Dott.ssa
Giulia Balconi
Psicoterapeuta,
Psicologo
Psicologo clinico
Altro
Gorgonzola 2 indirizzi
Esperienze
Svolgo la libera professione come psicoterapeuta lavorando con bambini, adolescenti, ragazzi e le loro famiglie, nonché con genitori con percorsi di sostegno alla genitorialità, e adulti.
Collaboro nella realizzazione di progetti scolastici di prevenzione al bullismo e al cyberbullismo e di educazione all'affettività e sessualità.
Ho conseguito un master in psicologia giuridica e ho lavorato come ausiliaria di CTU nell’ambito di procedimenti civili inerenti l’affidamento dei figli nei casi di separazione e divorzio altamente conflittuali.
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9 recensioni
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S.T.
Continuo il mio percorso da mesi con la dottoressa. Giulia è puntuale, gentile, professionale ed empatica. Lo studio e l'ambiente sono accoglienti e ben curati, tanto da sentirsi a casa e riuscire così ad entrare subito facilmente in comunicazione anche nelle questioni più spigolose.
Sarà difficile al termine del mio percorso, trovare qualcun'altro in grado di comprendermi tanto quanto la dottoressa Balconi.
F.M.
La dottoressa da alcune settimane sta riuscendo ad aiutarmi in un periodo molto difficile personale. Puntuale, attenta, sto riuscendo a vedere nuovi punti di vista
E. B. G.
ho iniziato solo da poco il mio percorso con lei, ho trovato una professionista gentile e attenta, non invadente e disponibile anche al variare ogni settimana dell'orario degli incontri in base ai miei orari di lavoro
ASS
Immediatamente in sintonia con la ragazza adolescente, la Dott.ssa sta riuscendo a risolvere i suoi/nostri problemi rispettando la sua sensibilità e penetrando la scontrosità e ritrosia (spesso aggressività) senza farla mai sentire giudicata e preservando sempre la sua privacy, anche con noi genitori. Anche noi stiamo adottando comportamenti suggeriti dalla Dott.ssa che ci stanno insegnando a vedere le cose sotto una luce diversa ed agire di conseguenza. La situazione sta migliorando giorno dopo giorno. Sappiamo che il percorso non potrà essere breve, ma dati i piccoli ma continui traguardi quotidiani siamo certi che grazie alla Dott.ssa stiamo percorrendo finalmente la strada giusta e siamo più che mai stimolati a continuare e consolidare questa ritrovata serenità familiare ma soprattutto personale di e con nostra figlia.
Gs
La Dottoressa Balconi si è mostrata empatica fin dal primo contatto, mi ha colpita la sua capacità di capire i miei bisogni e mettermi a mio agio. Mi trovo molto bene in terapia con lei, con la sua tranquillità, professionalità e competenze mi sta aiutando a superare un periodo molto difficile
Risposte ai pazienti
ha risposto a 13 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve. Mi chiamo Giulia.
Parto con il dire che questa situazione va avanti da almeno 4 anni (come minimo, ma noto che è da un anno che peggiora sempre di più), ma vorrei capirne un po’ di più a riguardo.
Vivo le mie giornate con un totale vuoto, una sorta di indifferenza (non totale, ma noto come le mie emozioni durino davvero poco, dopodiché mi comporto come se nulla fosse, di nuovo con questa indifferenza). È da anni che penso “non mi sento reale”, che poi è la realtà circostante che mi sembra lontana da me, ma non so se è vero, non so se è autoconvinzione, ma non mi interessa, mi causa indifferenza pensarlo (nel momento in cui mi chiedo se sia effettivamente così penso subito “vabbè non mi interessa”, perché questa cosa non mi provoca una reazione emotiva). È come se le mie giornate si resettassero, non ho ricordi nitidi di ciò che faccio, non capisco se io abbia le immagini in testa a riguardo ma siano troppo “distanti” per riuscire a visionarle o se semplicemente io non riesca a focalizzarle. Ad esempio in questo momento non riuscirei a sintetizzare ciò che ho appena scritto, perché è come se non l’avessi fatto. Non so quanto si possa essere capito, mi scuso per la confusione, un saluto, grazie.
