendola mi verrebbe subito da dirle di capire come prima cosa se la terapeuta che la segue le piace, se si sente "comoda' nel parlare con lei e soprattutto se sente di poterle dire tutto quello che ha dentro ..come mai non le parla dei suoi malesseri più importanti?
La terapia è un lavoro di trasformazione ,si ricordi .Cominci da qui e poi se vorrà cambi città, si trasferisca in un posto che le piaccia veramente ...è ancora giovane ,si dia una possibilità che la potrebbe gratificare parecchio glielo dico per esperienza, avevo una bella casa di proprietà ma la mia vita in quel periodo li non mi piaceva più e allora piano piano pensandoci stando in contatto con me e con il mio bisogno ,ho preso i miei due animali e mi sono trasferita in un altra città ,certo impegnativo ma dove sei anni le dico che non mi sono mai pentita. Spero di averle dato qualche spunto interessante per lei e se vuole mi può contattare se le serve sapere altro, Buona serata
Cara Signora grazie della sua condivisione e delle sue parole così toccanti. Il racconto di alcuni aspetti della sua vita attuale lascia emergere il suo dolore e la sua solitudine. E' stata brava a crescere sua figlia e lasciarla andare verso il suo percorso nonostante foste voi 2 sole e lei si sarebbe ritrovata sola. Sta sicuramente affrontando un lutto importante che per quanto di testa fosse già previsto e razionalizzato, emotivamente le sta lasciando un vuoto che ancora deve elaborare. In ultimo probabilmente è in un momento di grande cambiamento e di scoperta di quale potrà essere la sua nuova strada da percorrere se la precedente non le calza più. Se desiderasse approfondire, sono a sua disposizione. Cordialità. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno, credo che lei stia attraversando un periodo depressivo e che faccia bene a cercare aiuto. Se durante le sedute si ritrova a parlare di cose che non le sembrano importanti, probabilmente vuol dire che nel profondo non è ancora pronta ad affrontare il punto. Si dia tempo. Le è stato più facile sfogare il suo dolore qui perché qui non si ha il contatto diretto che ha con la sua psicologa. Verrà con il tempo il coraggio di prendere le cose in mano. Può solo, se riesce, chiedere a chi la segue se anche lei ha le stesse sensazioni riguardo alla vostra terapia. Sarebbe un gran passo in avanti . Un saluto
Buonasera, sembrerebbe che lei stia attraversando una fase depressiva che andrebbe attenzionata e curata. Perchè non riesce a parlarne con la sua terapeuta? se lo è chiesto? Perchè crede che non sia la persona giusta o perchè è troppo doloroso affrontarlo? In entrambi i casi si sforzi almeno di comunicare questa sua resistenza alla collega ed insieme decidete in da farsi . La deperssione va curata. Le facci un grosso in bocca al lupo

Gentile signora, il suo stato d'animo e la sofferenza che prova sono assolutamente congruenti con quello che le è successo. Separarsi da una figlia, che ha cresciuto in maniera esclusiva, lasciarla andare verso i suoi sogni, è un atto d’amore che fa tanto bene a sua figlia, ma causa un senso di mancanza, di vuoto in lei. (non a caso si chiama sindrome del nido vuoto e può durare un po’ di tempo). Credo che sia qualcosa che provano la maggior parte delle madri italiane. Poi si impara con il tempo a riempire quel vuoto con altro, a gioire per messaggi e telefonate dei figli, non parliamo poi di qualche rara visita. Se si ha un buon rapporto con se stessa, si vive bene, una nuova fase della vita che può anche essere molto bella.
Ma quello che è successo a lei è che contemporaneamente le è mancata sua madre, una radice fondamentale. Anche se razionalmente si è preparati, anche se la madre non ti riconosce più, la sua esistenza è interna e attraversa tutta la vita. Si chiama lutto, e in alcuni casi si può soffrire di una forma di depressione, che non a caso si chiama reattiva. Ha una durata variabile e anche questa con il tempo passa. Se ci aggiungiamo anche la demolizione immediata della casa di mamma, direi che gli eventi sono stati oltre che ravvicinati anche estremamente importanti a livello affettivo. Ho voluto dirle tutto questo per rassicurarla sul suo malessere, che ha fondati motivi. Lei si sta facendo aiutare da una psicologa, veda se piano piano uscirà il tema del lutto, magari è prematuro. Non so. Senta se la relazione con la psicologa è confortante e prova fiducia. Se non è così parlatene. E’ importante che lei si senta accolta. Se vuole approfondimenti mi può contattare, le faccio tanti auguri, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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