Esperienze
- la scuola di specializzazione in Radiodiagnostica presso la Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
- l'istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale apprendendo nozioni in ambito oncologico e senologico.
- il dipartimento di radiologia d'urgenza ed emergenza del Pineta Grande Hospital acquisendo skills in: ecografia, radiologia tradizionale, tomografia computerizzata e risonanza magnetica nucleare.
- il dipartimento di radiologia della Clinica San Michele acquisendo nozioni superspecialistiche nel settore della muscolo-scheletrica e della cardioradiologia.
Il Dr. Angelo Tagliafierro è socio dei più importanti gruppi nazionali e internazionali della radiologia: SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica), ESR (European Society of Radiology), RSNA (Radiological Society of North America), partecipando a corsi di aggiornamento, convegni e congressi e contribuendo alla pubblicazione di diversi articoli scientifici.
Esperto in:
- Ecografia
- Radiodiagnostica
- Radiologia Oncologica
- Radiologia e Diagnostica per immagini
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94 recensioni
Punteggio generale
Ordina recensioni per
Nunzia
Ottimo professionista dettagliato e preciso nelle risposte. Molto scrupoloso.
Filomena
Dottore molto empatico, ti fornisce tutte le spiegazioni sul trattamento effettuato..consiglio vivamente
Girolamo Di Giorgi
Gentilissimo , disponibile , tiene a cura la salute dei suoi pazienti
MLM
Ho trovato grande professionalità, attenzione e dedizione al paziente. Spiegazioni chiare e visita approfondita. Consiglio vivamente il dottor Tagliafierro.
Chiara
Medico competente, affidabile e professionale, attento alle esigenze del paziente.
Consigliatissimo.
vincenzo
serietà e competenza
professionale
persona alla mano
Claudia
Dottore molto cortese,professionale e scrupoloso verso i pazienti. Esaustivo nel dare spiegazioni,dettagliato e comprensivo nello spiegare esito e problematiche dell’esame.
Ottimo
Stella Maria Luisa
Molto soddisfatta della visita. Professionalità e competenza. Lo consiglio vivamente
Annamaria
Il dottore è stato estremamente disponibile e molto accurato. Lo consiglio
Stephanie
Molto professionista , scrupoloso e dettagliato . Lo consiglio
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
L’rm riporta:
Non evidente edema
intraspongioso dei segmenti scheletrici esplorati
presenza di
sovraccarico biomeccanico sul versante mediale della femoro-tibiale dove la fibrocartilagine
meniscale interna presenta alterato segnale della regione murale del corpo-corno posteriore
anche con
tendenza a
modesta dislocazione artrofuga che crea
iniziali fenomeni diimpingement al passaggio del legamento collaterale mediale che è tuttavia continuo.
Anteriormente inoltre si identifica una formazione cistica parameniscale limitrota al
corne
anteriore policiclica e sepimentata delle dimensioni sul piano assiale di 24 x 11 mm. Non
fratture del menisco esterno. Continui 1 legamenti crociati e collaterale esterno.
Non significativa falda fluida intrarticolare. Limitata borsite sovrarotulea in presenza di
rotula tipo 2 tendente a sublussare esternamente con aspetto stirato ed assottigliate del
legamento alare mediale.
Non formazioni espansive del cavo popliteo.
Non evidenti alterazioni del segnale intrinseco della struttura ossea della testa peroneale in
particolare non edema intraspongioso. Limitato ispessimento fibro-edematoso dei tessuti
molli periostali in assenza che in tale contesto si vengano a definire raccolte fluide saccate
formazioni solide espansive. Non evidente altresi patologico enhancement contrastografico.
Salve in riferimento al report della RM suddetto, il quadro decritto si riferisce sostanzialmente ad un quadro di alterato carico meccanico del ginocchio sul versante interno dello stesso (ovvero l'articolazione tibio-femorale mediale). Questa condizione sembra determinarle sofferenza del menisco mediale (meniscosi) ovvero una degenerazione del menisco, in particolare al corpo-corno posteriore, associata ad estrusione pararticolare del corpo con edema dei tessuti molli limitrofi (impingement del legamento collaterale mediale, come si evince dal referto) e a formazione cistica parameniscale anteriore di 24x11 mm. Tuttavia allo stato non sembrano esserci segni di sofferenza edematosa dell'osso subcondrale in atto. Spesso mi capita di vedere nella pratica quotidiana in questi casi la coesistenza di una condropatia tibio-femorale mediale che a lei fortunatamente non viene riportata. Quest'ultima condizione è da prevenire essendo causa a lungo termine di gonartrosi tibio-femorale mediale. La gonartrosi tibio-femorale mediale è la forma di artrosi del ginocchio più frequente ed il sintomo principale è il dolore, che parte dall’interno e si irradia a tutta l’articolazione. Le consiglio una visita specialistica ortopedica per mettere in atto strategie di prevenzione dell'artrosi e per trattare il quadro suddescritto.
Cordilamente, dott. Angelo Tagliafierro.
Buongiorno da una ecografia si può scambiare un angioma di 8 mm con una metastasi o un tumore? O hanno caratteristiche nettamente differenti?
Buonasera, la domanda che ha fatto è un pò generica, dato che non ha specificato per la diagnosi differenziale la localizzazione della lesione (se ad esempio la lesione è a carico di un organo interno oppure di un muscolo striato, del piano cutaneo o sottocutaneo) che è molto importante per poter rispondere correttamente alla sua domanda. Ragionando per probabilità credo che lei si riferisca al fegato, sede tipica sia degli angiomi che delle metastasi, per cui provo a darle una diagnosi differenziale delle suddette lesioni in ecografia B-mode nel fegato. Innanzitutto l'angioma epatico tipico è la lesione vascolare epatica benigna più frequente ed è molto facile riconoscerlo in ecografia, poichè si presenta come una lesione iperecogena (brillante) ben definita, mentre solo il 10% si presenta come una lesione ipoecogena (scura) soprattutto nei pazienti con steatosi epatica.
Invece per quanto riguarda le metastasi, sfortunatamente, hanno una vasta gamma di aspetti ecografici diversi tra loro e i cambiamenti di fondo dell'ecogenicità del fegato dovuti al grasso rendono difficile fare affermazioni assolute. In generale, tuttavia, le metastasi possono apparire come: arrotondate e ben definite; con effetto massa positivo associata a distorsione dei vasi adiacenti; ipoecogene (più comunemente circa nel 65%); con alone ipoecogeno periferico; sono possibili inoltre anche varietà cistiche, calcificate, infiltrative ed iperecogene (in quest'ultimo caso come gli angiomi tipici soprattutto per le metastasi ipervascolari).
In conclusione posso dire che l'ecografia deve essere fatta con cognizione di causa da medici esperti e in ecografia si ragiona per probabilità e non in maniera assoluta, per cui ogni qualvolta si riscontra un reperto, esso va contestualizzato all'anamnesi e alla clinica del paziente. L'obiettivo dell'ecografia tuttavia è dare un orientamento diagnostico corretto con una corretta indicazione sulla gestione diagnostica (eventuale follow-up o approfondimento con esame di imaging di II o III livello) e terapeutica dei reperti riscontrati. Cordialmente,
dott. Angelo Tagliafierro.
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