Via Domenico Cimarosa 13, Cassino 03043
Psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione.
Specialista formata come tecnico ABA.
24/01/2024
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Colloquio psicologico • 50 €
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Punteggio generale
Ottima terapista mi trovo benissimo grazie mille Daniela per quello che fai
Competente e disponibile soprattutto con i genitori, ti aiuta a trovare nuove strategie di comunicazione
L’incontro con la Dott.ssa è stato prezioso dal primo appuntamento. Ho iniziato un percorso per affrontare un problema personale, ma con il tempo, grazie alle sedute con la dottoressa, ho acquisito una maggiore consapevolezza, che mi ha permesso di crescere e affrontare le cose con un approccio diverso. Con la dottoressa sin da subito mi sono sentita a mio agio, compresa e accolta. La sua empatia e il suo approccio terapeutico sono estremamente efficaci, permettendo di portare avanti un percorso con grandi risultati.
Ringrazio la dottoressa Cancanelli per la sua professionalità, gentilezza e disponibilità.
Fin da subito mi sono sentita a mio agio e libera di esprimermi. Ho apprezzato molto la sua empatia e la sua capacità di fornire sempre spiegazioni dettagliate. Puntuale e disponibile.
La consiglio vivamente a chiunque abbia un problema o una situazione da superare.
L’incontro con la dottoressa Cancanelli è stato davvero prezioso. È una persona professionale, puntuale e di grande umanità. Mi ha aiutata a cambiare il modo di vedere e affrontare i problemi della vita, per questo la consiglio a tutti.
Ottima professionista!
Mi è stata davvero d’aiuto in un periodo particolare della mia vita! Dotata di forte empatia, carisma e determinazione. La consiglio a chiunque voglia trovare un supporto efficace e conoscere meglio se stesso!
Eccellente! Mi sono trovato fin da subito bene con la Dottoressa per la sua capacità di ascolto e per avermi saputo mettere a mio agio… gentile e puntuale… consigliata
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, ho 27 anni e sono fidanzata da circa 8 anni. La mia relazione ha avuto alti e bassi, sopratutto i primi anni considerato che il mio ragazzo mi tradiva. Sapevo che lui era fatto così e dopo 5 anni di frequentazione ho scoperto che mi tradiva. Non c’erano particolari problemi nel nostro rapporto, anzi il più delle volte era lui che si rifiutava di fare qualsiasi cosa…io sono sempre stata molto disponibile e paziente. Ho analizzato la situazione, ho “contestualizzato” i tradimenti e ho deciso di perdonarlo, perché non si trattava di reale sentimento nei confronti delle varie ragazze. Ho lavorato tanto su me stessa e ho cercato di gestire al meglio i momenti più difficili, senza chiedere aiuto, anche se forse mi sarebbe servito. Oggi scrivo perché il mio ragazzo è cambiato, stiamo bene e andiamo d’accordo. Delle volte però lui sottolinea il fatto che non perdonerebbe mai un tradimento, nel modo più assoluto. Io stessa non consiglio di farlo, a meno che non si è davvero forti e pronti. Ogni tanto mi chiedo se sia stata la scelta giusta…forse per via di quella leggera paura che possa accadere di nuovo. No so! Che ne pensate?
Buongiorno, in ogni relazione ci sono vissuti diversi e ognuno porta all'interno della stessa lo stile relazionale che ha appreso durante il corso della vita. Non conosco la tua storia e il tuo stile relazionale ma quello che risuona nella descrizione che fa della sua relazione è che spesso Lei è andata avanti accettando e perdonando. Quanto veramente voleva questo? Cosa si aspetta realmente da una relazione? C'è una parte di Lei che dice che il tradimento non è da accettare, ma c'è anche una parte che ha accettato per tanti anni ... Perchè quella parte di Lei accettava? Che funzione aveva in quel momento della sua vita? La paura di cui parla ora segnala che potrebbe esserci un altro tradimento o è indice di altro? Io le consiglio di esplorare questi aspetti. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Buongiorno. cerco aiuto rispetto ad una situazione che sto vivendo da qualche anno ormai. Premetto che sono in cura dalla stessa psicologa da quasi 12 anni e che conosco bene la terapia. Questa persona mi ha aiutato tantissimo, e la rispetto molto, ma riguardo a quello che sto per scrivere sento di voler avere più pareri possibili essendo una questione particolare.
