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Punteggio generale
Sempre attenta e disponibile,ascoltatrice eccezionale e super super competente
La cosa che mi è piaciuta di più della visita con la dottoressa è il senso di familiarità: subito sono riuscita a sentirmi a mio agio. Mi ha sorpreso il non sentirmi affatto giudicata ma libera di esprimermi come se fossi con una persona che conosco da molto.
La dottoressa Federico è riuscita a cogliere il punto delle mie difficoltà e mi sta aiutando a lavorarci con delicatezza facendomi sentire sempre a mio agio e non ho mai percepito che qualcosa non avesse importanza. Mi sento accolta e accompagnata in questo percorso e non mi sento mai sola grazie alla sua costante disponibilità.
Mi sono trovato molto bene con la dottoressa Federico. Mi sento molto a mio agio, nonostante la mia paura fosse quella di essere in soggezione. La seduta settimanale con lei sta diventando uno spazio fondamentale per me e anche se stiamo lavorando su cose difficili, il suo modo di fare fa sì che io esca dalla seduta stando bene. Ottima esperienza come mio primo approccio a una psicologa.
Mi sono approcciata per la prima volta alla psicoterapia per intraprendere un percorso di consapevolezza personale. Ho inziato per caso con la Dott.ssa Federico e non posso che considerarmi estremamente fortunata.
Ho concluso con lei un percorso di poco più di un anno e sono molto felice di aver iniziato e averle dato fiducia. Si è dimostrata da subito disponibile e rispettosa del mio tempo, e mi ha dato tutti gli strumenti necessari di cui avevo bisogno.
Sono davvero tranquilla nel consigliare il suo servizio, certa della sua professionalità.
Mi trovo molto bene in questo percorso con la dottoressa Chiara Federico.
Sempre puntuale, capace di comprendermi, correre e disponibile.
Il suo linguaggio è appropriato alla sua mansione, professionale.
Ho scelto la dottoressa Federico tra tanti specialisti quasi a caso, e sono stato davvero fortunato! La sua accoglienza e la sua empatia mi hanno fatto sentire libero di esprimermi. La consiglio davvero.
Sono arrivata dalla Dottoressa Chiara in uno stato pietoso,depressa e anoressica dopo la morte dei miei nonni,lei con la sua dolcezza ed empatia è riuscita a farmi rinascere!
Una grande professionalità che consiglio vivamente!
ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore
Gentili dottori, un ex collega di lavoro di 33 anni con cui c’è stima e affetto reciproco vive in Svizzera da oltre un anno. Siamo stati colleghi per 3 mesi e ci siamo trovati molto bene a parlare di cinema. Tra noi ci fu un episodio d’intimità che rimase isolato perché fidanzato da 13 anni con una ragazza mia coetanea in Svizzera, non l’ho mai vista neanche in foto ma ne parlava con molti colleghi. Un altro collega mi disse non era una relazione idilliaca la loro e lui inizialmente mi disse di piacergli troppo per cultura, interessi, personalità, occhi, viso, sorriso ma che ci saremmo dovuti conoscere molto tempo fa. Ho iniziato a scrivergli su wapp e in un primo momento mi ha fatto credere ci saremmo potuti parlare soli ma poi alla mia insistenza mi disse “mi chiedi sempre del tempo per noi” spesso tuttora usa ancora il noi nel parlare con me. Nonostante scrivessi troppo tutti i giorni e la cosa lo irritasse, quando gli regalai una penna come gesto di affetto e stima lavorativa e di prenderla come tale disse che la trovava una cosa molto intima. Quando partì siamo rimasti in contatto anche se ho sempre riaperto io il canale comunicativo non è una persona che scrive agli altri di sua iniziativa e comprendo esistano persone così, mi confidò di un lungo percorso di psicanalisi, che non amava essere raggiunto in continuazione così tramite messaggi e di rispettarlo. Mi vuole bene, mi stima, cosa che ripete spesso, ma non comprendeva la corrispondenza tra noi. Così ad agosto dello scorso anno ho rallentato nella comunicazione scrivendo una volta alla settimana e non più di 2 messaggi mantenendomi sul leggero mandando foto di viaggi o scambiandosi pareri su film/ serie e ho visto che se prima si limitava a rispondere ha iniziato a chiedermi anche lui qualcosa. Quando gli chiesi di risentirsi a voce mi disse contaci tranquilla ma anche questo inverno non tornerò, già a luglio mi disse che se tornava ci saremmo rivisti per un saluto. A gennaio