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ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, premetto che ho uno splendido rapporto con i miei genitori ma non posso negare che hanno una “preferenza” con mia sorella più grande. Diciamo che lei avendo una bambina di quasi 2 anni si è ritrovata con il fidanzato ad affrontare diversi problemi sia di gestione che economici e quindi la aiutano in tutti i modi anche più del dovuto alle volte secondo me. Il problema sorge qua, con lei sono sempre disponibili e molto comprensibili con me, soprattuto mio padre non mi ascolta quasi mai ( io e mia sorella abbiamo quasi 4 anni di differenza è io ne ho 22) ci scontriamo tante volte soprattutto perché abbiamo un carattere molto molto simile. L’ultima discussione è stata riguardo il mio futuro è il fatto che mi piacerebbe vedere di prendere magari una casa, a me non mi considera proprio mentre con mia sorella va a vedere le case etc. Anche con la bimba per lamor del cielo la amo però mi sento sempre la terza ruota del carro tutti vengono sempre prima di me e questa cosa mi fa stare male al punto che vorrei andare a vivere da sola con il mio ragazzo quantomeno per evitare sempre le solite discussioni e per evitare di vedere queste scene. Cosa devi fare o pensare ?
Buongiorno, la prima cosa che mi sento di dirle è che l'opzione " andare a vivere da sola con il mio ragazzo quantomeno per evitare sempre le solite discussioni e per evitare di vedere queste scene" sarebbe una semplice fuga, mentre per iniziare una convivenza la motivazione dev'essere il piacere di vivere con l'altra persona.
Il dialogo con i suoi genitori, ed in particolare con suo padre, magari con l'aiuto di un mediatore, mi sembra lo strumento migliore per poter esprimere il suo malessere e ascoltare le motivazioni dei suoi genitori.
Buona giornata,
dott. Christian Padoan
Buongiorno!
Sono una ragazza in terapia da quasi 1 anno. Volevo chiedere un'opinione riguardo una cosa che vorrei dire al mio terapeuta..
Durante questo anno di terapia sento di essere diventata molto più consapevole.
Il percorso non si è ancora concluso, ora stiamo lavorando per poter cambiare le cose. Abbiamo anche affrontato il tema del transfert.
Io volevo ringraziare il mio terapeuta in modo scritto. Però ho paura di farlo. Non l'ho mai ringraziato in modo sincero, ho sempre e solo detto un semplice "grazie" a fine seduta. Ma non rappresenta per nulla la gratitudine che sento per tutto ciò che sta facendo per me. Sento che è presto per i ringraziamenti finali perchè appunto il percorso non è ancora finito. Ho paura che mi possa allontanare o mandarmi da altri colleghi. Perciò non so se scrivere questi ringraziamenti o tenermeli per la fine del percorso. Fatto sta che ogni volta che esco dal suo studio vorrei dire molto più di un semplice "grazie", ma non ci riesco e ci penso ormai da un po' di tempo.
Buongiorno,
mi sento di dirle che visti i benefici effetti del suo percorso ed il buon rapporto che ha instaurato con il suo terapeuta può assolutamente sentirsi libera di ringraziarlo nel modo che sente più utile. Sarà sicuramente poi argomento di discussione nel corso della terapia, quindi proceda come sente.
Buona prosecuzione di terapia,
cordialmente
dott. Christian Padoan
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