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Dott.ssa Chiara Venitucci

Via Raimondo Montecuccoli 15, Roma 00172

Hai dubbi sull’iniziare un percorso di sostegno psicologico? Ecco cosa sapere per fare chiarezza

Ogni giorno, molte persone vivono momenti di difficoltà, si sentono sopraffatte o semplicemente hanno il desiderio di stare meglio. Eppure, quando si pensa di chiedere aiuto a uno psicologo, può emergere un senso di incertezza, di esitazione. È normale.

"Ne ho davvero bisogno?"

Una delle domande più comuni è proprio questa. La verità è che non esiste un livello minimo di sofferenza per giustificare un supporto psicologico. Non devi “stare male abbastanza” per prenderti cura di te. Uno psicologo non lavora solo con chi ha una diagnosi clinica, ma anche con persone che:
- si sentono bloccate o confuse;
- attraversano un momento delicato (separazione, lutto, cambiamento lavorativo);
- desiderano conoscersi meglio e migliorare la qualità della propria vita.

"E se il problema non fosse così grave?"

Il fatto che tu stia mettendo in discussione il tuo benessere è già un segnale di consapevolezza. A volte, i piccoli disagi trascurati per troppo tempo possono trasformarsi in difficoltà più grandi. Iniziare un percorso significa agire in tempo, con lucidità e responsabilità verso se stessi.

"E se non funzionasse?"

Questa paura è comprensibile. Ma il percorso di sostegno psicologico non è una magia: è una collaborazione, un lavoro a due. Ciò che funziona è il tempo, l’onestà con sé stessi e la fiducia nel processo. Incontrare il professionista giusto fa la differenza. Se ti senti poco compreso o a disagio, parlarne apertamente è il primo passo per orientarsi, anche verso un altro terapeuta, se necessario.

"Cosa succede al primo incontro?"

La prima seduta è un momento di conoscenza. Non devi raccontare “tutto” né portare soluzioni: lo psicologo ti guiderà con domande rispettose, per comprendere il tuo mondo e i tuoi bisogni. Molte persone, alla fine del primo incontro, riferiscono di sentirsi più alleggerite, accolte e meno sole.

"Ma è davvero utile?"

La psicologia non promette risposte semplici o rapide, ma può offrirti qualcosa di molto più prezioso: spazi di ascolto autentico, strumenti per leggere la tua storia da una nuova prospettiva e la possibilità di scegliere, finalmente, in modo consapevole.

Scegliere di iniziare un percorso di sostegno psicologico non è un segno di debolezza, ma un atto profondo di cura e rispetto verso se stessi. Se ti riconosci in queste domande, se senti il bisogno di fare chiarezza o semplicemente vuoi parlarne, io sono qui. Non per giudicare, ma per camminare insieme a te.

06/05/2025

Esperienze

Se stai cercando supporto per ansia, depressione, stress, relazioni affettive, coppie o momenti di cambiamento personale, sei nel posto giusto. Sono la Dott.ssa Chiara Venitucci, psicologa con esperienza nell’aiuto ad adulti, adolescenti, coppie e famiglie.

Il mio approccio si basa su ascolto, rispetto e fiducia, aiutandoti a riscoprire le tue risorse interiori anche nei momenti più difficili. La relazione con il paziente è uno spazio sicuro dove esplorare emozioni, blocchi e vissuti, con percorsi personalizzati secondo le tue esigenze.

Servizi offerti:

  • Consulenze individuali per adulti e adolescenti

  • Supporto a coppie e famiglie

  • Gestione di ansia, depressione e stress

  • Supporto nei momenti di cambiamento o crisi personale

Ricevo a Roma ed Alatri in studio e online, per garantire flessibilità e continuità nel tuo percorso di benessere.

Scopri articoli e consigli sul mio blog: dottoressavenitucci.wordpress.com, dove rispondo a dubbi e curiosità sul mondo dell’affettività e delle emozioni.

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    La Dott.ssa Chiara è una psicologa davvero preparata e attenta. La consiglio senza esitazioni.

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    La Dott.ssa Venitucci è una psicologa di grande sensibilità e professionalità. Ha un approccio empatico che mi ha permesso di affrontare le mie difficoltà con maggiore serenità. La consiglio vivamente.

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    La Dott.ssa Chiara è una professionista altamente competente e empatica. Mi ha subito messo a mio agio e mi ha accompagnato con pazienza e professionalità nel mio percorso di crescita. Consiglio vivamente il suo supporto a chi cerca un aiuto serio e sincero.