Ho 26 anni, maschio, e ne ho passate parecchie nella mia vita, a partire dalla mia famiglia, che è sempre stata divisa a metà sotto ogni punto di vista, e intendo proprio su ogni cosa. Da una parte i complottisti alternativi che si fanno ben pochi scrupoli nell'usare il prossimo a proprio vantaggio, e dall'altra gli ipocondriaci iperprotettivi disposti a tutto per compiacere chi li circonda. Sono cresciuto fra questi due fuochi, e i miei genitori si trovavano nel mezzo. Nonostante le gravi mancanze avute nei miei confronti gli ho sempre voluto bene e essendo ormai adulto ho perdonato e lasciato alle spalle il passato, inoltre negli anni sono stati disposti a smussare alcuni angoli della loro personalità rendendo l'ambiente a casa più vivibile, non è da tutti. Ero particolarmente legato a mio nonno, che ho sempre considerato un grande uomo, e un modello a cui mi sono ispirato da sempre. Quando nel 2021 è venuto a mancare la mia mente ha avuto un collasso totale, da cui sono riuscito ad uscire due anni dopo solo con l'utilizzo di psicofarmaci. Purtroppo queste medicine mi hanno fatto prendere molto peso, e da essere un pò matto ma perlomeno esteticamente piacevole, sono diventato un barilotto di schifo, sia dentro che fuori. Sò che c'è stato un episodio in particolare nella mia infanzia a cui molto probabilmente è dovuto tutto il resto di quello che scriverò. Mio padre ha due sorelle, una più grande e una più piccola di lui. Quella più grande quando aveva 17 anni ha cominciato a fare uso di metanfetamina, psicofarmaci e molto altro, e a giudicare da quello che ho sentito dai miei familiari, anche prima di questo pare non fosse il ritratto della stabilità mentale, ed'è quindi completamente andata fuori di testa. Grazie alla terapia, unendo i puntini la terapeuta ha fatto si che mi ricordassi di certi episodi che avevo completamente rimosso, e a cui non volevo credere. Poi piano piano, un pezzo alla volta mi sono ricordato, ed è tornato a galla, e in effetti quella era l'unica cosa che dava senso a tutto il resto. Nel periodo di tempo che và dai miei 4/5 anni fino agli 8/9 questa persona si è divertita in maniera perversa nei miei confronti, causandomi tanto dolore e problematiche che tutt'oggi porto con me, anche se sto cercando di superarle. Da piccolo sentivo di non potermi fidare di chi avevo dentro casa, figuriamoci di chi c'era fuori, e oltre questa grande diffidenza nei confronti di tutti, odiavo essere toccato, non importava chi fosse, e quando mi sono trovato in situazioni dove non potevo evitare il contatto fisico, sentivo come un torpore in tutto il corpo, tipo modalità offline, e gli occhi si appannavano. Per fare un paragone era come se fossi prigioniero nel mio corpo, un'impressione orribile, ma più di tutte lo era la sensazione di sporco perenne che avevo addosso, e che non andava mai via. Alternavo periodi in cui facevo 6 o più docce al giorno, ad altri in cui non mi lavavo per settimane, sentivo che questo sporco usciva da sotto la pelle, e mi incolpavo di questo, perchè non credevo di essere stato sporcato ma di essere io stesso lo sporco. Di questo non ne ho mai parlato a nessuno, principalmente per paura di non essere capito. Fin da quando avevo 5 anni ho cominciato a lavarmi da solo, e questo porta ad un altro punto, tornando alle mancanze dei miei genitori. A quanto pare sono nato con un piccolo difetto fisico, si chiama fimosi, non è grave anzi molti ce l'hanno, in alcuni casi non è nemmeno necessario intervenire chirurgicamente, ma avendo io cominciato a occuparmi di me molto presto, e data la poca attenzione dei miei genitori e la mia riservatezza al riguardo, perchè credevo che anche quello fosse una conseguenza di ciò che ho scritto prima, non lo dissi. Finchè a 17 anni sentii di poterne parlare con la mia terapeuta, che mi aiutò a capire come procedere. Il primo il mio primo sogno da bambino, era diventare un vero uomo, come mio nonno e come mio padre, che non saranno stati perfetti, ma che hanno sempre avuto un grande onore. Purtroppo non sò se si realizzerà mai questo sogno, perchè per colpa di quegli anni, e di quelle esperienze che hanno intaccato irreversibilmente la mia sessualità e il mio modo di vivere il contatto fisico, sento di aver perso una parte importante di me.
Fino ai 14 anni ero quello che si definirebbe uno "sfigato", un secchione, non avevo nessun amico e nessun interesse. Quando feci 15 anni sentii la necessità di cambiare, e un giorno per caso incontrai due conoscenti con cui andavo a scuola, altrettanto sfigati come lo ero io. Da quel giorno una cosa tirò l'altra, e finimmo col creare una bellissima comitiva da quasi 50 persone, Eravamo coesi, e io volevo bene ad ognuno di loro. Sorprendentemente più della metà erano ragazze, e dico sorprendentemente perchè noi eravamo un disastro con le donne, io più di tutti, nonostante non fossi brutto, e anzi c'era molto interesse nei miei confronti. Ho sempre dato un grande valore all'amicizia, ogni ti voglio bene, ogni tengo a te che ho detto, così come ogni parolaccia e insulto erano sentiti e sinceri, e mi dispiace oggi dire che dall'altra parte non era lo stesso. Cominciai a non andare più a scuola, fino a lasciarla del tutto, stavo solo in giro con gli altri, a bere e fumare tutti i giorni, a volte senza tornare a casa per mesi. Ero totalmente perso e annebbiato sotto ogni punto di vista, molti di quegli anni non li ricordo nemmeno. Finchè il gruppo che per un periodo mettevo addirittura più in alto della mia famiglia e che cominciavo a considerare tale, dopo 4 anni di giornate passate insieme cominciò a sgretolarsi, fino a che rimanemmo solo 7, e poi più nessuno.