quando gli chiesi cose personali nuovamente avendo visto una maggiore apertura in passato e non comprendendo come mai non potessi sapere dove viveva o il lavoro che stava facendo in quanto ha cambiato vita e lavoro esplose seccato rispondendomi con una raffica di wapp: vai si ricomincia, preferisco essere riservato come persona anche con amici stretti e parenti, ma te non puoi accettarlo, cambierò numero presto almeno è finita questa storia, quando lo farò non chiedere alle persone intorno a me sono esaurito da questa corrispondenza con te. Mi mise molto a disagio ma capii anche di aver creato io quel disagio, così per due settimane non ho scritto nulla anche per timore di perderlo definitivamente. Dopo queste due settimane di silenzio e profonda riflessione gli ho scritto “non è necessario sentirsi così tanto basta anche una volta all’anno per mantenere una amicizia. Se poi quando tornerai avrai il piacere di rivedersi come mi dicevi ci sarà modo di scambiare due parole a voce. Dieci minuti dopo, faceva passare ore prima anche un giorno per rispondermi, mi ha subito scritto “come stai? Tutto bene?”. Mi ha sorpreso questo messaggio, il non sentirsi per 2 settimane, non era mai successo prima ha fatto sorgere in lui il dubbio di potermi perdere definitivamente? Gli ho anche comunicato di aver raggiunto consapevolezza con un gran lavoro su di me e mi disse “È importante questo” “Brava” così ho preso coraggio e gli ho mandato un ulteriore messaggio “semplicemente ho imparato ad accettare: la distanza, i limiti e la tua persona detto questo, pensi che la nostra conoscenza possa evolversi in una bella amicizia? Da sabato non ho avuto una risposta. Quattro giorni. Pensate che questa persona, so che è molto riflessiva, visto anche il mio continuo scrivergli in passato dopo 3/4 giorni o una settimana, abbia bisogno di vedere un mio silenzio magari anche di un mese o più prima di rispondere ad una domanda del genere ? Ho sbagliato a porla? So che se incalzassi o tornassi sulla domanda la prenderebbe come ulteriore pressione e si sentirebbe soffocato e non libero in questa frequentazione, sento anche che nessuno dei due vuole perdersi definitivamente e non interpretò il suo silenzio come un rifiuto ma come qualcosa da dover rispettare anche per mostrare valore a me stessa. Se ci tiene questa persona a chiamare per un saluto o rivedersi quindi avendomi dato sempre risposta positiva me lo dirà lui? Non comprendo come mai abbia timore a risentirsi a voce non amando la messaggistica - è anche aperto mandandomi un breve vocale dopo un anno di sola chat - ma forse deve vedere un effettivo cambiamento per poter dare una risposta alla mia domanda? Come si riprende la comunicazione in futuro? Quanto tempo mi consigliate di attendere prima di riprenderla? Mi potete suggerire una eventuale domanda di dialogo senza dargli il peso della domanda precedente? Ho sempre pensato non volesse perdersi definitivamente e mi sembra giusto mostrargli un radicale cambiamento ma vorrei anche smorzare il peso di quella domanda con una sua risposta positiva come quando gli chiesi se ci saremmo risentiti a voce quando era più libero dal lavoro e disse contaci tranquilla. Posso pensare si farà risentire se terrà davvero a questa frequentazione? Rimango in silenzio per potergli far sorgere qualche domanda?
Buonasera, grazie per aver condiviso questo suo vissuto, dal quale si evince molta sofferenza. Nel raccontarlo lei cita molto i voleri di lui, come si è sentito lui, chiede come non ferire lui, quanto tempo aspettare per scrivere "senza disturbare". Mi permetto di farle notare che non c'è uno spazio per lei in ciò che lei racconta. Dove sono i suoi vissuti? E perchè dovrebbero avere meno importanza di quelli di questo suo ex collega? D'altro canto lei si fa domande a cui rispondere è molto difficile poichè il suo ex collega ha dimostrato di essere molto altalenante nelle reazioni, anche di fronte a stimoli analoghi da parte sua. Spero che lei riesca a ritrovare la serenità, data soprattutto dalla costruzione di uno spazio mentale nel quale lei sia la protagonista. Resto ovviamente a disposizione qualora volesse approfondire la questione o volesse delucidazioni in merito alla mia risposta. La saluto e la ringrazio nuovamente. Dott.ssa Chiara Federico
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