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    Ho avuto il piacere di incontrare la Dott.ssa Chiara e posso dire con certezza che è una professionista estremamente competente e attenta. Mi ha fatta sentire a mio agio e mi ha aiutata a comprendere meglio le mie difficoltà emotive per affrontarle. Ogni seduta è stata un passo importante verso il sentirmi meglio. Consiglio vivamente la Dott.ssa Chiara a chiunque stia cercando supporto psicologico professionale e di alta qualità.

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    Si hanno ancora troppi pregiudizi rispetto a cosa un percorso terapeutico possa significare, e questo è stato il mio più grande errore, forse per la paura di aprirmi e affidare i miei problemi a un Professionista. Preso coraggio, mi sono dovuto ricredere: La dott.ssa Venitucci è preparata, attenta, ed è entrata con metodica delicatezza (della quale gliene sono grato) nelle questioni riguardo cui ero molto restio ad aprirmi, nonostante profondi disagi personali che stessi vivendo. Abbiamo iniziato un percorso che non solo mi ha fatto vedere i miei problemi sotto un'altra luce, ma mi ha anche aiutato a capire, differentemente da come pensavo quando ero "lo psicologo di me stesso", quanto sostrato ci fosse ancora da affrontare, e che quello che io consideravo "il problema", altro non era che una punta. Continuerò la terapia e la consiglio di cuore, anche solo per avere un iniziale parere di un'ottima Professionista.

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    Grazie!


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    Questo non è il primo percorso che inizio, è come se mi fossi sempre sentita non del tutto capita: certo, ho iniziato da poco, ma sento che con la. dottoressa Chiara posso essere veramente me stessa.

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    Dopo un periodo molto complicato, sento finalmente di stare riuscendo ad affrontare le mie difficoltà e di questo ringrazio la dottoressa che mi ha aiutata!

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    La dottoressa Venitucci è la rappresentazione umana della professionalità ed empatia. La conferma che dietro il suo lavoro c’è passione e tanto tanto amore verso il prossimo.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 21 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno. Sono una donna di 50 anni. Fidanzata x 12 e spostata da 29 con lo stesso uomo. Il rapporto è sempre stato "movimentato", alti e bassi, litigarello. Purtroppo ho sempre "abbozzato" e cercato sempre di mediare e accondiscendere a cose che nn mi andavano bene, x il quieto vivere. Abbiamo avuto diverse crisi, cercavamo di chiarire ma alla fine le cose nn cambiavano e nn chiarivamo, finché un anno scopro il suo tradimento. Inizialmente allontano mio marito e dopo un mesetto torniamo insieme e i primi tempi andava bene, ma qnd ogni tanto tornavamo sull'argomento xke ci stavo male lui dava la colpa a me.. se tu nn ti comportavi cosi, è capitato... si scusa l'avrà detto ma sempre con il ma. Piano piano il rapporto è diventato chiuso, parliamo poco, nn si fanno cose insieme, io mi irrigidisco ed inizio a nn sopportarlo. Siamo andati da uno psicologo ma nn è servito. Ho detto di separarci. Ma è quasi un anno e lui ancora sta in casa con la scusa che nn ha soldi, che lui vuole recuperare (ma sa benissimo che anche da parte sua nn prova piu nulla ma lo dice solo x paura, xke da 40 anni che lavora nn si è messo soldi da parte). Abbiamo due figli quasi maggiorenni e prima erano solo grida e sgridi nei loro confronti, ora è un cagnolino che li porta, li prende, ci parla... cose che facevo solo io con i miei figli. Io mi sto chiudendo sempre piu e mi sento un po scansata anche dai ragazzi xke io ho sempre fatto le cose per loro e mi sento sostituita, xke lui lo fa con prepotenza (ha detto che stiamo lottando x ACCAPARRARSI i ragazzi, cosa assurda). Non lo sopporto piu. Siamo andati da un legale e aspettiamo l'atto di separazione ma nn so quando se ne potrà andare. Come posso superare questa apatia che mi prende, nn riesco proprio a fare nulla, sembra a volte che sia depressa, ho anche paura del dopo che resterò sola (i ragazzi vivranno con me), ma nn saprò cosa fare con loro, e in generale, poche amiche escono. Sono reoccupata x il mio oggi ed il mio domani. Grazie

Salve,
dalle sue parole emerge tutta la fatica, la delusione e la tristezza che sta attraversando dopo tanti anni di relazione. È del tutto comprensibile che, dopo aver cercato a lungo di mantenere l’equilibrio nella coppia e di mediare per il quieto vivere, oggi si senta svuotata, apatica e con la paura del futuro.