Crescendo ho imparato che ognuno prende la sua strada, tanto che ormai sono diventato bravissimo a tagliare i ponti quando è necessario. Se ho scritto tutte queste cose è perchè sono importanti affinchè possiate darmi un consiglio utile per aiutarmi.
In questa combriccola, fra tossici e tipe un pò troppo promiscue, c'era una ragazza speciale, una di quelle persone che incontri una volta nella vita se sei fortunato, me ne innamorai subito, e anche lei si mostrò interessata lo stesso giorno che ci incontrammo. Ma così come avevo seppellito in fondo a me tutti i brutti ricordi, lo feci anche con quei sentimenti, perchè non volevo sporcarla, ma allo stesso tempo la volevo. Andò avanti così per qualche anno, 2 o 3, e nonostante le molte volte in cui mi confessò ciò che provava, io rifiutai sempre. Due volte mi disse ti amo, e io non risposi, e furono anche le uniche due volte che l'ho sentito in vita mia. col tempo diventò sempre più difficile starle lontana, con lei mi sentivo me stesso, senza maschere e bugie, e vederla ridere era una gioia ogni volta. Quando faceva qualcosa per me, sapevo che era autentico e speciale, come le volte che i miei amici e la mia famiglia si scordavano del mio compleanno, ma lei mai, mi faceva sempre gli auguri, una anno mi fece anche un regalo che ho ancora. Poi un giorno ad una festa, mi ritrovai a dividere il materassino gonfiabile con lei, e lì non riuscii a resistere. Ero leggero, non mi ero mai sentito così, stavo cominciando a vedere più chiaramente, ma purtroppo finii per rovinare tutto, come al solito. Dopo una notte passata insieme, che è stata per me anche la prima volta in generale, finimmo per litigare, perchè io preso dall'ansia e dalle paranoie dovute alla mia scarsa, quasi ridicola prestazione, mi sentii sbagliato, rotto, difettoso. così dopo aver litigato me ne andai e non la rividi più. Mesi fà ho voluto eliminare l'account di instagram, e nel fare l'accesso dopo non ricordo nemmeno quanto tempo, trovai la sua richiesta di seguirmi che accettai subito, e poche settimane dopo le scrissi, così dopo 5 anni senza vederci ci siamo rincontrati. Per me è stato uno shok vederla, è sbocciata nella giovane donna splendida che sapevo sarebbe diventata, mentre io non sono ancora niente. Abbiamo chiarito certe questioni che a quanto pare ci portavamo dentro entrambi da molto tempo, e di questo ne sono fiero, perchè ci vuole coraggio a chiedere scusa ed'è quello che ho fatto io, credendo che mi sarebbe bastato per stare meglio, ma non è così. Provo ancora qualcosa per lei, e i bei momenti che abbiamo condiviso, nonostante non siano stati molti, mi hanno aiutato a superare tante situazioni difficili, sono stati fra i ricordi a cui mi sono aggrappato per continuare ad andare avanti. lei ai tempi mi parlò di alcune sue situazioni difficili, ma io ero cieco, e invece di starle vicino come faceva lei con me nonostante i suoi problemi, preferivo fumare con quei tossici che non chiamerò amici perchè non lo sono mai stati veramente. Negli anni ho perso tutte le persone che facevano parte della mia vita, e di nessuno ho sentito la mancanza, tranne la sua, lei è l'unica che mi manca e che mi è mai mancata, sò che è passato tanto tempo, ma in cuor mio spero ancora che non sia troppo tardi, anche se già sò che lo è. Vorrei invitarla a uscire per rivederla, ma non voglio elemosinare attenzioni che non mi sono dovute, ne passare per disperato, in più non credo che lei tenga ancora a me. Ho provato a scriverle ultimamente ma sembra fredda e un paio di volte non mi ha più risposto. Vorrei provare un'ultima volta per vedere come và, ma ho paura di essere inopportuno. Tenendo conto di quello che ho scritto, vorrei sapere voi cosa fareste al mio posto. Grazie A.
Buona sera A., grazie per la condivisione della sua storia personale. Quello su cui secondo me dovrebbe riflettere è sul perché è incerto se rischiare o meno e da dove nasce la necessità di affrontare questo argomento con più professionisti? Ma soprattutto su cosa sente realmente? E quanto fa quello che realmente sente e vuole...'? Nessuno può sapere con sicurezza cosa risponderà la ragazza, l'unico modo per saperlo è rischiare. La invito e incoraggio a continuare il percorso con la sua terapeuta e ad affrontare aspetti legati alla stima di Sè. Saluti
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