Gentile Giulia, da quello che scrive sembrerebbe che questa situazione in cui si trova da alcuni anni ultimamente abbia cambiato significato per lei, nell'ultimo anno dice che peggiora sempre di più. Tuttavia ne ha una certa consapevolezza, tanto che, nonostante questa fatica emotiva che vive di giorno in giorno, ha deciso di chiedere consiglio. Quello che posso consigliarle, soprattutto alla luce del fatto che nota un peggioramento progressivo che ha iniziato ad essere più "pesante" è quello di rivolgersi a un collega per intraprendere un percorso psicologico, tuttavia data la sua fatica a identificare le emozioni posso consigliarle anche di provare a tenerne traccia, per iscritto o anche (se per lei può essere un utile canale comunicativo) attraverso forme artistiche, non solo il disegno o la pittura, ma anche attraverso la musica, o altri canali espressivi. Il fatto che ora lei si sia rivolta a questo canale per chiedere consiglio potrebbe significare che dentro di lei si sente maggiormente pronta a poter affrontare questo tema, rispetto ai precedenti 4 anni, per questo motivo il mio consiglio è stato in prima battuta quello di rivolgersi a un professionista, proprio per dare voce e spazio a questa sua spinta interiore; anche perchè purtroppo tramite questo canale nel suo caso è molto difficile poter formulare delle ipotesi accurate, vista la complessità della sua vita emotiva che ha descritto. Rimango ovviamente a disposizione per chiarimenti, un caro saluto, dott.ssa Giulia Balconi
Salve, io e il mio ragazzo abbiamo deciso di prendere ognuno la sua strada. Là devi è stata presa dopo che lui per 3 giorni di fila ha sofferto di attacchi di panico nei quali si dissociava completamente e al mio chiederli se provasse ancora qualcosa mi ha risposto che non riusciva a capirlo a causa della confusione che aveva in testa. L’averli lasciato il suo spazio è sbagliato? Non volevo lasciarlo solo, ma allo stesso tempo non sapevo come comportarmi con una persona che non sa se mia ama. Può l’ansia portati a non riuscire a capire nemmeno i tuoi sentimenti?
Grazie a chi risponderà.
Buongiorno, ha descritto una situazione che sembrava facesse soffrire, seppur in due modi differenti, entrambi, prendendo la decisione di tutelare il proprio benessere. Trovo comprensibile il fatto che ora nutra il dubbio di aver preso una decisione che possa rivelarsi come "l'ho abbandonato" ma è sicuramente molto importante, quanto difficile, anche rendersi conto che non si è la persona giusta per poter aiutare qualcuno, nonostante l'amore e il sentimento che ci lega a lei. I sintomi del suo compagno che lei ha descritto sono comuni in disturbi d'ansia, e tanto forti e debilitanti sono per la persona che li vive, lo sono altrettanto anche per coloro che gli sono vicini. A questo proposito ha sentito che lei non aveva gli strumenti adeguati per sostenerlo e questo potrebbe addirittura tradursi per lui in un'ulteriore spinta nel ricercare aiuto dove invece lo potrebbe trovare; in caso contrario non solo entrambi sareste stati peggio, ma lei avrebbe potuto anche sentire, come probabilmente in realtà già sente, un senso di inadeguatezza e di frustrazione legate all'impotenza davanti ad una situazione così sofferente e dolorosa che non riusciva a risolvere o a sostenere per lui. La comunicazione è importante in una relazione, e sembrerebbe che in parte anche questa sia venuta a mancare dal momento che dice che il suo compagno non sa più se la ama; sicuramente forti sintomi d'ansia, come anche altri, posso portare la persona a vivere una forte confusione, che è primariamente relativa a se stesso e che però inevitabilmente si riversa in modo più o meno indiretto anche sulle proprie relazioni e di conseguenze sulle persone che ha accanto. Non sapendo quale posizione lei abbia preso nel momento in cui ha interrotto la relazione, se i rapporti sono stati completamente interrotti o se ce ne siano ancora, penso che sia importante che lei dia tutela al proprio benessere, e ciò non significa essere egoisti, ma proteggersi e indirettamente cercare di far capire all'altra persona che ciò che sta vivendo richiede un intervento ben più strutturato del supporto di amici o parenti. Il fatto che anche per lei, questo, sia un momento di grande confusione, non sapendo se "ha fatto bene o meno" a prendere tale decisione, fa notare come anche lei stesse già entrando in profondo contatto con il malessere del suo ragazzo e questo la stesse portando "lontana da sè" portandola a nutrire sempre più dubbi. In casi così complessi e dolorosi, infatti, spesso non è solo la persona direttamente interessata da queste fatiche emotive e quotidiane a ricevere un aiuto, ma anche i caregiver e le persone a lui vicine che necessitano di un supporto. Per qualsiasi chiarimento sono ovviamente disponibile. Un caro saluto, dott.ssa Giulia Balconi
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