Quando una storia lunga e significativa si incrina — soprattutto dopo un tradimento e una separazione ormai inevitabile — è normale sperimentare stanchezza emotiva, ansia e timore di restare soli. Si tratta di una fase di elaborazione, simile a un lutto, in cui la persona deve gradualmente riorientarsi e ricostruire la propria identità.

Non c’è nulla di sbagliato in ciò che sta provando: dopo anni trascorsi a prendersi cura della famiglia e dei figli, può essere difficile riconnettersi ai propri bisogni e riscoprire cosa fa stare bene davvero. Tuttavia, questa fase può anche rappresentare un punto di svolta, un’occasione per ritrovare equilibrio, autostima e nuovi interessi personali.

Un percorso psicologico può essere molto utile per affrontare il dolore legato alla separazione, gestire le emozioni contrastanti e ritrovare fiducia nel proprio futuro. Uno spazio di ascolto e riflessione può aiutarla a rielaborare la fine della relazione e a ripartire con maggiore consapevolezza e serenità.

Il fatto che abbia scelto di chiedere aiuto e di mettere in parole il proprio disagio è già un passo importante verso la ricostruzione di sé.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Venitucci

Dott.ssa Chiara Venitucci

Buongiorno,
Ho una bellissima bambina di 13 mesi estremamente curiosa e attenta, molto affettuosa, sorridente e tanto socievole.
Tutto bellissimo ma……morde!
Ha iniziato a mordere con la fase orale e con la dentizione.
Ha morso spesso anche noi genitori, lo faceva sorridendo, come se per lei fossero dei bacini.
Ha iniziato un mese fa il nido, dal 1 giorno e’ sempre andata molto volentieri, la lasciamo e la riprendiamo che è sorridente.
Le maestre mi confermano che morde per esprimere affetto, raramente per frustrazione.
Quando morde a casa io la riprendo subito, ma quando lo faccio mi ride in faccia, come se per lei fosse un gioco.
Ho notato che quando alzo un pochino il tono per mostrarmi decisa (non urlo ovviamente, ma ho un tono di voce molto deciso e infastidito) lei non mi guarda, come se si vergognasse, o almeno così l’interpreto.
Faccio fatica ad essere guardata negli occhi, devo chiamarla un sacco di volte e non sempre ci riesco. Accade solo quando la riprendo.
Dopo averla ripresa le dico per esempio che non si morde perché fa male, può dare un abbraccio, e ogni tanto lo fa.
Ora io mi chiedo, cosa posso fare in più per farle capire che non deve mordere?
So che è piccolina, ancora non parla, dice solo mamma e sta iniziando a dire acqua.
E perché morde? Cioè, perché esistono bambini che mordono e altri no? Abbiamo sbagliato noi genitori in qualcosa?
Vi ringrazio.

Buongiorno,
capisco perfettamente la sua preoccupazione, ma voglio rassicurarla: il comportamento che descrive è molto frequente nei bambini piccoli, soprattutto intorno all’anno di età. Mordere, in questa fase dello sviluppo, è spesso un modo per esplorare, comunicare o esprimere emozioni che ancora non si riescono a tradurre in parole. Non è segno di aggressività, né di un errore educativo.

Durante la fase orale e con l’arrivo dei dentini, i bambini tendono a usare la bocca per conoscere il mondo e per manifestare affetto o curiosità. Alcuni lo fanno di più, altri meno: dipende dal loro temperamento, dal livello di eccitazione emotiva e da come percepiscono le reazioni degli adulti.

Quando la sua bambina morde, fa bene a mantenere un tono fermo ma calmo, spiegandole che “mordere fa male” e offrendo un’alternativa, come un abbraccio o un bacino. È importante che il messaggio sia coerente, ma senza trasformarlo in un rimprovero che la faccia sentire in colpa: a questa età il concetto di “giusto o sbagliato” non è ancora del tutto formato.

Non avete sbagliato, la bambina sta semplicemente imparando a regolare le proprie emozioni e le modalità di contatto con gli altri. Con il tempo, il linguaggio e la maturazione affettiva, questi comportamenti tendono a scomparire spontaneamente.

Se il mordere dovesse continuare oltre i 2 anni o diventare più frequente, può essere utile confrontarsi con un professionista per comprendere meglio le modalità comunicative della bambina e sostenere la genitorialità in questa fase di crescita.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Venitucci

Dott.ssa Chiara Venitucci
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